Ci sono vittorie che lasciano il segno e il cammino del Varese di Matteo Ponti è una di queste. Il percorso degli Allievi Regionali Under17 parte da lontano, dalla rifondazione di quel settore giovanile biancorosso che con l’arrivo di Massimo Foghinazzi, oltre all’indissolubile lavoro di Cosimo Bufano, ha ricevuto un notevole boost. L’intera filiera cresce a vista d’occhio e i risultati raccolti quest’anno ne sono la dimostrazione: oltre alla vittoria degli U17, da segnalare il campionato vinto dai Regionali U18 e la promozione ai Regionali degli Under16 (che domenica potranno festeggiare sul campo il titolo).

Ma è proprio l’Under17 il cuore pulsante del progetto Varese e mister Ponti (che, con i 25 gol realizzati in Terza Categoria nell’anno del Covid, resta il massimo goleador dell’era Città di Varese) rivive con trasporto la cavalcata dei suoi ragazzi. “Il mio percorso con questa squadra parte l’anno scorso, quando in realtà ero alla guida dell’Under18 disputando un ottimo campionato sotto età con i 2007. Nelle ultime sei partite ho accettato il doppio incarico subentrando alla guida degli Under17 per centrare la salvezza: dall’impresa dei 13 punti in sei partite, che ci hanno permesso di difendere la categoria senza passare dai playout, è nata questa stagione”.

Stagione che ovviamente si è consacrata in campo, ma che è stata pianifica alla perfezione la scorsa estate.
“Dopo la salvezza ci siamo messi attorno ad un tavolo per capire il destino di questi ragazzi. La premessa era quella di partire sotto età, come sempre del resto, e lo zoccolo duro comprendeva sette 2009 e quattro 2009: con undici giocatori era necessario implementare la rosa e gli sforzi corali di tutti hanno permesso di allestire un gruppo davvero qualitativo ma che, essendo nuovo, doveva essere rodato. L’obiettivo? Io volevo fare un campionato d’alta classifica per centrare i playoff, ma nel momento in cui abbiamo chiuso l’andata con 14 vittorie e una sola sconfitta è diventato palese come dovessimo rivedere i nostri traguardi. A inizio gennaio abbiamo sfidato l’Inter in amichevole e solo lì ho parlato per la prima volta alla squadra di vincere il campionato”.

E paradossalmente proprio in avvio del girone di ritorno sono subentrate le prime difficoltà.
“Diciamo che quelle difficoltà le avevamo messe in conto. Di fatto abbiamo affrontato tutta la stagione senza un preparatore atletico, e in tal senso voglio ringraziare Luca Luglio perché mi ha dato un’enorme mano sulla parte tecnica. Malgrado non arrivassero i risultati siamo sempre rimasti tranquilli e, dopo la sconfitta nello scontro diretto con il Canegrate che ci era arrivato sotto, c’è stata la svolta inanellando undici vittorie consecutive che ci hanno portato a vincere. Chiudiamo con il miglior attacco del girone, la miglior difesa, quattro giocatori in doppia cifra e il nostro Montalbano che ha portato la Lombardia alla vittoria nel Torneo delle Regioni. Veder riconosciuto il nostro lavoro anche all’esterno è stata la vittoria più bella”.

Come avete vissuto quel periodo negativo?
“Quando sei a Varese sei sempre sulla bocca di tutti e, tra gennaio e febbraio, mi aspettavo di sentire quei mormorii che ci sono stati. Voglio però ringraziare l’intera società che ha tutelato me e il mio staff, dando totale fiducia ai ragazzi. Voglio rivolgere un enorme grazie in particolare a Costanzo Celestini (mister del Gavirate che per quest’anno si è allenato anche alle Bustecche, ndr): nel periodo più difficile gli ho chiesto consiglio e lui, con grande umiltà, ha dato un contributo enorme. Non sto neanche a elogiare l’esperienza che ha uno come lui, ma con un semplice discorso ha fatto capire a tutti i ragazzi quanto sia importante il dialogo nello spogliatoio, dirsi le cose in faccia e farlo in maniera costruttiva. Non è un caso che questo intervento sia arrivato tra la sconfitta di Canegrate e le undici vittorie che ci hanno portato al titolo”.

Cosa ti resta di questa vittoria a livello personale?
“Per me va a ripagare i tanti sacrifici fatti perché fin dal principio io e Luca abbiamo messo anima e cuore in questo progetto. Io mi sono imposto di non giocare più: fino all’anno scorso allenavo qui e giocavo in Svizzera, ma mi sono presto reso conto che questo influiva negativamente da una parte piuttosto che dall’altra, se non in tutte e due. Quindi ho rinunciato a qualcosa che ha fatto parte della mia vita per tantissimi anni e questa vittoria mi dice che non ho sbagliato la mia scelta”.

Quale sarà il futuro di questi ragazzi?
“Sicuramente sarà un futuro roseo perché il blocco dei 2009 competerà nel miglior campionato che la Lombardia può offrire, ovvero gli Under17 Elite, e tutti loro ci arriveranno avendo già collezionato parecchi minuti. La futura Juniores Nazionale avrà un gruppo di 2008 davvero qualitativo e affiatato che l’anno prossimo avrà modo di crescere ancora in un campionato sotto età. Il Varese in questi anni ha lavorato enormemente in prospettiva, e i semi che stiamo piantando sono destinati presto a sbocciare”.

E il futuro di Matteo Ponti?
“Amo questi colori e il mio primo pensiero sarà sempre il Varese. Avendo fatto bene è normale che possano esserci alcune richieste, e alcune velate, non dirette, sono arrivate, ma prima di tutti parlerò solo con il Varese. Il mio augurio è quello di restare qui: il biancorosso mi ha dato tantissimo e spero, nel mio piccolo, di ripagare dando un contributo per ricostruire questo settore giovanile che sarà imprescindibile per il Varese del domani”.

Matteo Carraro

Articolo precedenteComincia la corsa allo Scudetto. Tempo di playoff e playout: ultimi verdetti per la Serie D
Articolo successivo10 maggio – Bagnaia: “Dall’Igna ha ragione, sono il primo che si aspetta e pretende di più”

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui