Domenica sera va in scena gara due dei playout e la Pro Patria calcherà dalle 19 il parquet di Robbiano. Certo, l’aspettativa era ben diversa ovvero di giungere a questa sfida con in tasca il biglietto per un bel paracadute con gara 3 in casa, ma la realtà è ben diversa. Infatti, le tigrotte sono spalle al muro dopo aver perso gara 1 ormai 15 giorni fa e hanno un solo risultato a loro disposizione: la vittoria. Vincere per restare vivi, vincere per allungare la serie alla decisiva gara 3 casalinga, vincere per dare un senso ad una stagione fin qui troppo amara per biancoblu. Vincere come unica via per non chiudere subito una stagione che, purtroppo, è stata negativa per tutte le squadre della nostra provincia: sarebbe traumatico portare a casa due retrocessioni su tre squadre presenti al nastro di partenza settembrino. Rebus sic stantibus direbbero i latini.

Cosa non ha funzionato nel primo episodio della serie? Sicuramente si è vista una Pro Patria legata e, quasi, in ansia per la posta in palio. Chiariamo, non è stato certo una bella partita da ambo le parti, ma Robbiano ci ha messo quel pizzico di cinismo in più che ha permesso alle coccodrille di portare a casa il prezioso primo punto della serie. E’ mancata la continuità a livello offensivo con un fatturato troppo modesto per poter impensierire qualsiasi avversario sull’arco dei 40′. Oggi il cammino delle due formazioni è speculare: per entrambe c’è un bilancio di 7 vittorie e 20 sconfitte in questa annata. Identico è anche il cammino casalingo e fuori casa: Robbiano vanta un bilancio di 3 vittorie a fronte di 10 sconfitte sul parquet di via Longoni mentre le biancoblu hanno vinto 3 gare fuori casa e ne hanno perse 10. Se la parola d’ordine sembra essere equilibrio, allora in casa Pro Patria non si può non pensare che questo equilibrio possa spingere Rossini e compagne a rimettere a posto le cose e firmare un 1-1 che rimanderebbe qualsiasi discorso alla decisiva gara 3. Non resta che attendere: domenica alle 19 va in scena il secondo episodio di questa serie.

Matteo Gallo

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