La difesa sarà il nostro punto di forza. Punteremo tutto sulla difesa. Abbiamo cercato giocatori con attitudine difensiva perché vogliamo difendere“.

Sono solo alcuni dei proclami fatti durante tutta l’estate in casa Pallacanestro Varese: frasi che suonavano come un monito, un proposito ambizioso e legittimo oltre che di buon auspicio, dopo un’annata, quella passata, vissuta in costante difficoltà a livello di punti subiti, per una squadra che cercava una nuova dimensione difensiva.

Frasi, parole, che sono state ripetute a più riprese, finendo così scalfite nella mente dei tifosi e di chiunque lavori attorno al mondo biancorosso. Frasi, parole, che dopo la sconfitta per 118-94 diventano la più classica zappa che la società biancorossa si è tirata sui piedi da sola. La più tipica, quella che però fa anche più male.

Dopo un campionato vissuto tra grandi alti e bassi (più bassi che alti vista una sola vittoria in 6 gare) derubricato, però, a normale processo di sviluppo della squadra, la prima giornata di campionato ha dato le stesse risposte che erano uscite dalle partite con Milano, Trento, Cremona e Reggio Emilia nella prestagione: una squadra difensivamente ancora completamente in cerca di sé stessa.

Normale pensare che ci voglia ancora del tempo perché questo gruppo si amalgami, legittimo aspettarsi di più alla prima giornata di campionato rispetto ad un passivo di 118 punti che rappresenta il più ampio mai subito nell’era Scola, uno dei peggiori della storia biancorossa.

A Brescia, Varese, della squadra difensiva, intensa, forte caratterialmente che dovrebbe essere, non si è visto nulla: un gruppo apparso leggerissimo non solo a livello fisico nei suoi interpreti in campo (ma qui, ormai, ci abbiamo fatto il callo) ma soprattutto a livello mentale, capace di sfaldarsi completamente alla prima difficoltà e crollare come un castello di sabbia alla prima folata di vento.

Lo abbiamo ripetuto per tutta l’estate: il ruolo delle ali sarà decisivo ed a Brescia ne abbiamo avuto la riprova, in negativo, con le prove ampiamente insufficienti di Brown, Alviti e Gray che hanno contribuito in gran parte alla debcale biancorossa.

Una debacle che passa da una squadra però apparsa senza regole difensive chiare ed impostate, senza una struttura nella propria metà campo degna di nota, perché si pensa solo alla ripresa dove Varese è crollata, ma nel primo tempo comunque, i punti subiti, erano già stati 57 ed anche a fronte dei 52 segnati non può certo essere un dato di cui andare fieri.

La partita di Brescia, che poteva essere una grande occasione, ci ha detto che questa squadra ha ancora bisogno di moltissimo lavoro; la prima giornata di campionato ci ha detto, però, che questo moltissimo lavoro va fatto in fretta, perché il livello medio del campionato si è alzato moltissimo e non lascia spazio a troppi errori, perché ora è tempo di lavorare ma soprattutto fare, senza proclami, che ad oggi sono già risultati, solamente, una dolorosissima zappa tirata da sola sui piedi.

Alessandro Burin
Foto Ossola

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