Alti e bassi, un percorso complicato (come certificato dal direttore sportivo del settore giovanile Cosimo Bufano) che ha però permesso alla Juniores Nazionale del Varese di compattarsi, di far emergere il proprio valore e di chiudere in crescendo il 2024. Il trittico di vittorie consecutive non ha solo riportato il buonumore in casa bosina, ma ha soprattutto ridato ossigeno alla classifica portando la squadra di Alessandro Unghero a ridosso di un posizionamento playoff.

Ed è proprio il tecnico biancorosso ad analizzare la prima parte della stagione vissuta fin qui: “Posso ritenermi soddisfatto perché siamo partiti con un gruppo rinnovato e, nella prima parte, abbiamo lavorato tanto nell’ottica di costruire qualcosa. Non sono mancate le difficoltà, preventivabili, aggravate da qualche infortunio di troppo. Penso ad Asta, rientrato solo nelle ultime partite, Samuele Arrighi e Pavia, giocatori per noi davvero importanti; in più è arrivata anche la bella notizia relativa a Marangon, ormai parte integrante della Prima Squadra. La nostra finalità, comunque, è quella di aiutare i ragazzi a fare un percorso che li porti ad esprimersi al massimo delle loro possibilità in modo da avere prospettive di un certo livello una volta usciti dal settore giovanile. Direi che siamo in linea con questo obiettivo”.

Come avete affrontato il momento di massima difficoltà?
“Proprio in virtù del discorso precedente, abbiamo dovuto integrare tanti 2007 che sono ancora in fase di formazione per una categoria come questa. Tutti hanno lavorato duramente e sono stati bravi, chi prima chi dopo, ad affrontare il momento più difficile nel migliore dei modi: l’abbiamo inteso come un’opportunità di crescita, individuale e corale, per rafforzare ancor di più la nostra identità. Aver chiuso il girone d’andata in crescendo a livello di risultati è senza dubbio gratificante, ma non dobbiamo mai dimenticare che è la crescita dei ragazzi in prospettiva il nostro vero obiettivo. E le sensazioni non possono che essere positive”.

Per l’appunto avete chiuso il girone d’andata con risultati non banali: vittoria di misura a Gozzano dopo esser rimasti in dieci e successo importante contro un’ottima squadra come la Folgore Caratese. Il fatto di non aver subito gol può far crescere quella consapevolezza di cui implicitamente parlavi?
“Assolutamente sì perché questi ragazzi devono crescere sotto tutti i punti di vista e i risultati finiscono inevitabilmente per rinforzare la propria autostima. Dobbiamo fare in modo che credano in sé stessi e nelle proprie potenzialità, ovvero ciò che ritengo essere uno degli aspetti preponderanti nella formazione di un giocatore a 360°”.

Al netto di tutto questo, entriamo nel campo dei risultati duri e puri, forse alla vigilia del campionato ci si poteva aspettare di trovare il Varese più in alto. A livello personale come hai intrapreso questo cammino?
“Io ho approcciato la stagione con lo stesso entusiasmo di sempre, con la voglia di continuare costruire e dar seguito al progetto triennale iniziato nelle precedenti due stagioni. Sicuramente ci sono state delle situazioni che hanno intoppato la mia visione, soprattutto per quel che riguarda il nucleo dei 2006 tra infortuni e uscite, e i tanti inserimenti hanno portato ad un comprensibile rallentamento da un punto di vista dei risultati. Ho preso questa “frenata” come un’opportunità di evolvermi, sia come allenatore sia come persona: a livello tecnico ho imparato a gestire e ad affrontare determinate situazioni, a livello umano ho capito meglio come relazionarmi anche con i singoli. Le mie premesse di inizio stagione erano altre, non lo nego, ma proprio per la volontà di migliorare, che condivido appieno con la società, ho intrapreso ogni difficoltà come un presupposto per la mia crescita e, di riflesso, la maturazione della squadra”.

Alla vigilia c’era poi tanta curiosità per conoscere il livello del campionato, sempre di difficile lettura a bocce ferme; al giro di boa della stagione quali sono le tue sensazioni?
“Rispetto alle precedenti due stagioni, parliamo di un campionato molto più equilibrato in cui nessuna partita è scontata: ci sono state squadre lanciate molto bene che poi hanno rallentato e, viceversa, gruppi che hanno iniziato male per poi crescere. Ad oggi, relazionando la mia squadra alle avversarie, posso dire di sentirmi allineato alle altre e sarà interessante andare avanti partita dopo partita”.

A tal proposito, cosa ti aspetti dal girone di ritorno?
“Continuità. Vogliamo dare costanza alla crescita e al percorso che questi ragazzi stanno compiendo, sposando appieno la volontà del settore giovanile di mettere al centro di tutto la crescita del giocatore. Di riflesso l’auspicio è anche quello di trovare continuità nei risultati e raggiungere traguardi importanti: lavoreremo duramente per portare avanti in parallelo entrambi gli obiettivi”.

Matteo Carraro

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