Dal momento della definizione dei gironi (ad onor di cronaca anche prima) la tifoseria biancorossa ha ribadito ed enfatizzato un unico concetto: “Il Girone A è più facile”. Tradotto: il Varese ha l’obbligo di vincere.

La domanda è però a questo punto inevitabile: il Girone A è davvero più facile? Metro implicito di paragone è il Girone B (a trazione lombarda) e di primo impatto chiunque potrebbe condividere tale pensiero ma, spegnendo subito qualsiasi dibattito, è impossibile dare una risposta perché, via di retorica (opportuna, in questo caso), il calcio non è una scienza esatta: non sempre la più forte vince e di conseguenza non si potrà mai predeterminare l’esito di una stagione (i pronostici a volte si azzeccano, altre volte no).

Il dibattito è però linfa essenziale del quotidiano e discutere su questo tema non costa nulla: lo fanno i tifosi sui social e lo fanno gli addetti ai lavori che vivono quotidianamente determinate dinamiche. La premessa è che sicuramente il Girone A è diverso dal Girone B, così come ognuno dei nove raggruppamenti della massima categoria dilettantistica presenta peculiarità proprie (e ciò rende ancor più difficile il confronto).

A e B sono due raggruppamenti da 20 squadre e la principale differenza che balza subito all’occhio (e che inevitabilmente pesa sul giudizio superficiale) è il numero delle pretendenti al primo posto: nel Girone B, come abbiamo visto, ci sono almeno quattro o cinque squadre attrezzate per vincere e altre sei o sette costruite per stare in alto, mentre nel Girone A si gioca più a carte coperte. Il Varese, dal canto suo, non ha mai nascosto l’obiettivo e il Vado ha palesato lo stesso intento con un mercato sontuoso: sembrerebbe dunque profilarsi una corsa a due, tenendo d’occhio le insidie Chisola, Sanremese e NovaRomentin (insieme ad altre eventuali incognite che si scopriranno a stagione in corso).

In altre parole, il Girone B è estremamente livellato e competitivo verso l’alto, mentre nell’A sembra esserci uno netto stacco tra le primissime posizioni e il resto della graduatoria. E ciò conduce alla prima grande (e forse unica) trappola: il rischio di sottovalutare le avversarie. Il Girone A presenta infatti lunghe ed impegnative trasferte su campi complicati di squadre che tendono perlopiù a chiudersi: il Varese, in passato, ha faticato non poco nel fango di Tortona (e di Bra), è inciampato nella nebbia di Saluzzo (occhio alle condizioni atmosferiche del cuneese) e ha commesso passi falsi anche su quei sintetici (vedi Borgosesia e Lavagna) che dovrebbero invece esaltare la tecnica e le qualità dei singoli. Imporre il proprio gioco è sicuramente una carta importante da usare, ma l’abilità del Varese dovrà esser quella di adattarsi anche agli avversari e ai fattori esterni, cosa di cui mister Floris è ben consapevole a maggior ragione perché le altre squadre sanno di affrontare una delle pretendenti alla vittoria finale (e ciò porta a dare sempre quel qualcosa in più).

Ciò conduce anche ad un altro aspetto: il numero di jolly da usare. Impensabile vincere 38 partite consecutive e obbligatorio accettare fin da subito che arriveranno sconfitte, pareggi e momenti complicati da affrontare e superare. E da questo punto di vista il Girone A è molto più difficile, soprattutto a livello psicologico, del Girone B. Il ragionamento potrebbe sembrare paradossale, ma proprio perché il Girone B appare più livellato e “competitivo” c’è più margine di recupero: visto che ogni domenica si può quasi parlare di “scontro diretto”, un prevedibile passo falso oggi potrebbe essere sanato dall’altrettanto prevedibile inciampo di una diretta contendente domani.

Nel Girone A, invece, le ultime due stagioni hanno visto Sestri Levante e Alcione scappare dalla concorrenza: sicuramente le due squadre erano attrezzate a farlo, ma ciò non implica che le avversarie dirette fossero così inferiori. La differenza sta nel numero di jolly usati: Sestri Levante e Alcione (che pur sono inciampate), quando serviva, non hanno mai sbagliato. Il Varese, ad esempio, lo scorso anno ha perso punti su quei campi in cui i milanesi hanno sempre (o quasi) conquistato la vittoria. In tal senso ai biancorossi di Floris sarà richiesto fin da subito un certo tipo di sforzo mentale: se sarà lotta a due con il Vado bisognerà rispondere colpo su colpo, limitando il gap perché due o tre passi falsi potrebbero essere già troppi. Viceversa, e questo è l’augurio biancorosso, se il Varese si dimostrerà più forte bisognerà provare fin da subito a fare la lepre scavando un solco incolmabile per le altre. Non ci sarà fango o nebbia che tenga: se il Varese vuole la C dovrà dimostrarlo sul campo sbagliando il meno possibile. E questo discorso vale per qualsiasi girone, A o B che sia, perché a tavolino ad agosto non si vince mai nulla.

Matteo Carraro

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