E’ un Guido Borghi senza freni quello che fa il punto sulla situazione dell’Ippodromo Le Bettole di Varese, a pochi giorni ormai dalla conclusione della stagione estiva di corse varesine, che è stata molto soddisfacente a livello di risultati. Le ultime due in programma sono il Premio Guido e Bruno Ermolli, in programma questa sera, mercoledì 3 settembre e soprattutto il 74esimo Gran Premio Città di Varese, Memorial Carlo Curti, che andrà in scena sabato 6 settembre.

Come dicevamo, Borghi non si è risparmiato, mettendo così un punto dopo tutto quello che è successo in questi mesi attorno all’impianto sportivo di Via Albani e più in generale sulla crisi che sta vivendo il movimento ippico negli ultimi anni: “Per assurdo, le difficoltà che abbiamo incontrato ci hanno dato almeno, negli ultimi tempi, una certa visibilità. All’Ippodromo non è successo nulla: è una vera bomboniera, con caratteristiche che nessun altro impianto possiede. Ciò che manca, chiaramente, sono le risorse sia a livello organizzativo, sia per quanto riguarda i premi, la remunerazione ed i contributi relativi ai lavori che la società sta svolgendo. Il Gran Premio Città di Varese sarà l’ultima giornata che organizzeremo qui per questa stagione e chissà in futuro. Ci sono state tolte alcune giornate a dicembre che avevano sempre prodotto buoni risultati, senza che sia stato spiegato il motivo. Non si conosce il futuro di un impianto con piste splendide come queste. Abbiamo portato avanti questo lavoro con coscienza e grandissimi sacrifici. Se non avessi investito oltre un milione e mezzo di euro, avremmo già chiuso tempo fa. Mai mi era capitato, in un solo anno, di vedere l’immagine di una realtà come la nostra — da sempre apprezzata — completamente distrutta. Il Comune di Varese si ritrova una struttura in ordine, perfetta. Chi entrerà troverà un impianto che è stato mantenuto al meglio per oltre 50 anni da una realtà che, quando l’ippica funzionava, ha ottenuto risultati straordinari e il nuovo gestore non potrà entrare e prendersi tutto. Parteciperemo al bando per la concessione, con la speranza che la sentenza del TAR lo annulli“.

Ricordiamo che, a livello di gestione dell’ippodromo, la concessione alla SVICC (Società Varesina Incremento Corse e Cavalli) da parte del Comune di Varese scade quest’anno. La proroga richiesta è stata rigettata ed ora si attende l’esito del ricorso al Tar di Milano, la cui discussione è prevista tra il 18 e il 19 settembrepochissimi giorni dopo la chiusura del bando comunale per la nuova gestione, prevista il 15 dello stesso mese

Poi, guardando in generale all’esposizione mediatica del movimento, dice: “La parte più critica e dolorosa di tutta questa vicenda è che non abbiamo le risorse per comunicare al pubblico l’esistenza delle nostre corse. Ritengo che il problema più grande dell’Ippica sia che il Ministero spende circa 9 milioni di euro dei contribuenti per una televisione inesistente. Il Digitale Terrestre ormai non lo guarda più nessuno, non interessa più a nessuno. Se voglio vedere il mio cavallo correre, voglio anche una certa visibilità. Con 9 milioni di euro, a livello di comunicazione, si potrebbero fare cose enormi. A Varese l’Ippodromo è ancora un’istituzione: ci sono sempre 3.000 persone presenti, con un fatturato di circa 30/35.000 euro di scommesse per ogni gara. Il rendimento è basso perché rimane ben poco, segno del fatto che ci sono persone molto competenti che scommettono e rendono il gioco un investimento“.

Al suo fianco, il figlio Giovanni Borghi: “Non volgiamo che l’ippodromo resti una nostalgica memoria ma che torni ad essere un luogo di richiamo per tanti giovani che possano così scoprire lo spettacolo dell’ippica. Negli ultimi due anni abbiamo passato un periodo difficilissimo“.
Presente anche Orazio Cucinotta, Chief Executive Officer di CFO Advisory, nuovo partner delle corse varesine: “Credo molto nella potenzialità di questo sport, dobbiamo provare a riportare la gente all’Ippodromo come diversi anni fa. Non è facile, ne siamo consapevoli, ma l’obiettivo è questo e noi abbiamo deciso di collaborare per cercare di raggiungere questo obiettivo“.

Alessandro Burin

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