
Dopo cinque anni alla guida dell’Union Tre Valli, Vincenzo Niesi si prepara a chiudere un capitolo intenso e significativo della sua vita sportiva e personale. Un percorso fatto di crescita, passione, visione e anche scelte difficili, che oggi lo porta a compiere un passo indietro, lasciando in eredità una società profondamente trasformata. In questa intervista a cuore aperto, Niesi ripercorre i momenti salienti della sua presidenza, i successi ottenuti, le decisioni che hanno segnato il suo mandato e condivide riflessioni sul futuro del club e sul proprio cammino, senza mai perdere di vista ciò che più conta: i valori, le persone e l’amore per il calcio.
Dopo 5 intensi anni il Tre Valli si appresta a cambiare presidente. Com’è arrivata questa decisione da parte sua?
Prima di tutto ci tengo a sottolineare che sono stati 5 anni bellissimi, poi è chiaro che per continuare in questo percorso ci sarebbero dovute essere le giuste condizioni. Io ho una mia visione per l’Union Tre Valli che ho cercato di portare durante la mia presidenza e, finchè le mie idee sono state condivise e supportate dalla società, tutto, a mio giudizio, è andato bene. Dal momento però che la società oggi ritiene legittimamente di fare scelte differenti e seguire una direzione che io reputo non idonea al contesto, al progetto, e tanto meno alla mia visione, non credo di essere la persona giusta che possa farsi carico, portare avanti o essere ritenuto responsabile per decisioni non pienamente condivise.
Credo quindi sia giusto e doveroso da parte mia fare un passo indietro e lasciare che la società segua la strada che ritiene più opportuna.
Di fatto questa è la chiusura di un’importante pagina per la storia del Club. Che bilancio si sente di dare a questa sua avventura?
Io ritengo che il bilancio sia più che positivo anche se non sta me a dirlo, però i numeri parlano abbastanza chiaro. Quando siamo partiti 5 anni fa con questo progetto avevamo poco più di 70 bambini nel settore giovanile, 9 giocatori in prima squadra e una situazione economica non pessima ma quanto meno da monitorare. Ad oggi contiamo più di 230 ragazzi nel settore giovanile che nel frattempo è diventata scuola calcio di secondo livello, con la prima squadra l’anno scorso ci siamo giocati i playoff e siamo riusciti a fare numerosi investimenti nei centri sportivi e come società. E’ partito anche il re-styling delle divise di tutta la società che da programma dovrebbe concludersi entro i prossimi 2 anni, spero venga portato a compimento, l’immagine che diamo all’esterno è importante e deve essere salvaguardata. Diciamo che in questi anni abbiamo dato una nuova impronta voltata alla qualità e all’innovazione, le basi ci sono tutte per continuare a fare bene.
Parlando di Prima Squadra, in questi anni vi siete sempre distinti come una delle formazioni più interessanti del campionato. C’è un po’ di rimpianto per non essere riusciti ad ottenere una promozione che poteva essere nelle corde di questo gruppo?
Per come siamo partiti a Settembre avevamo tutto per essere nelle prime tre posizioni. A tal proposito colgo l’occasione per complimentarmi con il Brebbia, un risultato stra-meritato. Purtroppo è proprio da qui che è maturata la mia decisione di lasciare l’incarico: arrivati ad un momento critico della stagione, dopo 3 sconfitte consecutive, ritengo che saremmo dovuti intervenire come società per invertire la rotta e risolvere alcune problematiche che sarebbero dovute rimanere interne allo spogliatoio.
Preciso che l’Union Tre Valli ha una scala gerarchica ben precisa e a decidere è il consiglio direttivo, non il presidente. In questo determinato caso, nonostante avessi attenzionato tutti sulla possibilità che la situazione avrebbe potuto peggiorare, la società ha tuttavia preferito optare per soluzioni diverse che io non ho condiviso.
Sia ben chiaro è legittimo che una società faccia delle scelte, scelte che devono essere rispettate, ma queste a mio modesto parere si allontanano troppo non solo dalla mia visione e dal progetto iniziale da me condiviso ma anche dalle ambizioni che personalmente ritengo dovrebbero appartenere ad una società come l’Union Tre Valli.
Per rispondere alla sua domanda, io non ho rimpianti per la prima squadra, in cuor mio so di aver dato tutto ed anche di più; mi sia però consentito senza alcuno spirito polemico solo di manifestare il rammarico di aver sciupato un’occasione, la possibilità di lottare per la promozione, per motivi futili che non dovrebbero appartenere alla gestione di una squadra.
Al di là delle scelte operate dalla società sarò comunque sempre grato all’Union Tre Valli per la possibilità che mi ha concesso e sarò il primo tifoso in tribuna per gli anni a venire.
A livello di Settore Giovanile, i passi in avanti si sono visti di anno in anno. Qual è stato il segreto per una crescita così proficua?
Il costante lavoro, la formazione e la ricerca del miglioramento del singolo sono stati la chiave. Devo dire che anche la scelta del Responsabile Alessandro Magnoni è stata di fondamentale importanza. Lo ho voluto fortemente nello staff e mai scelta è stata più azzeccata, ma è stato solo una goccia nel mare delle cose che hanno portato l’Union Tre Valli a questi risultati. Tutti gli allenatori sono stati scelti con rigore e l’aiuto dei dirigenti e dei genitori è stato fondamentale. La chiave secondo me sta nella condivisione: una società che impone solo regole da rispettare ma che non è predisposta all’ascolto delle esigenze di ragazzi e genitori non potrà mai ottenere grandi risultati. La società in generale è cambiata tanto rispetto a quando giocavo io ed è impensabile usare ancora i “vecchi metodi”. Bisogna saper ascoltare le esigenze dei nostri ragazzi e dei genitori, trovare insieme un punto di incontro e da quel momento rispettare tutti con rigore i paletti e regole che si hanno precedentemente condiviso.
In 5 anni di presidenza immagino che i ricordi siano tanti. Se le chiedessi di scegliere il momento più emozionante di questo percorso, quale citerebbe?
Beh difficile scegliere, ma ce n’è uno che mi è rimasto impresso: un giorno ho visto uscire una mamma dallo spogliatoio con lo zaino del figlio in spalla, la sua borsa dall’altra parte e spingeva anche un passeggino. Nel frattempo il bambino che aveva appena finito la doccia usciva tranquillo dallo spogliatoio a mani libere. Li ho fermati, ho dato lo zaino al bambino e gli ho spiegato che doveva essere lui ad occuparsi del suo materiale per il calcio. Da quel giorno il bambino ha sempre portato da solo lo zaino. Bisogna partire dalle piccole cose e dall’esempio se vogliamo migliorare la società moderna.
Cosa dobbiamo aspettarci nel futuro del Tre Valli? A chi passerà ora la presidenza e il compito di portare avanti questa società?
Beh questa non è una domanda che dovete porre a me. Sicuramente lascio una società solida con delle basi importanti; considerando tutto quello che abbiamo già preparato per l’estate e per la prossima stagione, la tavola è già apparecchiata, sono sicuro che potranno fare solo meglio.
E sul futuro di Vincenzo Niesi? La ritroveremo in un’altra società?
Il calcio per me è importante e non nego di aver già ricevuto qualche proposta interessante, anche da categorie superiori. Ma quel che conta adesso per me è la mia serenità e la mia felicità. Ho chiesto davvero tanto alla mia famiglia in termini di tempo e di pazienza in questi anni, quindi voglio ponderare con calma le mie scelte. A tal proposito vorrei cogliere l’occasione di ringraziare pubblicamente mia moglie perché se sono riuscito a dare così tanto all’Union Tre Valli, gran parte del merito è suo. Adesso ho una bimba di 9 mesi ed anche a lavoro si prospettano importanti novità, quindi non escluderei nemmeno qualche anno sabbatico, ma non sarà la mia ultima esperienza calcistica, di questo ne sono sicuro. In più ho sempre un sogno nel cassetto, ovvero aprire una mia scuola calcio, ma per ora pensiamo a finire bene la stagione.
Francesco Vasco