Con la nomina formale di Alessio Battaglino come DS e l’annuncio di Andrea Ciceri in qualità di nuovo allenatore è ufficialmente iniziato il corso 2025/26 del Varese Football Club. Un progetto che sarà chiamato a correggere gli errori commessi nella stagione appena conclusa, un programma ambizioso che mira a riportare i biancorossi nel professionismo e, soprattutto, a riaccendere definitivamente la passione calcistica all’ombra del Sacro Monte.

Battaglino, presentandosi a Varese, ha dimostrato di avere le idee chiare in merito sia alla scelta dell’allenatore che della costruzione della rosa. La varesinità è importante, ma non è tutto, perché un gruppo senza qualità e valori umani difficilmente riesce ad emergere. La ricetta vincente ha portato al trionfo con il Sangiuliano e l’augurio è che possa riproporsi in biancorosso, pur tenendo sempre a mente che per vincere si devono incastrare diversi fattori. Il nuovo direttore sportivo è stato ben attento a sottolineare un aspetto: il Varese deve rendersi conto della categoria in cui si trova. I tifosi sono stanchi della Serie D e la dirigenza in primis mira alla Serie C, ma prendere consapevolezza della realtà attuale è però il primo passo per riuscire a uscirne.

Consapevolezza che ha ben presto acquisito anche Giovanni Rosati, dirigente giovane e in rampa di lancio che sta crescendo di pari passo con la società. A margine della conferenza stampa andata in scena ieri al Franco Ossola, il dg biancorosso ha infatti ribadito: “Ripartiamo con paradigmi simili a quelli dell’anno scorso: nel mondo del calcio ogni stagione è a sé e credo sia saggio ripartire da ciò che è andato bene aggiustando ciò che è andato male, senza però fare tabula rasa. Varese è una piazza ambiziosa ed è normale che si pretenda il massimo: quest’anno ci focalizzeremo su micro-obiettivi, che per la nostra realtà sono comunque iper-ambiziosi, volti a rappresentare al meglio la nostra città. Come? Umiltà, lavoro e voglia di rendere orgogliosi sia i nostri tifosi sia tutto il contorno che ci rappresenta. So bene che alla fine in campo contano i valori tecnici e di temperamento, ma l’input primario arriva dall’impronta societaria”.

Da una coppia all’altra. L’azzardo Roberto Floris/Antonio Montanaro non ha funzionato, ma il Varese ha voluto puntare su un altro “tandem”: Battaglino e Ciceri sono a loro volta giovani, ma hanno sicuramente più esperienza e nel loro palmares figura una Serie D vinta. “Una scelta definitiva è frutto di tante piccole decisioni prosegue Rosatie, ricollegandomi a quanto detto prima, l’aver mancato un obiettivo non implica che l’intero percorso è stato sbagliato. Battaglino e Ciceri sono una coppia che condivide valori importanti: hanno vinto insieme, ma anche e soprattutto perso insieme. Ciò significa che entrambi sposano un’ideologia di lavoro improntata sull’umiltà, aspetto che noi come società vorremmo diventasse la vera impronta del nostro Varese. L’esempio tangibile sarà il non avere il nome sulle divise la prossima stagione: un piccolo assaggio di ciò che vogliamo trasmettere”.

Comprensibile lo scetticismo dei tifosi dopo il fallimento sportivo dello scorso anno, ma il Varese proseguirà con determinazione e tranquillità sulla propria strada. Rosati, in chiusura, lo ribadisce: “Sappiamo di aver sempre dato il massimo: ogni scelta è stata attentamente ponderata, poi le cose possono andare in un modo o nell’altro e c’è rammarico per non esserci riusciti ad esprimere il massimo. Lo sport, comunque, ci insegna che dopo una sconfitta c’è sempre l’opportunità di rifarsi ed è proprio ciò che intendiamo fare. Porteremo avanti il nostro progetto in maniera tale da salvaguardare i tanti aspetti positivi, non solo relativi alla Prima Squadra, al fine di avvicinarci sempre più ad un futuro luminoso. Non dobbiamo pensare di vincere il campionato, ma di migliorarci per arrivare a quel risultato come naturale conseguenza del nostro percorso”.

Matteo Carraro

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