
Se per molte squadre il calciomercato sta iniziando, c’è chi come la Cuassese di fatto lo ha già finito. Scelte societarie frutto di una precisa programmazione volta a regalarsi un mese di tranquillità in vista del ritrovo per dare il via alla preparazione che condurrà ad un’intensa stagione 2025/26 con l’augurio di essere protagonisti nella prossima Seconda Categoria.
Conferme importanti e arrivi di spessore per garantire a mister Timothy Pedoja una rosa completa sia sotto il profilo qualitativo che da un punto di vista quantitativo: il terzo mercato condotto dal direttore sportivo Roberto Prini ha seguito l’implicita legge della continuità per dar seguito al progetto tecnico che il club biancorosso si augura possa spalancare le porte della Prima Categoria.
“L’augurio è proprio quello di continuare sulla strada della crescita – conferma il ds Prini –. Due stagioni fa abbiamo chiuso al decimo posto con 36 punti, mentre in quella appena terminata siamo riusciti a conquistare il quarto posto con 52 punti, mancando purtroppo l’accesso ai playoff solo alla luce del clamoroso campionato di chi ci ha preceduto; due anni fa con questi stessi punti saremmo comodamente andati alla post-season. Al di là degli ovvi meriti di Brebbia, Laveno e Buguggiate, voglio aggiungere nell’equazione qualche nostra colpa: non siamo stati in grado di concretizzare determinate situazioni tra gennaio e febbraio, anche a causa di alcuni infortuni che ci hanno inevitabilmente condizionati. Quando siamo ripartiti sulla media di due punti a partita era ormai troppo tardi per ricucire quel gap che si era creato. Al netto del risultato, comunque, possiamo dire di aver comunque raggiunto il nostro obiettivo primario: far crescere i nostri giovani affiancandoli a profili di assoluta esperienza”.
Mantra che avete seguito alla lettera anche in questa finestra di mercato.
“Assolutamente sì: un giocatore come Luca Sinopoli non ha bisogno di presentazioni perché il suo palmares parla da sé tra gol fatti e campionati vinti con esperienze dalla Serie D alla Seconda Categoria. Lui è il nostro pezzo pregiato, com’è stato Brancato l’anno scorso, ma il suo innesto si coniuga con la valorizzazione dei ragazzi già in rosa e l’acquisto di nuovi giovani profili. Penso a Nardelli, a Incendi e a Fabbrini, ma anche a Rosciano, Caprino e Cardelli; Keller, giocatore che conosco dai tempi della Valceresio, è un profilo da cui mi aspetto molto, mentre sono felicissimi di rivedere in biancorosso Cecchini, Rosamilia e Marchisella che tornano a giocare dopo un periodo di stop. Partiamo dunque con tanta quantità e qualità per ovviare alle mancanze che abbiamo individuato l’anno scorso, incrociando le dita sperando di non avere infortuni”.
Quali sono le aspettative?
“In primis vogliamo far bene: mi aspetto di proseguire il nostro cammino di crescita e non pongo limiti a quello che questa squadra può fare. E può fare davvero tanto. Non voglio dire che giocheremo per vincere o per fare i playoff, i proclami li lascio agli altri, ma siamo convinti di aver fatto bene e partiremo più attrezzati per fare ancor meglio: come ci ha detto il presidente Thomas Pedoja dobbiamo gioire e far gioire chi viene a vederci. Poi, come sempre, sarà il campo l’estremo giudice”.
Che tipo di campionato possiamo aspettarci?
“Non avremo più Brebbia e Laveno, ma visto il mercato di Valcuviana e Buguggiate l’eredità delle prime potrebbe esser tranquillamente raccolta dalle seconde. Aspettiamo poi di conoscere con esattezza i colpi degli altri, ma ad oggi posso assicurare che sarà una Seconda Categoria “mascherata” di livello assoluto che non ha nulla da invidiare ad una medio/bassa Prima Categoria. Non mancheranno poi le sorprese e attenzione alle new entry perché il Brebbia dimostra che il gruppo fa la differenza. Noi quello ce lo abbiamo e da ormai un paio d’anni la società non si è mai tirata indietro nell’individuare i migliori profili compatibili con i nostri parametri di spesa: il blocco che abbiamo allestito è composto da tantissimi giovani che, ne sono certo, presto vedremo in lidi più alti. Proprio per la loro crescita, negli ultimi mercati abbiamo voluto prendere dei pezzi da 90 che potessero insegnare come si sta in campo e come si gestisce uno spogliatoio. Ad oggi posso dire che la Cuassese risponderà presente, con la consapevolezza che emergere sarà difficilissimo”.
La continuità sta anche nella guida tecnica: cosa possiamo dire su Timothy Pedoja?
“Per lui Cuasso è casa. Lui, suo fratello Thomas e Daniele Valaderio sono la Cuassese. Timothy ha dato tutto sé stesso in campo e, dopo esser stato costretto a smettere troppo presto, si è lanciato in questa nuova avventura: è un allenatore in crescita, che migliora di anno in anno e che ha la consapevolezza nel capire dove deve perfezionarsi muovendosi in tal senso con voglia e passione. Con lui parlo molto, il lunedì ovviamente, dato che entrambi abbiamo un carattere fumantino (ride, ndr) e non è saggio confrontarsi nel post-match: lui ha il punto di vista dell’allenatore, io di chi guarda da fuori perché credo che un ds non debba entrare nelle dinamiche di spogliatoio. A volte siamo concordi, altre volte no: l’aspetto fondamentale è che da questo dialogo costruttivo si generi linfa vitale per il progetto Cuassese, che troverà sempre in Timothy Pedoja un punto di riferimento”.
In generale, che annata sarà per la Cuassese?
“Alla luce del 60esimo anniversario mi auguro che possa essere una stagione ricca di soddisfazioni. Partiremo dopo Ferragosto con la preparazione e disputeremo la Coppa Lombardia, cosa che faremo anche con la Juniores. A tal proposito voglio ribadire che la nostra U19 è parte integrante del progetto: mio figlio è tornato ad allenare la Valceresio e come mister ho scelto un profilo che mi è piaciuto molto da avversario, vale a dire l’ex Union Tre Valli Marco Cestaro. Con lui abbiamo costruito una squadra solida e ambiziosa, fatta da giocatori che nel giro di uno o due anni potranno poi essere protagonisti in Prima Squadra per raccogliere l’eredità dei nostri 2003, 2004 e 2005”.
Matteo Carraro