Tra le imprevedibili virtù della conferenza stampa del sabato mattina, c’è senza dubbio quella di poter fare due chiacchiere senza la strettissima contingenza del post partita. Alla vigilia della durissima trasferta di Vicenza (domani ore 15, stadio “Menti”), Leandro Greco non si sottrae al dialogo: “Contro il Novara avevamo focalizzato 3 priorità: duelli/imprevisti/cambi gioco. Per quanto riguarda i duelli tutto nasceva dall’analisi del match con la Giana in cui avevamo migliorato di molto la percentuale di quelli vinti tra primo e secondo tempo. E per duelli non intendo non solo i contrasti ma anche dribbling e soluzioni tecniche. Con il Novara abbiamo fatto molto meglio già nel primo tempo. Per poi crescere ancora in inferiorità numerica. Il carattere deriva dalle motivazioni dei giocatori che abbiamo scelto. Non è casuale. Quanto agli imprevisti, bisogna imparare ad allenare le ingiustizie. Quelle che abbiamo subito domenica dalla direzione arbitrale. Infine i cambi gioco. Ma il sistema di gioco adottato dal Novara ha cambiato le carte in tavola”.

Interessante. Soprattutto per il riferimento alla direzione di gara che ha privato la Pro Patria degli squalificati Masi e Giudici. Il tecnico biancoblu si tiene lontano dalla retorica: “Giocatori tutti uguali? Per me non lo sono. O meglio, lo devono essere nei comportamenti, fuori dal campo. Ma poi non possiamo nasconderci le differenze. Abbiamo visto quello che ci può dare Masi in termini di letture. Qualcosa che ci era mancato nelle prime 3 giornate. Reggiori? Grandi potenzialità perché è giovane e deve crescere”. Poi ci sarebbe anche il Vicenza a domicilio: 15 vittorie ed un pareggio nelle ultime 16 in casa con sconfitta latitante da 37 turni. Ingiocabile? “Non ci sono imprese impossibili. Il coefficiente di difficoltà è alto. Andiamo a giocare contro la squadra che probabilmente vincerà il Campionato. E’ uno stimolo per noi per capire il nostro livello”.                      

Imprevisto e considerato

Alla categoria imprevisti, l’incidente occorso in mattinata a Matteo Zamarian: pallonata alla tempia e ricovero precauzionale (domani chiaramente non ci sarà). Perché non puoi mai sapere cosa ti può riservare la rifinitura. Il cui bilancio contempla il completo recupero di Travaglini e Ricordi mentre Udoh e Auci potrebbero essere disponibili nella 6^ di giovedì con l’AlbinoLeffe (ore 18.30, stadio “Speroni”). Per Schiavone invece, tempi decisamente più lunghi. La spigolatura del destino riguarda ovviamente Christian Travaglini. In campo al “Menti” per soli 6’ il 15 settembre 2024 prima che un crociato galeotto non gli mandasse all’aria l’intera stagione. Domani (cioè 371 giorni dopo), potrebbe rientrare dopo un ulteriore mese di stop (aveva giocato la prima con la Pro Vercelli). Tu chiamale se vuoi, catarsi. Al capitolo formazione (tenuto conto delle defezioni di Masi e Giudici), si azzarda 3-5-2 con Rovida tra i pali; Reggiori, Motolese e Dimarco in linea dietro; Mora (in funzione difensiva vista la sua recente mutazione), Ferri, Di Munno, Schirò e Orfei in mediana; Renelus e Mastroianni in avanti. Sempre con il beneficio dell’inventario.                   

Vice che dice

Se Leandro Greco non avrà al suo fianco il secondo Daniele Dessena (vittima del Iannello Horror Show di domenica scorsa), Fabio Gallo potrà invece contare sul vice Pippo Carobbio. Il mancino di Alzano Lombardo arriva dall’esperienza come capo allenatore in Serie D alla Folgore Caratese. Per l’ex Varese (sotto il Sacro Monte dal 2000 al 2002), quello con il Vicenza è un ritorno tra i pro dopo 15 anni. In un lungo post su Facebook, Carobbio ha così messo il circoletto rosso sul suo ritorno nel calcio che conta: “Nel 2011 ho toccato il fondo. Il calcio, che era tutta la mia vita. Ho commesso errori gravi, ho pagato il prezzo più alto: la dignità, la libertà, la fiducia. Per anni ho vissuto con un peso addosso, in silenzio, cercando un senso, una strada per rimettere insieme i pezzi. Non è stato facile. Ho sofferto, ho riflettuto, ho lavorato su me stesso. Ho fatto del bene dove potevo, anche lontano dai riflettori. E un passo alla volta, in punta di piedi, ho ricominciato. Con umiltà. Con sacrificio. Con fame. Oggi, dopo quasi 15 anni, torno nel calcio professionistico da vice allenatore. Non è un punto d’arrivo, ma un nuovo inizio. Porto con me le cicatrici, ma anche la consapevolezza di essere una persona diversa”.

Giovanni Castiglioni

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