
Sembra immobile eppur si muove. Sta cambiando qualcosa nella posizione della Pallacanestro Varese su Nino Johnson? Pare di sì, al di là poi delle dichiarazioni di facciata che continuano a seguire la “linea dura” nei confronti del numero 92 biancorosso. Perché? Perché la contingenza degli eventi starebbe portando (in maniera logica e forse fin troppo tardiva) ad una rivalutazione dell’esigenza di avere Johnson in squadra, non fosse altro per allungare le rotazioni di coach Kastritis nel ruolo di ala, ora ridotte al lumicino.
I ragionamenti, dunque, sarebbero in atto, stante anche un mercato assolutamente avaro di occasioni di livello in grado di cambiare sensibilmente il volto della Pallacanestro Varese nel ruolo di ala forte e benché nemmeno Johnson sia un 4 puro, il fatto di averlo in casa, sotto contratto e comunque di sapere cosa può e cosa non può dare come giocatore sono tutte variabili che hanno un peso diverso anche solo da quello che potevano avere la scorsa settimana, visto il ko con Reggio Emilia.
Pensieri per i dirigenti biancorossi (quelli che davvero hanno in mano il peso di una decisione che potrebbe essere così impattante per il futuro del club) condizionati anche dal perdurare dell’infortunio di Gray, ancora ai box a quanto ci risulta e non certo di tornare a disposizione per la sfida delicatissima di domenica contro Treviso. E se poi dovesse rientrare stante il reintegro di Johnson? A quel punto sì che la scelta sarebbe solo ed esclusivamente di coach Kastritis, che però in questo momento ha bisogno di tutte le frecce possibili al suo arco, per centrare quella mela che ora pesa moltissimo sulla testa della Pallacanestro Varese.
Alessandro Burin