Anche a quasi una settimana di distanza è ancora difficile razionalizzare le emozioni per quella che è stata a tutti gli effetti un’impresa clamorosa: la VON è in Serie B e la promozione (la seconda in tre anni) conquistata dai ragazzi di coach Daniele Osigliani non è altro che una tappa intermedia in un percorso orientato ad una costante crescita.

Cammino che inevitabilmente gratifica gli sforzi societari portati avanti in primis dal presidente Fabio Fabiano, ma anche i sacrifici di tutti coloro che vivono quotidianamente l’omonima piscina per portare la Varese Olona Nuoto sempre più vicina al prossimo sogno da realizzare. “Diciamo che in questi giorni ci siamo ripresi – commenta coach Osigliani inevitabilmente sorridente – e chiuderemo la settimana con un paio di allenamenti soft per poi darci appuntamento alla festa di fine anno con il presidente e i dirigenti per festeggiare tutti insieme questa splendida promozione”.

Partiamo per l’appunto dallo scorso sabato: avete coronato al meglio il percorso di inizio stagione raggiungendo un traguardo inaspettato e al tempo stesso meritato.
“Quello che è successo è stato un sogno, soprattutto per i ragazzi: questo gruppo è quasi interamente varesino, nato e cresciuto nel nostro vivaio, e ha quasi sempre giocato insieme dalle giovanili. A inizio anno sapevamo di poter far bene e forse io ero quello che ci credeva più di tutti, ancor più dei ragazzi: arrivavamo da un terzo posto alla stagione d’esordio in Serie C e sapevo che la base di partenza era ottima. Integrandola con un paio di elementi d’esperienza questa squadra poteva diventare quello che è diventata e, nel corso della stagione, mi ha fatto enorme piacere vedere i giocatori stessi acquisire sempre più consapevolezza: se guardiamo alle prime partite raffrontandole con le ultime vedremo due squadre completamente diverse”.

Possiamo credo abbastanza facilmente individuare il momento dello switch: il 22 marzo, dopo la sconfitta contro Busto, la VON si trovava a -10 dalla Canottieri Milano con il big match in vista. Quel 9-9 ha inaugurato un filotto clamoroso di risultati utili consecutivi che vi hanno portato a giocarvi i playoff…
“Dopo aver perso meritatamente il derby avevamo il morale a terra, ma sapevo che il valore di questa squadra era ben altro: l’aver quasi sempre messo sotto la Canottieri Milano per quattro tempi ha permesso ai ragazzi di acquisire consapevolezza nei propri mezzi e da lì ho lavorato con ancor più energia sulla loro testa, sulla loro mentalità, per fargli capire quanto fosse importante la concentrazione e il non mollare di un millimetro. Proprio perché credevo in loro li ho martellati all’inverosimile ed effettivamente è arrivato lo switch, agevolato anche dal fatto che questo è un gruppo di grandi amici e ognuno di loro è riuscito a dare sempre di più per gli altri. Dopo quel pareggio abbiamo inanellato un filotto di sole vittorie che ci ha condotto al doppio trionfo su Lodi”.

Detto del gruppo, a livello personale cos’ha rappresentato per te questa vittoria?
“Una soddisfazione enorme, soprattutto se mi guardo indietro e penso dov’era la VON quando sono tornato: di fatto non c’era neanche un allenatore delle giovanili e la Prima Squadra era composta da ragazzini giovanissimi e qualche master che stava provando a dare una mano. E, davvero in pochissimo tempo, abbiamo costruito qualcosa di clamoroso: prima è arrivata la promozione in Serie C, poi il settore giovanile ha iniziato a crescere e la Juniores ha raggiunto le finali nazionali per la prima volta nella sua storia, e infine è arrivata questa promozione in Serie B. Sono davvero orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto come società, del lavoro che hanno fatto i ragazzi e del lavoro che ho portato avanti”.

So che c’è un “sassolino” che vuoi giustamente toglierti dalla scarpa.
“Diciamo che è un mio puntiglio. Nel corso della stagione più volte ho letto e sentito parlare di arbitri a nostro favore, di piscina corta e di tifo “esagerato”: mi piacerebbe che certe persone si facessero un esame di coscienza piuttosto che trovare alibi vari ed eventuali per giustificare le proprie sconfitte. Noi siamo abituati a giocare in una vasca da 25metri, ma non ci siamo fatti problemi nel dire la nostra in vasche da 30metri o con il pubblico contro, e non parlo di arbitraggi perché l’errore umano può sempre capitare e nel corso della stagione ci sono stati fischi che ci hanno penalizzato. Ho una mentalità molto semplice: se meriti di vincere allora vinci in qualsiasi vasca, con il pubblico contro o a favore. Quest’anno ci è capitato di perdere e ho sempre accettato la sconfitta, preferendo lavorare su quelli che erano stati i nostri errori anziché puntare il dito; al tempo stesso mi piace sottolineare i nostri meriti in occasione delle vittorie”.

Sguardo avanti alla prossima Serie B, possiamo inserire il capitolo piscina nelle note “dolenti”?
“Purtroppo le misure della Comunale non sono adeguate alle attuali normative della Serie B. Bisognerà però capire se ci saranno modifiche ai regolamenti perché, ad esempio, in A1 si giocherà con le vasche da 25 e non è scontato che anche in B si possa cambiare; il problema è che la nostra è sia corta che stretta, per cui dovremo aspettare ulteriori comunicazioni in merito, verosimilmente tra settembre e ottobre. Se fosse possibile giocare qui con una deroga sarebbe per noi la soluzione migliore, perché abbiamo visto quanto può dare il nostro pubblico, altrimenti dovremo guardarci intorno e trovare una soluzione verso Legnano, Monza o Milano. So che dovrebbe esser ripartito il progetto per costruire una piscina olimpionica nell’area dell’ex Aermacchi: se così fosse saremmo ben disposti ad un esodo temporaneo per poi tornare in città”.

A prescindere dal discorso relativo alle strutture, la squadra sarà pronta per la Serie B?
“Assolutamente sì. Già quest’anno abbiamo avuto la fortuna di disputare un campionato particolarmente allenante, molto più competitivo, ad esempio, di quello vinto da Lodi; aspetto che ci ha sicuramente agevolati nel preparare il playoff. La differenza tra Serie C e Serie B non è tanto qualitativa, ma cambia sicuramente l’intensità. O meglio: parecchie squadre hanno elementi che hanno giocato in A2, se non addirittura in A1, ma la maggior parte dei team sono davvero giovani e ciò che cambia è proprio il ritmo del gioco, la fisicità, l’intensità del nuoto e la malizia sottacqua. Se si giocherà in piscine da 25metri potremmo avere un leggero vantaggio su chi è invece abituato a vasche da 30metri ma, a prescindere da cosa accadrà, la certezza è che affronteremo il prossimo campionato al massimo delle nostre capacità e con una squadra che può ancora dare tanto”.

Più volte nel corso della stagione, infatti, abbiamo parlato dei margini di miglioramento di un gruppo che resta giovanissimo.
“Assolutamente e ribadisco quanto detto in precedenza: la squadra che ha chiuso il campionato è completamente diversa da quella di inizio stagione. Lodi sabato scorso ha disputato una partita ottima, ma i miei ragazzi hanno giocato ad un livello ancor superiore tenendoli sempre sotto per poi accelerare nel momento giusto e ammazzare il match nel quarto periodo. Il nostro grande merito è proprio quello di aver allestito prima di tutto un gruppo: forse non avremo le individualità che altre possono vantare, ma di squadra sopperiamo a qualsiasi situazione. Basti pensare a quanto hanno influito le rotazioni per tenere sempre alto il ritmo, mentre altre squadre finivano inevitabilmente per soffrire non avendo una panchina all’altezza dei titolari. Ora ci godremo un po’ di meritato riposo, poi torneremo a lavorare con ancor più entusiasmo per proseguire il nostro percorso”.

Matteo Carraro

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