
Il nostro viaggio nel mondo delle arti marziali prosegue facendo tappa all’ASD Henko Do di Sesto Calende dove il Maestro Michele Ferrieri, cintura nera sesto dan, specializzato FIJLKAM e preparatore atletico FIPE, ci parla dei risultati e dei successi conquistati dal proprio dojo, ed esprime anche una sua opinione in merito alla Nazionale italiana maschile e femminile.
Voi, a Sesto Calende, avete dei karateka agonisti?
“Il centro sportivo Wave di Sesto Calende ha una sezione dedicata al karate. Tra i numerosi partecipanti a questa attività abbiamo atleti agonisti, distribuiti in diverse fasce di età. Le classi di appartenenza vanno dagli Esordienti (12 e 13° anno, ndr) ai Master (oltre il 35° anno, ndr). Inoltre, abbiamo un folto vivaio di pre-agonisti che ben promettono e che hanno già avuto all’interno di attività promozionali esperienze di gara. Al fine di garantire ai tesserati il massimo livello di espressione tecnico-sportiva il nostro centro è affiliato alla FIJLKAM. Uno dei nostri obiettivi è incrementare il confronto, e quindi la crescita degli atleti. Per questo essi partecipano sia all’Attività Tecnica Provinciale (ATP) che la Centro Tecnico Regionale (CTR)”.
Quali gare di Karate avete svolto, e quali altre svolgerete?
“Abbiamo svolto gare a livello provinciale e regionale. Tra le gare regionali abbiamo partecipato alla qualificazione per il campionato italiano assoluto, visto l’elevato livello della gara è stata un’esperienza importante per la crescita degli atleti. Con la ripresa delle attività per la stagione 25/26, oltre all’attività provinciale, abbiamo in programma di partecipare alle qualificazioni dei campionati italiani Esordienti e Junior, nel caso che le qualificazioni vadano bene alle relative finali nazionali”.
Come avvengono le gare di katà o forme?
“Con il termine katà, traducibile con forma o modello o esempio, si indica, nelle arti marziali giapponesi, una serie di movimenti codificati che rappresentano varie tecniche di combattimento in modo da evidenziarne i principi fondanti e le opportunità di esecuzione ottimali. Nelle gare di Kata viene valutata la capacità di eseguire le tecniche con precisione, potenza, velocità e controllo. Le forme eseguite devono essere conformi allo stile della scuola di appartenenza. Per quanto riguarda il funzionamento della gara i partecipanti eseguono una o più forme di Kata, che vengono poi valutate dai giudici. Quest’ultimi valutano la qualità dell’esecuzione sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico che quello atletico. La gara può essere individuale o a squadre. In quest’ultima, oltre ai parametri già previsti per l’individuale, viene valutato anche il sincronismo tra i tre atleti che formano la squadra. Negli incontri che determinano le medaglie la squadra dovrà eseguire il Bunkai, cioè la dimostrazione-applicazione delle tecniche eseguite durante il kata. Il Kata in chiave sportiva è riconducibile al gruppo delle attività tecnico – compositive, in cui la valutazione è subordinata alla qualità dell’esecuzione, come avviene in altre discipline, come per esempio il pattinaggio artistico o la ginnastica olimpica”.
Quelle di kumitè o combattimento regolamentato, invece?
“Non diversamente dagli altri sport di combattimento, la competizione di kumite nel karate è strutturata sulla base di categorie di peso e classi di età. I punteggi sono assegnati dai giudici su una scala analoga a quella del judo: tre punti per ippon, due punti per il waza-hari e un punto yuko. Possono essere utilizzate tecniche di pugno, calcio, proiezione (queste ultime con lo scopo di sbilanciare o atterrare l’avversario, ndr). In base al tipo di tecnica e al bersaglio raggiunto il punteggio varia da uno a tre punti. Sono previste sanzioni fino alla squalifica in caso di comportamenti o azioni non conformi al regolamento. I match hanno una durata variabile da 1.30 a 3 minuti in funzione delle classi di età. Le prove vengono dirette da un arbitro sul tatami, mentre a bordo ci sono quattro giudici e un supervisore. Le tecniche vengono assegnate se rispettano i parametri tecnici ed atletici richiesti dal regolamento, per cui la gara di combattimento del karate si differenzia dalle altre discipline simili per l’elevata qualità espressa nella competizione. Anche qui la gara può essere individuale o a squadre”.
Quali traguardi avete raggiunto?
“Tre dei nostri atleti sono stati selezionati per la rappresentativa della provincia di Varese per gli ATP Games, la gara riservata alle rappresentative delle provincie della regione Lombardia, nella competizione hanno ben figurato, confermando la qualità del lavoro svolto al centro sportivo Wave di Sesto Calende; inoltre abbiamo ottenuto diversi risultati nelle competizioni a carattere provinciale”.
Cosa ne pensa della Nazionale, maschile e femminile, italiana di Karate?
“Sicuramente sono due compagini molto forti, abbiamo atleti che nelle due specialità sono molto competitivi e ben figurano nelle competizioni internazionali in cui il livello tecnico è elevatissimo”.
Secondo lei, perché il Karate non è riconosciuto come “Sport Olimpico”?
“Credo che questo sia dovuto principalmente al fatto che sino ad oggi non si è riusciti ad attirare gli sponsor in modo adeguato. A mio avviso questo è dovuto al fatto che le competizioni non vengono seguite da un pubblico sufficientemente numeroso a causa della complessità del regolamento arbitrale. Può sembrare di difficile interpretazione per chi non ha conoscenze specifiche. Inoltre, ritengo che al momento vi siano troppe limitazioni che limitano la spettacolarità del combattimento”.
Nabil Morcos