
Dopo la salvezza conquistata da protagonista domenica scorsa, è il tempo dei giudizi e delle analisi in casa Campus Varese. Chi meglio del nocchiere biancorosso coach Davide Roncari per tracciare anche un bilancio della stagione appena conclusa a livello di prima squadra in serie B Interregionale?
Coach, partiamo dal finale: avete conquistato una salvezza disputando una serie in crescendo. Infatti, dopo la sconfitta in gara 1 è arrivata la grande vittoria di gara 2 mentre in gara 3 avete vinto con la maturità pur essendo una squadra giovanissima…
“Mi devo ancora riprendere dalle fatiche e dalle emozioni di questi playout – l’incipit del coach varesino – Devo dire che è stata una serie che abbiamo vissuto molto intensamente. E’ un periodo in cui magari non ci si allena molto, fra partite dei playout, dei campionati giovanili etc etc, ma dopo la sconfitta in gara 1 ho capito che avevamo bisogno di chiuderci in palestra e darci dentro. Questo anche perchè da quando era tornato con noi Assui non abbiamo mai fatto un allenamento come si deve. Bene, mercoledì, giorno prima di gara 2, abbiamo fatto un allenamento intenso, tosto, duro. Questo sebbene il giorno dopo avessimo una gara fondamentale. Gara 2 è stata dominata e sul +30 a inizio terzo quarto insieme al mio assistente Sacchetti – con cui mi sono trovato benissimo durante tutto l’anno e devo fargli pubblicamente i complimenti – ci siamo domandati se fosse stato il caso di allargare già le rotazioni. Ci siamo risposti di no, che bisognava schiacciare l’acceleratore fino alla fine. Ecco, in gara 3 c’è stato un momento in cui, ora posso dirlo, ho avuto un pò di timore: Crocetta scappa sul +8 nel secondo quarto, chiamo time out e Torino è in mezzo al campo a urlare. Quello è stato un momento difficile, ma la squadra ha reagito alla grande: subito tripla di Bottelli, poi Tiago Scola che fa una gran cosa e siamo rientrati. Nel terzo quarto poi sono usciti tutti: i Tapparo, i Prato, gli Assui. Sì, è vero, pur essendo giovani nel momento cruciale abbiamo dimostrato una maturità impressionante”.
Maturità che ha mostrato anche Assui: diverso dal bombardiere della prima fase, ha servito la squadra esaltando i compagni…
“Quello che è tornato è un Elisee diverso: giocare con la serie A e la cura di Kastritis hanno trasformato Assui. Ha letto bene qualsiasi situazione, ha punito i raddoppi che puntualmente venivano eseguiti su di lui scaricando ai compagni. Lui è un giocatore cambiato e che ha saputo cambiare anche i suoi compagni. A chi mi ha detto dopo gara 2 che aveva realizzato solo 9 punti gli ho risposto di guardare cosa ha fatto in tutte le altre cose sul campo”.
Dando uno sguardo in generale alla stagione, possiamo dire che se fosse stata centrata la poule promozione era da 8, così, invece, direi che è da 7 sia per la salvezza raggiunta che per lo sviluppo dei giocatori. Sei d’accordo?
“Potrei anche essere d’accordo, però, soprattutto il primo periodo della poule playout posso dire che il nostro giudizio era un 5,5. Certo, è vero che hanno inciso anche gli infortuni (Villa uscito a dicembre per un problema alla spalla e non più rientrato, ndr), vero che abbiamo perso Assui, però mi sembrava che la squadra fosse quasi rassegnata. Poi, devo dire che l’arrivo di Kastritis ha permesso anche a noi di modificare il nostro stile di gioco inserendo un pò più di concetti difensivi e nella fase finale della stagione regolare ho visto dei progressi da parte della squadra. Poi, senza Assui, abbiamo anche potuto far giocare Prato da 4 sviluppando situazioni e concetti tecnico tattici diversi. E’ pur vero che c’è stato anche uno sviluppo dei giocatori che sono cresciuti durante l’anno. Possiamo forse dire che è stata una stagione da 7, forse anche da 7,5”.
Cosa c’è nel futuro di coach Roncari?
“Ora sono concentrato sul raggiungere le finali nazionali con l’Under 17. Poi, una volta esaurito questo percorso, mi piacerebbe sedermi al tavolo e parlare con la società: a Varese in questi due anni mi sono trovato benissimo”.
Perdere un coach che ha centrato l’anno scorso la finale Nazionale con l’under 19 perdendola per un soffio e che in due anni di B col laboratorio giovanile ha centrato due salvezze (la prima con larghissimo anticipo) sarebbe una cosa non certo ottimale.
Davide, chiudiamo con una domanda più leggera: com’è coach Roncari fuori dal campo?
“Da buon papà adoro passare il tempo insieme alla mia piccola pulce. Purtroppo, il nostro lavoro ci porta a passare tante sere e tanti weekend lontano da casa per cui cerco di passare più tempo possibile con lei. Ho la fortuna di avere una moglie che mi segue dappertutto e che mi asseconda: senza di lei sarebbe tutto più difficile. Poi, mi piace passare una serata con gli amici davanti ad una bella pizza o una bella birra al pub. In questo sono moto normale. Diciamo che la pallacanestro non manca mai: anche a casa c’è sempre una partita da vedere…”.
Matteo Gallo