
Fare collezione di 3-0 non è certo cosa buona e giusta. Ma se la domanda (più che legittima, anzi, doverosa) è se Leandro Greco rischi la panca dopo l’avvilente disfatta di ieri sera con la nemesi AlbinoLeffe (6 vittorie in via Cà Bianca nelle ultime 7), beh, la risposta è perentoria: assolutamente no. Per ora. Già, perché le abitudini della casa non contemplano scelte di pancia. E sul capitolino è stato fatto un investimento (tecnico prima ancora che economico), che dovrebbe andare oltre la strettissima contingenza. Ma il tempo (appunto), stringe e quota 2 dopo 6 giornate rappresenta un fatturato fallimentare. Altri aggettivi non renderebbero l’idea. Tanto più che (così, a muzzo), il meglio espresso sin qui dalla Pro Patria si è visto il 24 agosto nella prima giornata contro la Pro Vercelli (a dispetto del 2-3 la prestazione era stata incoraggiante). Da allora, la narrazione interna parla di percorso di crescita, mentre i fatti dicono ben altro. In tempi diversi, ieri sera in Sala Stampa Sandro Turotti avrebbe fatto da parafulmine per tutti. Si è preferito invece non aprire l’unità di crisi lasciando ribalta e parole a Greco (e Masi). Senza voler dare significato eccessivo alla cosa, un modo per lasciar intendere che l’allenatore dispone di spalle sufficientemente larghe per difendersi da solo. Prendendosi carico dei risultati che non arrivano. Anche in virtù di una rosa costruita con criteri discutibili. La difesa bustocca è la peggiore della categoria (13 reti come il Giugliano) e l’attacco non segna da 303’. Numeri che portano direttamente ai playout. Solo perché la Triestina è sepolta dalle penalizzazioni, s’intende. Lunedì (ore 20.30, stadio “Tombolato”), incrocio con un Cittadella che (contrariamente ad ogni previsione, a partire da quella dello scrivente), si trova ingarellato nelle retrovie. Urge giro di vite. Immediato e non procrastinabile.
Pensieri, parole, opere ed omissioni
A dar retta al vecchio Trap, “Gli allenatori si dividono in due categorie: quelli esonerati e quelli che stanno per esserlo”. Leandro Greco (implicitamente), raccoglie la provocazione: “La responsabilità è mia perché quando una squadra si presenta ad una partita così con questi errori, evidentemente non ho lavorato bene. Mi dispiace per la gente che ha fischiato alla fine, per la società, per il direttore. E’ un momento brutto, una partita brutta. Mi sento molto responsabile. Ma come dicono tutti in questi casi, la mia strada è il lavoro. Dobbiamo dare una sterzata. Tutte le cose che diciamo, adesso valgono fino ad un certo punto. Devo dedurre che non sono stato in grado di metterci mano in maniera importante”. Voglia di parlare il giusto per il senatore Alberto Masi che dopo essersi limitato al compitino tecnico in campo, non va oltre quello dialettico davanti ai microfoni: “Abbiamo commesso degli errori. E’ dura. Bisogna cercare di uscire da questo momento. Penso che questa squadra abbia tutto per farcela”. Convincente? Per carità di (Pro) Patria, facciamo finta di sì.
Tiri a campare
Se a Vicenza la Pro Patria era stata presa a pallate (14 tiri a 1), paradossalmente ieri sera l’AlbinoLeffe ha realizzato 3 gol con 3 conclusioni a rete. Ma mica solo per dire eh: 3 tiri nello specchio e nessuno fuori nel primo tempo, 4 a 1 al 90’ (fonte Sky Sport). Di contro, i biancoblu hanno risposto con 8 tiri fuori e 4 in porta. Senza però che Di Chiara abbia dovuto compiere una parata vera. Cioè, polveri bagnate. Facciamo pure zuppe.
Dovere di cronaca
Facendo (male) il cronista, ogni valutazione sulle more societarie è circoscritta alla banalissima cronaca. Su questo fronte siamo fermi alla conferenza stampa dello scorso 11 giugno quando Patrizia Testa e Rosanna Zema (titolare del 51% delle quote tigrotte la Presidentessa e rappresentante a nome della Finnat Fiduciaria del restante 49% l’Avvocato), non fornirono nessun riferimento alla tempistica di un possibile cambio di maggioranza. La vernice ufficiale allo “Speroni” dell’11 settembre non regalò ulteriori spunti se non quel Mister X evocato dal Sindaco Antonelli apparso più un topos giornalistico che uno scenario concreto. Ma questa (meglio sottolinearlo), è solo una sensazione personale. Ciò detto, l’organizzazione del club, per non parlare dei risultati, sono sovrapponibili a quelli del recente passato. Come dire che la svolta non è ancora partita. Almeno, osservando da fuori. Ergo, sgombrare il campo dai potenziali equivoci gioverebbe a tutti. Non solo ai semplici cronisti.
Giovanni Castiglioni
(Interviste a cura Comunicazione Aurora Pro Patria 1919 Official)