Tanta è ancora la felicità in casa Robur Et Fides per la promozione nel campionato di Serie C. Un successo per nulla scontato o preventivabile ad inizio stagione per una squadra retrocessa nella stagione precedente e poi ripescata che non partiva certo con i favori del pronostico per la vittoria finale.

Come però a volte capita nello sport, i pronostici valgono il tempo che trovano ed a fare la differenza è ben altro come i valori, umani e tecnici di un gruppo che ha saputo stupire, come ci racconta l’assistente allenatore di coach Manetta, Stefano Lazzari.

Si sarebbe aspettato questo successo ad inizio anno?
“Sono sincero, no. La squadra veniva dalla retrocessione dell’anno prima salvata solo dal ripescaggio, dal quale si è ripartiti con un progetto nuovo e più giovane fatto di tanti ragazzi che si sono dimostrati poi molto bravi nel corso della stagione ma che all’inizio della stessa erano incognite”.

Che ambiente ha trovato al suo arrivo alla Robur?
“Un ambiente sano, con principi e valori ben chiari nel quale si può lavorare bene e infatti la stagione che abbiamo fatto lo dimostra. Alla sana ambizione, che ci deve essere in ogni società, qui si abbina anche la serenità per poter lavorare in una certa maniera e portare avanti un progetto tecnico, anche nel corso dell’anno, senza ansie o troppe pressioni che non fanno mai bene”.

Com’è stato il suo rapporto con coach Manetta durante la stagione?
“Ottimo. Manetta è un coach veramente preparato, soprattutto a livello tattico, per me è stato un piacere lavorare con lui ma soprattutto abbiamo dimostrato la bontà del nostro lavoro di squadra andando poi ad applicarlo in campo in quello che è stato il gioco espresso dai ragazzi”.

Ha citato i giovani ma anche i senior hanno giocato un ruolo importante, soprattutto nel finale di stagione…
“Assolutamente sì. Quando arrivi a giocarti la vittoria o la salvezza di un campionato avere un gruppo senior forte e di qualità tecnica ma anche morale di alto livello è importantissimo. Dal Ben, Croci, Fedrigo, Vescovi, Gualco hanno recitato un ruolo fondamentale, ognuno per le proprie qualità, nel portarci a questo successo, integrandosi al meglio con i giovani. dandoci quell’esperienza che nei momenti cruciali ha fatto la differenza”.

Qual è stata la partita della svolta?
“Te ne dico due, una vittoria e una sconfitta: la vittoria certamente quella di Turbigo contro la squadra più forte del campionato che ci ha dato la convinzione di poterci andare a giocare fino in fondo le nostre carte; la sconfitta, invece, contro la seconda squadra più forte del torneo, ovvero Cislago, dove abbiamo perso su due tiri liberi sbagliati da Pietro Bardelli che però da quegli errori ha saputo svoltare la sua stagione e fare un finale di annata veramente importante, dimostrando grandissimo carattere”.

Ed ora nel suo futuro cosa c’è?
“Non lo so ancora. Io e la società ci siederemo ad un tavolo e parleremo del domani. A me piacerebbe molto rimanere, mi sono trovato benissimo quest’anno, abbiamo raggiunto un grande risultato e penso che la società abbia tutte le carte in regola per portare avanti un percorso sempre più fruttuoso, in un ambiente, ripeto, sano e competente come quello della famiglia Robur Et Fides”.

Alessandro Burin

Articolo precedentePanathlon Club Varese in sella a Cittiglio: 50km sulle strade di Alfredo Binda
Articolo successivoLa Castanese riparte da mister De Bernardi: “Un rinnovo che non ha avuto bisogno di tanti pensieri”

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui