Siamo una squadra da playoff“.

Questo è il messaggio più forte, chiaro ed importante che il General Manager of Basketball Strategy biancorosso Maksim Horowitz lancia a tutto il mondo Pallacanestro Varese ai nostri microfoni (a proposito, complimenti per l’italiano).

Questo messaggio ma non solo nella nostra intervista con il dirigente biancorosso che ci racconta i primi giorni di lavoro della squadra agli ordini di coach Herman Mandole ed il perché di alcune scelte fatte sul mercato.

Quanto soddisfazione c’è per la squadra costruita?
“Siamo molto felici della squadra che abbiamo costruito, soprattutto di averlo fatto in tempi relativamente brevi. Così facendo, abbiamo più tempo per prepararci al meglio in vista della stagione, in campo come fuori. Abbiamo seguito una vision chiara per comporre la squadra, cercando giocatori con attitudine difensiva ma che siano anche abili tiratori. Inoltre, cercavamo interpreti che ben si completassero con Mannion e gli arrivi di Hands ed Harris sono stati fatti proprio in quest’ottica”.

Quali sono le impressioni dopo i primi giorni di lavoro?
“Chiaramente è presto per fare una valutazione ad ampio raggio, però l’energia che i ragazzi stanno mettendo in campo è incredibile. Tutti quanti, dai giocatori allo staff, ogni giorno lavorano con grande entusiasmo e questo è molto importante. Siamo ancora lontani dalla nostra partita ufficiale ma l’energia in questo momento, soprattutto quella che viene messa nel lavoro difensivo, è incredibile e per noi questo è fondamentale”.

Situazione Mannion: come avete vissuto questa estate e quale poteva essere il piano B nel caso di un suo addio?
“Innanzitutto è molto importante che Nico sia rimasto con noi. Ha scelto di rimanere qui a Varese perché ha trovato una comfort zone in cui sa di poter dare il massimo. Per quanto riguarda quella che è stata la sua situazione, se fosse andato via noi avremmo incassato un buyout importante che ci avrebbe permesso di completare la squadra, per questo siamo sempre rimasti molto tranquilli, pur consapevoli che la nostra prima ed unica scelta e volontà era quella di avere Nico ancora con noi e siamo estremamente contenti che sia rimasto”.

Cosa dobbiamo aspettarci da Jaylen Hands e com’è nata l’idea di prenderlo?
“Jaylen fin dall’inizio del mercato era in cima alla nostra lista dei desideri e siamo molto felici di essere riusciti a metterlo sotto contratto. Lui è un giocatore che si completa perfettamente con Mannion: due giocatori che sanno portare palla ed impostare l’azione offensiva, che sono molto pericolosi al tiro. Inoltre Jaylen ha una grande attitudine difensiva ed è una caratteristica per noi centrale”.

Harris e Gray invece sono due giocatori diversi, più esperti rispetto ad Hands. E’ giusto aspettarsi un forte impatto caratteriale da parte loro?
“Pensiamo che nel nostro sistema loro possano ancora crescere sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto loro sono grandi difensori, hanno attitudine difensiva e se portano per primi grande energia nella nostra metà campo hanno la possibilità di influenzare anche tutti gli altri compagni. Il fatto che conoscano già il basket europeo è una condizione non secondaria, perché porteranno esperienza e temperamento caratteriale in squadra. La Serie A è un campionato molto competitivo ma ci aspettiamo tanto da loro e crediamo potranno essere due punti di forza per noi”.

Guardando al reparto lunghi invece, in attesa che si definisca la posizione di Okeke, quali sono le valutazioni su Fall?
“Abdel è un giocatore intelligente, un professionista esemplare che conosce bene il basket italiano. Si sta allenando con grande attitudine ed energia e ci sta dando una grande mano. Abbiamo ancora qualche settimana per fare le nostre valutazioni sul suo conto ma nel frattempo posso dire che siamo davvero felici di averlo con noi”.

Come mai la scelta di guardare al mercato europeo per scegliere i giocatori stranieri del roster e non a quello americano che lei e Sogolow conoscete molto bene?
“Non abbiamo una linea obbligatoria da seguire in tal senso. Non guardiamo i giocatori da dove vengono o dove giocano ma le caratteristiche che hanno e le opportunità che offre il mercato. Tutti i giocatori che abbiamo preso sono funzionali al nostro modo di giocare e riteniamo possano essere i migliori per fare la nostra pallacanestro”.

Chiudo chiedendole in un’ipotetica griglia di partenza del campionato, dove colloca la Pallacanestro Varese?
“La Serie A, come detto prima, è una lega molto competitiva ed è un bene che sia così, perché ci stimola, tutti, a cercare di fare sempre meglio e di dare il massimo. Detto questo, ritengo che la nostra squadra sia da playoff, è il nostro obiettivo e crediamo che sia realistico guardare a questo traguardo con la squadra costruita. Non sarà facile ma dobbiamo cercare di raggiungerlo con tutte le nostre forze”.

Alessandro Burin

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