Intrigo, curiosità, speranza. Tre parole che associamo a Maximilian Ladurner, il nuovo cambio del centro in casa Pallacanestro Varese. Un giocatore negli ultimi due anni in A2 finito un pò ai margini per la poca qualità e consistenza delle proprie prestazioni ma sul quale i biancorossi hanno deciso d’investire, pensando di poter tornare a valorizzare, anche grazie alle “mani fatate” di coach Kastritis, quel ragazzone di 207cm nato a Merano il 6 agosto 2001.

Ladurner, in effetti, rappresenta un “panda” nel panorama cestistico italiano: un lungo fisico, atletico e con una buona qualità nelle mani che, probabilmente, non si fosse fermato in maniera così repentina nel suo percorso di sviluppo, ad oggi sarebbe uno dei perni della nostra Nazionale, stando anche alla penuria di pivot che c’è nel nostro basket. Ma tant’è che dopo la prima fioritura della sua carriera, precocissima tra l’altro in quel di Trento che lo ha visto esordire in A ed in EuroCup a soli 18 anni, forte, come dicevamo, di una struttura fisica importante e di una mano molto educata per essere un centro, il suo percorso si è rallentato negli anni di A2 a Cento prima ed a Torino l’anno scorso poi, chiudendo l’annata con soli 5 punti e 3 rimbalzi di media.

Non certo un biglietto da visita entusiasmante per i tifosi della Pallacanestro Varese, c’è però da dire che i primi feedback sul ragazzone altoatesino sono molto positivi: serissimo, professionale e soprattutto (e questo possiamo dirvelo dopo aver visto con i nostri occhi) uno che in campo ha presenza e non poca. Ciò che più ha lasciato impressionati positivamente delle sue prime movenze sul parquet del Campus di via Pirandello nell’allenamento di lunedì 18 agosto aperto alla stampa è stata non solo la diligenza ed il tempismo nei movimenti offensivi quanto la qualità nei polpastrelli del ragazzo di Merano. Determinante, però, sarà soprattutto l’apporto difensivo ed a rimbalzo che Ladurner saprà dare in squadra, tenuto conto che per ritagliarsi spazi dovrà dimostrare tanto, visto che non solo dovrà condividere il ruolo con Renfro ma anche con Nkamhoua che nell’idea di Kastritis può benissimo giocare da 5 per diversi minuti, spostando Alviti nel ruolo di 4 e attuando una rotazione più lunga sugli altri esterni.

La speranza, ovviamente, è che Ladurner possa ricalcare quanto fatto da Ulaneo un paio di stagioni fa: arrivato nello scetticismo generale, il lungo romano fu capace di costruirsi un ruolo importante in squadra, trovando anche l’apprezzamento dell’esigente e competente pubblico di Masnago che ora attende di scoprire se anche Max saprà prendersi un posto nel suo cuore.

Alessandro Burin

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