Chi fosse quello in campo con la sua maglia nella prima metà di stagione è un argomento che lasciamo alla fisiognomica. Sta di fatto che da quando è svoltato il calendario, Nicholas Siega è tornato quello ammirato a Casale e ancora incompiuto alla Pro Patria.
“Me lo dicono tutti”, abbozza l’ala sinistra tigrotta, “ma non ci sono motivi particolari”. D’accordo, ma un cambio di registro così robusto (peraltro applicabile in copia carbone a quello della squadra passata dai 12 punti al giro di boa alle 3 vittorie nelle ultime 4), avrà delle ragioni meno empiriche?
“Sto bene e nulla più. Forse, inconsciamente, ho patito il cambio di piazza e di categoria, ma ho sempre lavorato sodo e i risultati cominciano a vedersi”.
Il successo del “Mapei Stadium” con la Reggiana ha la sua firma apposta in calce grazie all’assist decisivo per Serafini (a proposito, per il capitano stop ai box nel prossimo turno causa squalifica). Quello che manca ancora all’ex nerostellato è proprio la proverbiale gioia del gol visto che la casella delle reti è tuttora immacolata.
“Non ho mai segnato tantissimo (per la cronaca, 10 reti in 3 stagioni in Monferrato), ma se devo dirla tutta il gol un po’ mi manca. Comunque non ci penso, arriverà anche quello”.
Ti aspetti un ambiente teso per le ormai note vicende societarie e invece al “Sergio Gambini” di Olgiate Olona (ancora preferito allo “Speroni” per preservarne il manto erboso), pizza al trancio come piovesse (è il modo scelto dal vice Colleoni per santificare l’esordio in panchina) e facce distese come nulla fosse.
“Siamo impermeabili a ciò che accade fuori dal campo. Viviamo partita per partita senza correre più in là”.
Per inciso, in questi giorni dovrebbe concretizzarsi il contatto tra il patron Vavassori e l’avvocato Roberto Golda Perini, rappresentante della cordata italo-britannica. A naso, siamo ancora abbondantemente ai preliminari e la proposta veicolata dalla Lombard Merchant Bank, al momento, sembra una bella confezione ancora tutta da riempire. Mentre si rivede anche Dario Polverini (per lui l’obiettivo è già puntato sul Vicenza), la sosta può sembrare una seccatura piantata proprio nel mezzo del momento magico biancoblu.
“Anche se siamo una squadra giovanissima, ricaricare le pile serve eccome”, continua Siega che non si sottrae all’analisi del giro di vite post-natalizio, “le partenze di Bruccini, Nossa e Giannone hanno responsabilizzato tutti gli altri, soprattutto i più giovani”.
Si chiude inevitabilmente con il modello, se non proprio da imitare, quantomeno da ammirare: “Sono sempre stato un grande fan di Del Piero”.  E allora rifacendosi all’Avvocato, la Pro Patria, più che Pinturicchio, ha ritrovato il suo Godot.

Giovanni Castiglioni