
Un finalista che ormai, al Premio Varese Sport, è praticamente di casa. Anche in questa stagione, tra i giocatori più votati dai tecnici del girone, troviamo Dennis Scapinello, impegnato insieme ai suoi compagni in una folle corsa verso la Serie D, su un rettilineo di 100 metri dove gli ostacoli da superare sono fondamentalmente due: Base 96 Seveso, contro cui giocherà l’ultima giornata, e Pavia, in testa a +1 e più che mai agguerrita in questa lotta all’ultimo respiro.
Se il percorso della Solbiatese è stato di vertice, altrettanto può dirsi della personale stagione del suo numero 10, sul tabellino marcatori per 19 volte, di cui 5 in Coppa Italia e 14 in campionato, a cui si aggiunge anche un sostanzioso bottino di 14 assist ai compagni. Con il binomio fantasia-qualità come inconfondibile marchio di fabbrica, l’attaccante classe 1995 è l’emblema di una piazza che sogna di arrivare lontano, naturalmente per mano dal suo capitano. Che punta ancora una volta al Pallone d’Oro. Riuscirà a vincerlo? Appuntamento a Ville Ponti lunedì 5 maggio (ingresso gratuito) per scoprirlo in occasione del 14° Premio Varese Sport.
Dennis, che giudizio puoi dare su questa stagione a livello personale e di squadra?
“Dal punto di vista personale sono abbastanza contento perché i gol sono sempre arrivati. Per quanto riguarda la squadra, è stata sicuramente un’annata un po’ particolare perché eravamo partiti molto bene, ma poi abbiamo avuto un calo che ci ha fatto perdere parecchi punti. Diciamo che è stato un campionato di livello, molto combattuto, ma se abbiamo perso la vetta è in parte per demerito nostro, perché avremmo dovuto gestire meglio il vantaggio. Nel calcio, però, ci sono sempre tante dinamiche in gioco e onestamente bisogna anche fare i complimenti a Pavia e Caronnese, che come noi hanno fatto tanti punti. Ora non resta che portare a casa il massimo e sperare in risultati a nostro favore dagli altri campi”.
A chi daresti il Pallone d’Oro? E perché dovresti vincerlo tu?
“Lo darei a Poesio, con cui ho un bellissimo rapporto pur non avendoci mai giocato assieme. Non ci avevo neanche mai giocato contro e devo dire che soprattutto al ritorno mi ha impressionato. Quest’anno ha fatto qualcosa di straordinario come ventun gol da mezzala, oltretutto non casuali o su rigore – senza nulla togliere – ma veramente belli. Perché io? Non lo so, sono sincero. Se i mister mi hanno votato, qualcosa di buono devo averlo fatto… ma onestamente, al posto di questo premio personale, avrei preferito restare a +8 sulla seconda”.
In caso di vittoria, a chi dedicheresti il premio?
“Come sempre in primis ai compagni, perché a calcio non si gioca da soli, poi alla mia famiglia e alla mia ragazza, che ogni anno mi supportano sia nei momenti belli che in quelli brutti”.
Silvia Alabardi