Neanche il tempo di arrivare che Nunzio Di Roberto è stato subito protagonista in biancorosso con due partite da titolare e un gol, quello valso i tre punti a Pescara. La carriera del giocatore nato a Napoli il 21 settembre del 1985 è iniziata nella scuola calcio del Puteoli, squadra di Pozzuoli, città in cui il giocatore ha sempre vissuto con la sua famiglia. A 11 anni è passato al Napoli dove ha giocato sino ai 18 anni debuttando anche in Serie B. Poi la società campana fallì e Di Roberto passò diversi anni in C con Giugliano, Potenza e Foggia. Nel 2008 il ritorno in B con la maglia del Frosinone; poi i passaggi al Foggia e al Taranto prima di approdare, tre anni fa, al Cittadella; in Veneto ha collezionato 26 gol in 128 presenze. A gennaio ha accettato l’offerta del Varese ed è arrivato sotto il Sacro Monte.
«Forse non tutti conoscono questo aneddoto – racconta l’attaccante -: il penultimo giorno di mercato ero indeciso se partire o meno in trasferta con il Cittadella che avrebbe giocato contro la Ternana. Alla fine il giorno dopo sono andato in ritiro con la squadra, ci siamo fatti cinque ore di pullman e la sera, alle 11 meno 20, mi hanno detto che ero stato preso dal Varese. La mattina dopo mi hanno accompagnato in stazione e sono tornato indietro in treno».
Come ti trovi a Varese?
«Piove spesso, ma è una bellissima città. Vivo con mia moglie Daniela e con la nostra piccola Gioia che ha un anno e mezzo. Ho scelto questa piazza perché negli ultimi quattro anni l’ho conosciuta da avversario e ho sempre pensato fosse arcigna da affrontare perché la squadra non mollava mai. Non mi sono sbagliato. Ho trovato un ambiente dove si lavora serenamente, ma quando c’è da fare la prestazione non ci si tira mai indietro. La società mi ha voluto fortemente, crede in me e io voglio ripagarla».
Qual è stato il tuo momento più bello in carriera?
«Senza dubbio quando ho debuttato in Serie B con il Napoli. Avevo 18 anni ed essendo anche tifoso è stata una gioia immensa e indimenticabile. Anche gli ultimi tre anni a Cittadella sono stati positivi. Cercherò di continuare a togliermi soddisfazioni».
E quello più brutto?
«Per fortuna non c’è ancora stato. Ho avuto magari dei periodi di difficoltà come tutti i calciatori, ma mai un momento brutto».
Il gol più bello?
«Quello segnato con la maglia del Cittadella, tre anni fa a Novara (26 gennaio 2011 ndr). Sono entrato in area dribblando tre avversari e ho piazzato il pallone di potenza, di sinistro, sotto la traversa. È stato il gol dell’1-1-, la partita è finita 2-2».
Sulle spalle hai la maglia numero 16, una scelta particolare?
«Il mio numero preferito è il 7, un classico degli esterni, e ho sempre avuto quello. Arrivando a Varese in corsa c’era poco scelta e ho optato per il 16, non sono ferrato in matematica, ma uno + sei fa sette».
A proposito di matematica, come andavi a scuola?
«Di solito a piedi, alcune volte con il pulmino. A parte gli scherzi, ero una via di mezzo, né genio né somaro, ma mi sono fermato alla terza media».
Se non avessi fatto il calciatore…
«Avrei fatto il calciatore. È la cosa che mi riesce meglio, non so fare altro e non vorrei fare altro. Il calcio è la mia vita…».
Il tuo tipo allenatore ideale?
«È quello che cerca sempre di tirare fuori il meglio da ogni giocatore. Così facendo si ottiene il massimo, al di là di qualunque tattica. Gautieri mescola bene le due cose, infondendo fiducia in ognuno di noi. Mi trovo bene nel suo schema e spero di fare sempre meglio. C’è armonia nello spogliatoio e volontà di ottenere il massimo».
Quanto è servita la vittoria di Pescara?
«Direi che ci ha dato una spinta e non solo in classifica. Sono felice di aver dato il mio contributo alla vittoria. È stata la dimostrazione che il lavoro che stiamo facendo è quello giusto. Dobbiamo continuare così».
Sabato arrivano i lupi di Avellino che in questo 2014 non hanno ancora mai vinto…
«È una delle tante sorprese di quest’anno insieme a Lanciano e Latina, ha voglia di rivalsa e dovremmo stare molto attenti. Vogliamo gioire davanti ai nostri tifosi».
Desideri di Di Roberto per il futuro?
«Il sogno di ogni calciatore è di arrivare in Serie A, io prima o poi spero di realizzarlo. Attualmente mi piacerebbere vincere un campionato, alzare qualche trofeo».

Elisa Cascioli