Una vittoria, un pareggio e una sconfitta nelle prime tre di campionato. Percorso in calando per il Varese Femminile, ma solo a livello di risultati perché l’attitudine e la voglia di lottare non è mai venuta meno alle biancorosse. Certo, ripartire da un 9-3 è tutt’altro che facile e la prossima sfida non è delle più semplici: domenica 29 settembre alle ore 15.30 alle Bustecche arriverà il Castello Città di Cantù, squadra davvero intrigante che, dopo gli ottimi e mirati investimenti societari, ambisce alle posizioni d’alta classifica (due vittorie e un pareggio fin qui).

Zona che anche il Varese vuole iniziare a chiamare casa, ragion per cui le ragazze di Andrea Bottarelli si sono ritrovate martedì per il primo allenamento settimanale con rinnovata determinazione. Erbusco a parte (e parliamo di una del top tre, sulla carta fuori categoria), e a netto di una rosa corta (“problema” ormai ben noto), il Varese si è dimostrata una squadra quadrata e compatta, capace di difendersi con ordine e costruire tante potenziali occasioni da rete. Di contro il Castello, pur vantando un attacco di tutto rispetto, ha sempre concesso qualcosa di troppo.

Aspetti di cui il Varese è consapevole e non resta che tradurre in campo i buoni propositi. E qui arriva il difficile. Camilla Di Iorio, leader offensiva, traccia la strada da seguire: “Come prima cosa dobbiamo ripartire dopo l’Erbusco, e lo si fa mantenendo lo stesso entusiasmo con cui abbiamo affrontato la preparazione e le altre partite. Il gruppo è unito come non mai, lo spogliatoio crede fortemente in ciò che facciamo e tutto quello che serve è fiducia”.

L’attaccante classe ’01 prosegue individuando il modo in cui rinsaldare la fiducia: “Il risultato di domenica è bugiardo perché fino al 40’ abbiamo dimostrato di poter giocare alla pari con l’Erbusco sul piano tecnico e qualitativo. Poi siamo uscite mentalmente dal match, non abbiamo reagito di testa e, complice la rosa corta, è arrivata l’imbarcata della ripresa. Ma è proprio quel primo tempo che ci deve dare fiducia ed è da lì che dobbiamo ripartire”.

La rosa corta comporta più pressioni per chi gioca?
“Non direi, perché comunque quando entri in campo dai tutto ciò che hai, consapevole che ogni cosa dipende da te. Semmai sapere di non avere troppe alternative comporta maggiori responsabilità, il che ti sprona a spingerti oltre i tuoi limiti. È importante, anche da questo punto di vista, trovare i risvolti positivi delle situazioni difficili”.

Rosa corta e mentalità sono i due “problemi” che vi portate dietro dall’anno scorso. A tal proposito a che punto è la squadra nel suo processo di crescita?
“La crescita sta nell’accettare questo assunto come un dato di fatto, senza usarlo come scusante per eventuali sconfitte o momenti di down: così come siamo consapevoli delle nostre difficoltà, lo siamo dei nostri pregi. La crescita mentale magari ancora non c’è nel saper ribaltare una partita che si sta perdendo, ma ognuna di noi ha attraversato una forte crescita personale perché sappiamo di essere tutte fondamentali. Questo lo si percepisce in allenamento: vedo molte mie compagne divertirsi di più, un po’ come se fossimo tornate a ricordarci il perché facciamo questo sport che amiamo. Vedo molta più consapevolezza dei propri mezzi e questo per me è sinonimo di una grande crescita: lasciamo indietro l’anno scorso e concentriamoci su questa stagione”.

Quali sono le tue impressioni generali sulle avversarie dopo le prime tre giornate e qual è il livello del Varese?
“Sulla carta le big (Palazzolo, Erbusco e Como, ndr) hanno già iniziato a macinare gol e punti. Per il resto vedo tante incognite perché molte squadre si sono rivoluzionate e andranno scoperte di giornata in giornata. Noi abbiamo il dovere di rimetterci in carreggiata e dimostrare di potercela giocare con tutte, ben sapendo che per rimanere agganciate ai primi posti ogni minimo errore non sarà perdonato”.

Sappiamo che l’Eccellenza è un campionato particolare visto che non ci sono i playoff e solo la prima sale di categoria. Dove si trovano gli stimoli in una stagione che, di primo impatto, sembra aver già limitato la corsa alla Serie C a tre squadre?
“Gli stimoli si trovano nella bellezza di giocare a calcio, nel venire al campo, nell’allenarti con le compagne e nel divertirti mentre fai ciò che ami: se lo si fa tutte insieme è ancor più bello e stimolante. Poi, per quanto le previsioni della vigilia siano oggettive, al momento si tratta di discorsi che restano sulla carta: per avere una risposta più precisa bisognerà aspettare ancora qualche giornata”. 

Che partita vi aspettate contro il Castello Città di Cantù?
“Affronteremo una squadra che ad oggi non possiamo sottovalutare, sia per le premesse con cui ha approcciato il campionato sia per come l’ha iniziato. Dovremo scendere in campo giocando come sappiamo di poter fare, con maggiore intensità e con più voglia: l’Erbusco ci ha fatto capire le nostre mancanze, anche da un punto di vista atletico, e siamo pronte a riscattarci”.

A livello personale, invece, a quando l’appuntamento con il gol?
“Sapevo che sarebbe arrivata questa domanda (ride, ndr): da interista sfegatata e innamorata di Lautaro Martinez… sto aspettando che si sblocchi lui!”.

E l’obiettivo personale per questa stagione?
“Diventare sempre più un punto di riferimento all’interno di questo spogliatoio. Ovviamente voglio dare il mio contributo a livello calcistico, con i gol e soprattutto con gli assist, ma voglio soprattutto portare un contributo umano a questa squadra perché si merita tutto”.

Matteo Carraro

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