Il detto dice “La classe non è acqua” e se a 35 anni sigli ben 19 reti in 15 partite, significa che di classe ne hai da vendere. Questo è il caso di Massimo Colace, attaccante in forza al Cas, squadra bustocca militante in prima categoria.
Due triplette nelle prime due giornate di campionato, poi ancora tanti gol per tenere nella zona alta della classifica una formazione molto giovane ma motivata e desiderosa di far bene.
Il segreto sta nel divertimento. Io gioco ancora con la stessa voglia di divertirmi di quando da piccolo giocavo all’oratorio – esordisce così il centravanti bustocco – Ho sempre giocato nei campetti della Parrocchia, poi un giorno mi sono detto “Ma perché non provare in una società?!” e così approdai al Cas, peccato che avevo già 23 anni”.
Una storia semplice quella dell’attuale capocannoniere di Prima Categoria, che decise di “fare sul serio” già da grande, che a 27 anni provò altre strade girando in Promozione tra Sommese, Mornago, Bustese, Castellanzese e Crennese, ma che poi tre anni fa scelse di tornare all’ovile, in quella società che lui stesso definisce la sua seconda casa.
Nato come terzino sinistro, ha conquistato metri sul terreno di gioco pian piano, fin quando mister Ferdani lo ha fatto esordire come attaccante e da lì nessuno ha più “osato” muoverlo. “In realtà ai tornei con gli amici giocavo già nel reparto offensivo, ma nelle squadre mi sono sempre adattato alle esigenze ed ho sempre rispettato le volontà dei mister”.
Ci sono stati cambiamenti durante gli anni, ed anche il clima spogliatoio è diverso, tu cosa ne pensi? E come ti trovi con i tuoi attuali compagni e con il mister?
“Sicuramente negli anni lo spogliatoio è cambiato. Fino a qualche stagione fa c’erano giocatori più maturi dal punto di vista anagrafico, ora con la regola dei giovani siamo rimasti solo in quattro sopra i trent’anni. I ventenni rendono lo spogliatoio più allegro, in un certo senso ci fanno tornare ragazzi, di sicuro ci divertiamo molto. E’ qualcosa di diverso rispetto al passato ma è uno spogliatoio che ha il suo perché. Io mi trovo bene con tutti, allenatore compreso: è bravo, competente, sa come mandarci in campo e sa usare bastone e carota al momento giusto”. 
Che consigli dai ai più giovani e come pensi di apparire ai loro occhi?
Io consiglio sempre d’impegnarsi, di non commettere gli stessi errori che ho fatto io, di avere la massima concentrazione in tutto per non avere rimpianti poi. Io cerco sempre di dare il massimo e so che hanno tutti grande rispetto nei miei confronti, non so se mi ritengono un esempio, ma se è così ne sono davvero lusingato”.
Diciannove reti nel solo girone d’andata non sono da tutti e le possibilità oggi, come in passato, di andare a “castigare” i portieri di categorie superiori, di tentare esperienze nuove, non mancano ma Massimo è così, un ragazzo che non può fare a meno degli amici: “Ci ho pensato tante volte, devo dire che le opportunità le ho avute e tante volte ho riflettuto sul cambiare aria. Ma poi ho sempre pensato alle mie priorità e la mia priorità assoluta è divertirmi con i miei amici, ecco perché Cas è la mia scelta definitiva”.
Un’ottima condizione di forma ma anche un lavoro d’equipe prezioso, al servizio di un eccellente trascinatore: il numero nove sinaghino è un punto saldo di una squadra che occupa attualmente la quinta posizione in classifica, che ha già ripreso ad allenarsi dopo la feste natalizie, e che il 26 gennaio se la vedrà contro la Besnatese, per la prima giornata di ritorno. “In realtà in questi giorni non mi sono allenato perché sto smaltendo qualche acciacco, ma da settimana prossima sarò nuovamente a disposizione. Sono un tipo che non sa stare fermo, mi alleno sempre, anche al termine del campionato o durante la sosta, la costanza è fondamentale”.
In campo un fuoriclasse, fuori dal campo un geometra, appassionato di film e libri d’avventura, tifoso della Fiorentina per seguire il suo beniamino Gabriel Omar Batistuta, che vive con la sua fidanzata ed il figlio di lei, calciatore baby del Bienate che Massimo segue con immenso piacere.
Amo lo sport e in linea generale seguo un po’ tutto, anche se devo ammettere che il ciclismo è uno di quelli che mi appassiona di più. Sicuramente quando smetterò di giocare mi comprerò una bicicletta e mi dedicherò alle due ruote”.
Ed il futuro? Quali panni indosserà Colace nei prossimi anni?
Quelli del calciatore. Voglio giocare ancora qualche anno. Sto bene e mi diverto ancora molto. Poi non nascondo che mi piacerebbe allenare una squadra del settore giovanile. Farò il corso d’allenatore e mi metterò a disposizione dei più giovani”.
Infine conclude con un ringraziamento, alla sua compagna “Perché mi segue sempre, pioggia, neve, freddo, lei c’è sempre. Da cinque anni è entrata con il suo piccolo nella mia vita e mi ha reso una persona migliore, un uomo migliore ed un calciatore migliore. Ed io non smetterò mai di ringraziarla. Credo che per fare bene in campo si debba stare altrettanto bene fuori, per me è così, so che ho una grande fortuna”.
Divertimento, impegno ed una famiglia serena ma anche tanta umiltà: sono questi i segreti di questo grande campione che a 35 anni continua a mettersi in gioco e a rincorrere un pallone su un prato verde regalando emozioni infinite.

Mariella Lamonica
(foto informazioneonline.it)