Seminare oggi per raccogliere domani. Un mantra di qualsiasi società che si rispetti, indispensabile per l’auto-sostenibilità di un progetto coerente e redditizio sotto tutti i punti di vista (strutturale e personale). Un’ideologia che il Varese ha fatto sua, investendo su un settore che in Italia è ancora piuttosto indietro (se paragonato ad altre realtà) ma che è comunque in ascesa: il calcio femminile.

Fin dal primo istante, la società biancorossa ha riservato particolare attenzione alle quote rosa: nessuna frenesia, ma passi attenti e metodici per mettere le giuste fondamenta. Promozione, salto in Eccellenza e tanto consolidamento. Dalla stagione 2022/23 la scelta di unire le proprie forze con il Gavirate di Massimo Foghinazzi, a sua volta sempre attento alla crescita del calcio femminile, per strutturare un settore giovanile degno di nota. La redditizia collaborazione fra le due società (che, nel frattempo si è fortificata sotto tutti i punti di vista) ha portato quest’anno alla creazione di una filiera completa interamente targata Città di Varese (Under19, Under17, Under15, Under13 e Under10).

La lungimiranza delle due società, in particolar modo nelle figure di Foghinazzi e Giovanni Rosati, ha fatto sì che il collegamento diretto fra la Prima Squadra femminile e il relativo settore giovanile diventasse operativo fin dall’anno zero e, non a caso, molte ragazze dell’Under19 hanno irrobustito le file biancorosse in Eccellenza. E alcune di queste giovani promesse hanno già messo in mostra le proprie qualità. Le 2008 Lucrezia Battezzato e Alice Brembilla sono in tal senso le punte di diamante (oltre a loro già cinque/sei ragazze hanno esordito in Prima Squadra) di un movimento destinato a crescere, ponendosi come punto di riferimento (e d’esempio) per tutte le bambine che iniziano a giocare a calcio.

Motore trainante del progetto è Stefania Maffioli che, con la sua esperienza, la sua professionalità e il suo carisma, ha contribuito enormemente alla crescita di entrambe. Battezzato, centrocampista centrale di sicuro avvenire, ha rubato la scena la scorsa domenica realizzando una splendida doppietta contro il Castello Città di Cantù (fondamentale per la vittoria finale); Brembilla, esterno sinistro, è invece reduce da due prestazioni maiuscole da titolare dimostrano personalità e affidabilità sulla fascia.

LUCREZIA BATTEZZATO

Visione di gioco, tecnica e agonismo. Caratteristiche che descrivono al meglio la centrocampista, pronta a rispecchiarvisi: “Con mister Maffioli lavoriamo tanto sulla tecnica: fin dal principio ha notato la mia visione di gioco e mi ha spostato dalla fascia in mezzo al campo: scelta che mi piace, anche perché mi dà tante libertà. Quando gioco do tutto: voglio vincere. Maffioli è stata la mia prima allenatrice femminile e da lei posso solo imparare: è severa al punto giusto, c’è un bel dialogo e mi aiuta a tenere le ali basse”.

Da dove nasce la passione per il calcio?Arrivo da una famiglia di sportivi: mio papà Giovanni, tifosissimo juventino, mi ha sempre portato ad ogni allenamento, partita o provino. Mamma Barbara ha provato a farmi fare danza, ma ha presto capito che non era la mia strada (ride, ndr): potevo scegliere fra rugby e calcio, ovviamente ho scelto la seconda strada. Ho anche due fratelli: Giampaolo è più appassionato di videogiochi, mentre Giorgio, a sua volta calciatore, è un dribblatore nato e da lui ho preso le movenze. Mi piace poter incidere in partita con le mie qualità e, non a caso, il mio idolo è Messi. Non ti dico che litigate con mio fratello che preferisce Cristiano Ronaldo…”.

La spavalderia in campo lascia inevitabilmente spazio ad un filo di timidezza nello spogliatoio. “In Under19 sono quella che fa più gruppo e prendo parola su tutto prosegue Battezzato, mentre in Eccellenza ci siamo entrambe approcciate con un pizzico di ansia perché sono ragazze molto più grandi di noi. Devo dire che tutte sono davvero gentili e disponibili, per cui il feeling migliora sempre più”.

Impatto devastante su match di domenica. “Il mister mi ha chiamata dicendomi che mi avrebbe messo in fascia, e che avrei dovuto correre e dribblare. Non volevo sentire altro: sono entrata carica a mille. Sull’1-0 sono stata abbastanza fortunata visto che ho approfittato di qualche rimpallo mentre la seconda rete, dopo il grandissimo gol di Lunardi, è stata molto più bella: ho preso palla, sono rientrata sul sinistro e l’ho messa sul primo palo. Una dedica? A papà”.

Qual è pertanto l’obiettivo da qui alla fine della stagione?Con l’Under19 vogliamo provare ad arrivare al terzo posto, mentre in Eccellenza sarebbe bello proseguire trovando sempre più continuità di rendimento; il quarto posto forse è azzardato, ma ci voglio credere. Il mio sogno? Vincere il Pallone d’Oro al momento lo vedo complicato, per cui direi arrivare in Serie A. In generale, comunque, tutto ciò che voglio è continuare a giocare perché quando gioco sono felice”.

ALICE BREMBILLA

La determinazione non le è mai mancata visto che già nella stagione 2022/23 avrebbe voluto accasarsi alla Prima Squadra dopo l’esperienza nella squadra mista del Ceresium Bisustum. La scelta del passaggio intermedio a Gavirate sotto l’ala protettiva di Stefania Maffioli è però stato imprescindibile per la sua maturazione: velocità, tecnica e tenacia in campo, buon feeling con il gol in Under19 e personalità fra le grandi. “Ho giocato con i maschi finché ho potutocommenta Brembillae, a tal proposito, consiglio a tutte le ragazze di iniziare da una squadra maschile perché ti aiuta a farti le ossa. A Gavirate mi sono subito trovata benissimo e grazie a mister Maffioli sono cresciuta tantissimo perché, pur non avendo bisogno di chissà quante parole, sa tirar fuori il meglio dalle sue giocatrici. Lei ha un background eccezionale e lavora su aspetti che magari altri possono tralasciare”.

Così come la coetanea, in spogliatoio non può mancare un pizzico di sano timore reverenziale: “L’età fa inevitabilmente la differenza perché i discorsi in uno spogliatoio Under19 non possono essere quelli che ci sono in una squadra di Eccellenza: mi limito a rispondere alle domande sul calcio (ride, ndr)”. Calcio che è inevitabilmente la grande passione dell’esterno classe ’08 (“A differenza di mio fratello Giacomo che fa atletica”), nata ad appena cinque anni nel doposcuola: “Giocavo sempre con i miei amici e, visto quanto mi piaceva, ho chiesto a papà Marco e mamma Chiara di portarmi a provare in qualche squadra. Mamma, ovviamente, all’inizio ha cercato di farmi cambiare idea spingendomi verso il nuoto, ma alla fine ho insistito a tal punto che ha ceduto. Al CerBis hanno subito creduto in me, hanno visto un potenziale e mi hanno spronato a coltivarlo. Idolo? Da buona milanista dico Maldini. Lui era il 3 per eccellenza, che non a caso è sempre stato il mio numero”.

La “consacrazione” (per quanto Brembilla abbia ancora tutto da dimostrare) è arrivata nel match contro l’Erbusco. “Non mi aspettavo di partire titolare, per cui ho iniziato con quel filo di ansia che è normale avere: mi sono però detta di fare solo ciò che sapevo fare e, considerando le difficoltà che una partita del genere comportava, direi che è andata benissimo. Dal 9-3 dell’andata siamo passate ad un 3-3 sfiorando la vittoria: sicuramente ho acquisito tanta fiducia”.

In conclusione, così come fatto da Battezzato, anche Brembilla non si esime dal definire i suoi obiettivi per il finale di stagione: “Voglio continuare a mantenere questo livello sia in U19 che in Prima Squadra: so che con le mie coetanee ho un peso specifico diverso, ma essere in Eccellenza è un onore e una gran bella responsabilità. Spero possa presto arrivare il gol perché sarebbe una bella soddisfazione. Il mio sogno? Raggiungere una categoria importante, ma non voglio fissarmi traguardi: penso solo a dare il massimo e star bene a livello fisico e, soprattutto mentale. Come dice mister Maffioli tutto parte dalla testa: devo continuare a lavorare sodo. Sono contenta di essere qui e voglio proseguire la mia crescita personale e sportiva”.

Matteo Carraro

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