Un delirio. Del resto è ormai una tradizione buttarla in caciara: tra chi è ad un passo dai Campi Elisi (Pizzullo, tutto bene?), chi non ha ancora capito cosa sia successo, polmoni pronti a scoppiare e una sana dose di imbarazzo sportivo, la Redazione di Varese Sport ha riportato in auge (purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista) la famigerata partita di fine stagione.

Reds vs Blancos, uno scontro epico che quest’anno ha premiato i Blancos targati Mary Seven: il 9-5 sui Reds costruiti (e distrutti) dal sottoscritto vale il pareggio nell’Albo d’Oro sul 3-3 e rilancia la sfida al prossimo anno con l’implicita promessa (mai fatta) di arrivare in condizioni migliori e magari giocarsela in 5vs5 anziché lanciarsi in un distruttivo 7vs7 che ha rischiato di mietere vittime. Al netto delle disgrazie (ne abbiamo viste davvero delle brutte) l’ospitalità della Valceresio è stata il fiore all’occhiello dell’edizione 2024: il sintetico di Brenno Useria non è certo stato ripagato dalla qualità, ma il terzo tempo al Peppino Prisco di Arcisate (aperitivo, grigliata pazzesca, dolce e beveraggio) ha toccato vette altissime e, in questo, con un pizzico di orgoglio, posso garantire che i Reds hanno rispettato i pronostici dominando la concorrenza.

Sulla “partita” c’è in realtà poco da dire. Pronti via e un velo illuminate di Pizzullo ha liberato il veterano Mavillo Gheller per l’1-0 dei Blancos seguito dal “tiro” (difficile definirlo tale) di Ale Burin che ha palesemente pagato il nostro Teo Gallo per impedirgli di parare. L’unica discesa palla al piede del sottoscritto (prima di scendere agli inferi e sparire dal gioco) ha premiato l’inserimento del direttore Michele Marocco che con un bolide di sinistro sul primo palo (mi ha detto di scrivere così) ha superato il buon Daniele Macchi. Siamo poi riusciti nell’impresa di far segnare proprio la Mary (che si regalerà anche una doppietta), ma in fondo le vogliamo bene: la sua rete è stata meritatissima e alla fine abbiamo festeggiato tutti.

Nota a margine: Pizzullo, visibilmente provato, si è accasciato al suolo al 24′ e ha alzato bandiera bianca in preda ad una congestione mista a insolazione. Assistito a bordo campo dalla ragazza dell’amministrazione Sunrise e sopravvissuto rifiutando l’intervento dell’ambulanza. Inutile sottolineare che il suo forfait sia stata la mossa vincente per i Blancos. Se, infatti, nel primo tempo c’è stata una parvenza di equilibrio, nella ripresa il poco fiato dei Reds è venuto a mancare del tutto e i Blancos (bello avere gente che corre, vero?), pur con l’uomo in meno, ne hanno approfittato per dilagare: Marocco Mattia Jr., ancora Burin, ancora la Mary, la doppietta del grande Stefano Arioli e Mavi (che ci sfotte segnando direttamente da calcio d’angolo) hanno scavato un gap importantissimo che la famiglia Underhouse ha solo potuto contenere. Tutti noi ci siamo aggrappati a Sottocasa Andrea Jr. che, pur giocando in ciabatte sconvolto dal nostro livello così scarso, ha piantato dentro tre gol, mentre Sottocasa Alberto Sr. ha segnato un tap-in su assist del (quasi) ottimo Dario Primerano. Applausi per il direttore che ci ha provato fino alla fine colpendo legni su legni finché all’unanimità è arrivata la parola fine: doccia e di corsa (si fa per dire) al Peppino per la serata da vivere tutti insieme. Questa si che è stata la nostra vera partita. Forza Varese Sport.

LE PAGELLE

BLANCOS

Mavi 8 – Beh, che dire: la qualità è sempre quella. Forse non avrà più il fisico da Serie A, ma se rapportato al nostro livello fa comunque quello che vuole e il gol da calcio d’angolo lo dimostra. In poche parole gli abbiamo fatto vivere una seconda giovinezza: il rischio, ora, è che si sopravvaluti e lasci il ruolo di vice-allenatore della NovaRomentin per rituffarsi in campo. Arriva brontolando per la distanza da dove vive rispetto al campo, ma ogni sua perplessità viene spazzata via dalla cena: nel terzo tempo è stato l’unico Blancos a tenerci testa.

Ale Burin 7.5 – Nel momento in cui capisce di essere in una squadra con gente che corre anche al posto suo si piazza in attacco e aspetta che gli arrivino i palloni. Risultato? Fa bene. Segna il 2-0 sfruttando una giocata maestosa di Gallo (si capisce l’ironia?), sforna assist e raddoppia con un altro flipper made-by-Gallo. A fine partita non sa se festeggiare per la vittoria o rammaricarsi perché anche la Mary fa parte del successo, ma la grigliata gli rimette il buon umore e può lanciarsi sempre con il fido Gallo (non hanno ancora capito che erano avversari) nelle analisi sulla Pallacanestro Varese.

Garegnani 7.5 – Altro livello, lo sa anche lui (forse l’unico difetto è che è interista): consapevole che a inizio agosto comincerà la sua preparazione in quel di Angera, decide di non strafare ma finisce comunque col fare più di quanto fatto da tre quarti dei Reds messi insieme. Anche quando passeggia sembra correre, non gli abbiamo mai preso le misure e, per nostra fortuna, è rimasto tranquillo in difesa a chiacchierare con i compagni di reparto: solo contro Underhouse Jr. (grazie) si è concesso qualche “scontro” più di garra. Equilibrato anche nel terzo tempo, ma da neopatentato è giusto così.

Macchi 7.5 – Così non vale però. I Blancos potevano contare su un portiere vero e proprio, il nostro Gallo può competere nel ruolo di portiere di condominio (ti si vuole bene Teo): la differenza tra i pali è stata manifesta e senza di lui Underhouse Jr. avrebbe fatto qualche gollettino in più. Macchi però c’era e ha contribuito al successo Blancos pur bidonando la cena. L’anno prossimo stai con me.

Mary 7.5 – Nel pomeriggio avevamo scoperto che l’albo d’oro vedeva i Reds avanti 3-2: ci è sembrato giusto lasciare ai Blancos la possibilità di pareggiare. Frecciate a parte, è giusto fare i complimenti a capitan Mary Seven (e mezzo) per aver allestito un’ottima squadra, bilanciata ed esperta che ha avuto il grande vantaggio (Pizzullo a parte) di avere giocatori in grado di reggere più di cinque minuti: stare in piedi, in certe occasioni è fondamentale. Da vera capitana protesta contro chiunque (compagni e avversari senza distinzioni), non si rende conto che senza Pizzullo i suoi Blancos erano solo avvantaggiati, sbaglia qualche gol di troppo ma riesce anche a pucciarne due. Applausi per la meritatissima vittoria ma, come prevedibile, paga dazio nel terzo tempo.

Maro Mattia Jr. 7.5 – È anche riuscito a segnare coronando una prestazione di pura sostanza che nel contesto (scarso) del match ha fatto la differenza: in difesa in pianta stabile, tra una sgroppata e l’altra non ha mai incontrato particolare opposizione da parte del sottoscritto. Abituato ad altri ritmi, si è limitato a godersi il sole del tardo pomeriggio e ha portato avanti la striscia vincente dei Marocco. Low profile durante la grigliata.

Ste 7.5 – Arrivato in punta di piedi ci ha messo poco a capire che contro avversari del genere poteva regalarsi una serata da eroe: per farlo gli è bastato non collassare, piantare qualche piccola accelerazione e gonfiare la rete per due volte. Super acquisto da parte della Mary che giustamente se lo gode. Mezzo voto in meno per aver bidonato a sua volta il post partita.

Pizzullo sv – L’eroe della serata. Con il senno di poi bere quella roba ghiacciata prima di entrare in campo non è stata una grande idea: un “velo illuminante”, un paio di assist e poi il blackout che ha rischiato di consegnare agli archivi un futuro “Memorial Pizzullo”. 24′ minuti di gloria cui ha fatto seguito un lungo processo riabilitativo che gli ha impedito anche di essere protagonista nel terzo tempo. Rassicuriamo tutti: sta bene e stamattina ha timbrato il cartellino per il caffè al bar. Per l’intera partita si è mormorato di una sua presunta rete del 4-2: va bene tutto, ma prendere gol anche da lui sarebbe stato troppo (con fair play in mattinata ha confermato di non aver mai segnato). Vai di cardio.

REDS

Underhouse Andrea Jr. 10 – I Reds fanno ammenda e gli chiedono umilmente scusa: fuori categoria (e con un giocatore del genere siamo anche riusciti a perdere, chapeau). Entra in campo carico e determinato, ma una volta visto il livello dei compagni di squadra si deprime, come dargli torto, e inizia a riflettere su quali colpe abbia commesso per ritrovarsi lì in mezzo. Nella ripresa gli chiediamo di prendere palla e fare tutto da solo: giocare 1vs7 non è impresa facile ma piazza comunque tre gol che (senza quel… bravissimo ragazzo di Macchi) avrebbero potuto essere molti di più.

Maro Dire 8 – Voto che ovviamente non è condizionato da forze esterne. In ogni caso ha il merito di sbloccare le marcature Reds (Macchi si è guadagnato la conferma come collaboratore lasciando passare il pallone) e prova sempre a dare la carica ai compagni che, con il passare dei minuti, si avvicinavano alle condizioni di Pizzullo. Un palo dopo l’altro (che sfiga eh…) gli impedisce di aumentare il suo score e il pesante passivo gli nega anche il classico magheggio finale per sfangarla; rimedia con le birre nel post partita, autentica garanzia.

Andrea Stagista 6.5 – Tolto Underhouse Jr., il nostro stagista era l’unico altro “giocatore” del lotto: livello superiore alla media, ma ha preferito uniformarsi a noi per farci sentire meno soli. Sicuramente ha corso qualche metro in più, ma non ha rispettato il nostro mantra di gioco: palla ad Underhouse Jr. Premiamo lo spirito d’iniziativa, non le conclusioni (anche se Macchi in un’occasione ci ha messo la mano); promosso nel terzo tempo.

Dario 6.5 – Chiamato a tradimento la mattina stessa non esita a mettersi in gioco, salvo poi pentirsene dopo qualche minuto: la corsa e la gamba non sono quelle dei giorni migliori (anche se qualche sgasata prova a farla e un paio di assist li piazza), il caldo lo distrugge e la parola “disastro” con cui descrive l’esperienza è già di per sé esplicativa. Di fatto ho messo a repentaglio un’amicizia decennale: perdonami. Imperdonabile, però, la sua assenza nel post partita: da un Reds certe cose non ce le si aspetta.

Maro Matteo Sr. 6.5 – Si piazza al centro della difesa, si intestardisce in dribbling che non hanno senso di esistere ma alla fine fa meno danni di tanti altri. Ad un certo punto prova a lanciarsi in avanti e perdiamo anche quel minimo di “equilibrio” che avevamo: a fine partita era costantemente da solo contro due o tre avversari (aveva tutto il nostro supporto mentre lo guardavamo dall’altra parte del campo). Prestazione onestissima sia in campo che fuori.

Underhouse Alberto Sr. 6.5 – Abituato a giocare in porta si ritrova catapultato in mezzo al campo e lì resta a vagare in cerca di un ossigeno che non c’è. Da ottimo allenatore qual è, prova a disegnare la giusta strategia per ribaltare la contesa ma è il primo a dimenticarsi di tradurre in pratica i suoi insegnamenti. Dal nulla, però, si presenta in area e piazza una zampata vincente. Nel terzo tempo non delude: e a noi va bene così.

Gallo 6 – Sarebbe comodo dare la colpa a lui di questa sconfitta, ma la verità è che abbiamo fatto tutti schifo. Arrivato per il rotto della cuffia dopo un’appassionante riunione lavorativa a Como (che sicuramente ha influito sulla prestazione), non ha subito capito di dover respingere quella cosa rotonda che gli si avvicinava. Regalati i primi gol e resosi conto che dai compagni di squadra non arrivava il ben che minimo aiuto, si è rassegnato ad una partita d’inferno in cui, comunque, è riuscito a compiere qualche intervento degno di nota. Nel post partita ha fatto leva sull’esperienza risultando tra gli elementi più preziosi.

Teo 6 – Ho smesso di giocare a calcio vent’anni fa (e facevo il portiere), 6/7 anni fa ho disputato la mia ultima partita 5vs5: si è visto tutto. Controllo di palla: no. Corsa: cos’è? Abilità tattica: persa. Avendo il compito di scrivere anche questo articolo ho quindi pensato bene di eclissarmi dal match fantasticando sul terzo tempo, la mia vera partita dove ho potuto dare il meglio: forse l’anno prossimo penserò anche a costruire una squadra più bilanciata in campo. Facendo la media matematica della due prestazioni (2 in campo, 10 nel post) arrivo a una sufficienza stiracchiata: va bene lo stesso!

EXTRA

Valceresio 10+ – Non si tratta di essere di parte, si tratta solo di qualità: l’intera Redazione di Varese Sport ringrazia la società biancoverde per la doppia ospitalità sul perfetto sintetico di Brenno (chiediamo scusa per lo scempio sportivo), ma soprattutto per la cena (davvero di lusso) allestita al Peppino. Carmine Ramaglia e Giuseppe Buttiglione si confermano due fuoriclasse ai fornelli, William “Willy” Roversi e Agron Peraj sono imprescindibili se si vuole bere una birra in compagnia e, last but not least, Michele Miani e Roberto Marchesi hanno saputo ancora una volta superarsi offrendoci un servizio eccezionale.

Matteo Ex Stage 7.5 – Impossibilitato a giocare si fa carico del compito di riprendere parte del match e di prendere appunti per il sottoscritto: compiti riusciti a metà perché, da vero eroe, si presta a soccorrere Pizzullo. Un gesto caritatevole che non è certo passato inosservato. Risorsa preziosa in quel del Peppino.

L’ALBO D’ORO

La sfida del 2015
La sfida del 2016
La sfida 1 del 2017
La sfida 2 del 2017
La sfida del 2018
La sfida del 2019
La sfida del 2020

Matteo Carraro

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