
Si ragiona, in casa Pallacanestro Varese, su cosa poter fare per sistemare un inizio di stagione complicato, reso tale da 1 sola vittoria nelle prime 4 partite, ma soprattutto da un atteggiamento di squadra in campo ben lontano da quell’unione e coesione che dall’arrivo di coach Kastritis nella passata stagione eravamo abituati a vedere. Ad oggi la mancanza di quell’identità difensiva, basata sullo spirito di sacrificio, sul sudore e sulla lotta su ogni pallone manca ed il calendario, che mette di fronte ai biancorossi un trittico horror, per rimanere in tema Halloween, con le sfide a Venezia, Virtus Bologna e Tortona in una settimana, non lascia tempo per lavorare con calma. C’è da fare e da fare anche in fretta per cercare di dare una svolta a questa stagione.
Nella sconfitta interna con Trento di sabato scorso qualche passo in avanti da parte della squadra si è visto e con l’arrivo di Iroegbu, in realtà, se ne dovrebbe vedere qualcuno ancora in più. Per capire però meglio il momento dei biancorossi abbiamo parlato con l’assistente allenatore di Kastritis, Matteo Jemoli.
Jemoli, cosa non ha funzionato con Trento?
“Le due situazioni che abbiamo sofferto di più sono stati i rimbalzi offensivi concessi e sicuramente le palle perse che hanno aperto alle loro transizioni con cui ci hanno fatto terribilmente male. Due situazioni che dovremo essere bravi a sistemare alla svelta”.
Le ha citate lei, le tante palle perse: Varese ne perde 16,3 di media, il dato peggiore della LBA. Perchè?
“Su questo incide la poca conoscenza tra i giocatori in squadra, parliamo di un gruppo che ha cambiato e sta cambiando e che deve ancora trovare la migliore connessione. Su questo hanno poi inciso gli infortuni del pre stagione le prestazioni sottotono di alcuni interpreti che hanno reso tutto il processo di sviluppo della chimica di squadra molto più lento”.
In questo momento di grande sofferenza a rimbalzo, con un Renfro ancora non al 100%, per proteggerlo e aiutarlo non sarebbe meglio farlo giocare con Nkamhoua piuttosto che alternarli?
“Sicuramente il campione di riferimento che abbiamo per questo è davvero limitato tra Reggio Emilia e Trento. E’ chiaro che la nostra volontà è quella di farli giocare insieme sempre di più nel corso delle prossime partite proprio per arrivare ad avere una maggior struttura sotto le plance”.
La sofferenza a rimbalzo, però, deriva anche dalla poca efficacia che stanno avendo gli esterni in questa situazione di gioco e viene in mente quanto l’hanno scorso faceva Hands a riguardo…
“Non c’è dubbio che le nostre guardi e ali debbano darci di più a rimbalzo, perché parliamo di un lavoro di squadra in cui tutti devono collaborare. L’anno scorso Jaylen ci dava una grande mano in questo senso, quindi adesso abbiamo bisogno che chi gioca sugli esterni ci dià maggiore presenza a rimbalzo”.
Nelle ultime due gare abbiamo visto Alviti sottotono. Come mai?
“Dopo la partita di Sassari è stato particolarmente attenzionato dalle difese avversarie che gli hanno tolto tante soluzioni di tiro e gli hanno messo una pressione particolare, anche fisica, addosso. Noi dobbiamo essere più bravi di squadra nel costruirgli qualche tiro aperto ed è una cosa su cui stiamo lavorando”.
Cosa porta l’arrivo di Iroegbu alla squadra?
“Tanta energia, pressione sulla palla e pericolosità offensiva, non solo da un punto di vista dei punti segnati quanto delle attenzione che le difese avranno su di lui, il che ci permetterà, speriamo, di creare tiri aperti per Alviti, Freeman Assui e Nkamhoua ad esempio”.
La possibilità di giocare a zona in difesa per reggere meglio l’urto fisico degli avversari e riempire l’area è da scartare a priori?
“No. E’ una soluzione sulla quale vogliamo lavorare ma per farlo abbiamo bisogno di essere al completo. Non è assolutamente unìipotesi da scartare a priori, anzi”.
Che partita si aspetta domenica a Venezia?
“Difficile. Venezia è una squadra di talento, soprattutto sugli esterni dove ha giocatori in grado di creare tante soluzioni dai giochi in pick’n’roll e uno contro uno. Inoltre, sono molto bravi a prendere rimbalzo in attacco e questa sarà senza dubbio una delle chiavi del match. L’altra, visto che nelle ultime settimane hanno alzato il loro ritmo di gioco, sarà la nostra capacità di limitare e loro transizioni offensive e su questo inciderà anche la nostra capacità di non perdere così tanti palloni come fatto finora”.
Alessandro Burin























