Torna sul mercato la Pallacanestro Varese.

Il caso Okeke apre una voragine nel ruolo di pivot per i biancorossi che ad oggi si trovano con il solo Kaodirichi Akobundu-Ehiogu, giocatore ancora tutto da scoprire, in uno dei ruoli più cruciali della squadra, soprattutto per il basket che vuole giocare il gruppo che sarà guidato da coach Herman Mandole.

Tornando un attimo sulla situazione Okeke, delicatissima come inquadrato dal comunicato del club biancorosso e per la quale serve il massimo riserbo, la Pallacanestro Varese sarebbe tutelata a livello contrattuale con il giocatore in riferimento all’uscita dal rapporto con il lungo azzurro che si potrebbe concretizzare nelle prossime ore.

Il vero problema, oggi, è pensare al sostituto dell’ex Badalona. L’opzione che subito salta alla mente e che sarebbe anche la più allettante, in questo momento del mercato, è il ritorno di Guglielmo Caruso da Milano. Ma l’Olimpia ad oggi non ha tutta questa voglia di privarsi del lungo campano e probabilmente solo l’arrivo di Danilo Gallinari alla corte di Ettore Messina, ad oggi, potrebbe liberare Willie in direzione della Città Giardino, detto che comunque è in fondo alle gerarchie dell’EA7.

Senza l’opzione Caruso la situazione si fa davvero complicata: in A1 chi ha gli italiani a inizio agosto s eli tiene ben stretti, a maggio ragione nel reparto lunghi dove in questo momento storico il basket azzurro vive una crisi di talenti; in A2 le società stanno ormai definendo i roster e solo a fronte di offerte davvero importanti potrebbero pensare di privarsi di un lungo italiano ed affidabile.

L’altra opzione percorribile per Varese allora sarebbe quella di passare al 6+6, cercando un centro azzurro giovane e puntando su un lungo straniero esperto ma questa, oltre che essere una strada molto costosa che prevederebbe anche il pagamento di una luxury tax, porterebbe Varese a perdere qualsiasi possibilità di premialità alla fine della prossima stagione, un punto sul quale la società biancorossa è molto attenta negli ultimi anni e che porta risorse considerevoli.

Per questi motivi pensare che il club di Piazzale Gramsci possa pensare di intraprendere questa strada è complicato ma è altrettanto vero che il pericolo di ritrovarsi con un reparto molto scoperto è così elevato che, ad una settimana circa dal raduno, la situazione straordinaria creatasi potrebbe portare la società a operare con lo stesso tipo di misure.

Alessandro Burin

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