
Nella solidità difensiva del Varese Femminile c’è anche la firma di Federica Galli, classe 2004, esterno destro di ruolo, ma all’occorrenza capace di adattarsi anche da centrale. Dopo la gavetta in settori giovanili di rilievo, Galli si è messa in mostra con la maglia della Solbiatese Azalee per poi passare al Castello Città di Cantù: proprio in questo contesto è stata notata anche dalla dirigenza biancorossa che non ha esitato nel puntare forte su di lei. E, con in vista proprio la sfida al Castello Città di Cantù, chi meglio di lei può fare da collante tra gli ultimi due pareggi consecutivi e il prossimo impegno?
Fisicità, grinta e buona tecnica le sue caratteristiche principali, con una naturalezza nell’impostare l’azione palla al piede che la rende una pedina preziosa per mister Faccone che ha già saputo ritagliarsi un ruolo importante nelle gerarchie biancorosse. “Sono arrivata in punta di piedi, ma mi sono sentita subito parte del gruppo – racconta la giocatrice comasca –. Sapevo che la squadra era molto unita e non ho avuto alcuna difficoltà a inserirmi: c’è un bel clima e stiamo lavorando bene”.
Due pareggi consecutivi: qualcuno potrebbe parlare di rallentamento, ma bisogna sempre relazionare il risultato al valore dell’avversario e l’1-1 contro il Mantova è forse un’implicita dichiarazione del vostro valore.
“Abbiamo affrontato due partite di alto livello. Il campionato è molto più competitivo rispetto al passato: ogni squadra è tosta, anche le ultime in classifica. Su domenica, dispiace aver subito gol nell’unico loro tiro in porta, per quanto nella ripresa siano riuscite a metterci in difficoltà in alcuni frangenti, ma siamo state brave a rimettere in equilibrio la gara”.

Aprendo subito una parentesi su di te, arrivi con un bagaglio importante: quando hai iniziato a giocare a calcio?
“Avevo otto anni: giocavo sempre con i miei cugini e mio fratello, poi sono entrata nella squadra dell’oratorio. Dopo qualche anno, sono passata al Como 2000 per poi andare all’Inter dove sono stata con le annate U17 e U19; successivamente ho scelto di fare un’esperienza negli Stati Uniti, vicino a Boston, e al rientro sono stata due stagioni alla Solbiatese e una al Castello Città di Cantà”.
Esperienze importanti e diverse tra loro: cosa ti hanno lasciato?
“Tanto. Ho imparato che, indipendentemente dal contesto, bisogna sempre dare il massimo e impegnarsi. Negli Stati Uniti lo sport ha un valore diverso: si vive con grande entusiasmo e rispetto, anche se il livello non era altissimo. È stato formativo sotto ogni aspetto”.
Come mai la scelta di Varese?
“Conoscevo già alcune ragazze e, dopo un allenamento di prova, ho capito subito che c’era un bel gruppo. Ho accettato volentieri: cercavo un ambiente dove poter crescere e divertirmi”.
Ti hanno descritta come giocatrice fisica e grintosa, ma anche tecnica: ti ci ritrovi?
“Sì, direi di sì. Penso che la mia forza sia la mentalità e la capacità di adattarmi a diverse situazioni. Se perdo palla cerco sempre di riconquistarla subito. Forse devo migliorare sulla parte atletica, spingere di più durante la partita, ma ci sto lavorando”.

Il primo gol stagionale è arrivato in casa e ha aperto la rimonta contro il Circolo Giovanile Bresso. Che emozione è stata?
“Bellissima. Segnare è sempre speciale, ma farlo davanti al nostro pubblico e in un momento così importante ha avuto un sapore diverso”.
Che obiettivo si pone questo Varese?
“Sappiamo di essere forti, ma ancora non abbiamo mostrato tutto il nostro potenziale. L’obiettivo è stare il più in alto possibile, giocando ogni partita con la nostra identità, anche quelle più difficili”.
E quello personale?
“Divertirmi, crescere e dare sempre il massimo. Voglio essere soddisfatta di ciò che porto in campo”.
Domenica affronterete il Castello Città di Cantù, la tua ex squadra: immagino che sarà una sfida dal forte valore sentimentale, ma anche di una notevole difficoltà tecnica. Classifica alla mano potrebbe sembrare un match semplice ma, proprio in virtù dell’ottimo livello di campionato, che partita ti aspetti?
“Sarà una sfida speciale, conosco tante ragazze e ci saranno anche amici e familiari a vedermi. Sarà emozionante, ma voglio concentrarmi sulla partita: mi aspetto un match fisico e combattuto, deciso da chi avrà più voglia di non mollare. Noi siamo più forti, sulla carta, ma dovremo evitare di abbassare intensità e attenzione, cosa che a volte ci capita contro le squadre potenzialmente inferiori. Da un certo punto di vista mi spiace vedere la mia ex squadra in difficoltà, anche lo scorso anno non siamo mai riuscite ad esprimere il nostro potenziale, ma adesso guardo solo al Varese: dovremo essere brave a concentrarci sulla nostra prestazione”.
Domenica ci sarà anche un certo big match Mantova-Erbusco: focus ovviamente su voi stesse, ma cosa puoi dirmi di quella partita?
“Non avendo ancora visto l’Erbusco mi diventa difficile azzardare un pronostico, posto che se una squadra ha vinto otto partite su otto un motivo c’è. Come hai detto, focus su noi stesse e basta: se proprio dovessi azzardare un pronostico, spererei in un pareggio”.
Tra l’altro, al momento, siete a -6 dalla capolista. Posto che senza il confronto diretto diventa difficile dare una risposta, cosa serve per recuperare il gap da loro?
“Maggior attenzione su quei dettagli che possono sembrare minimi o superflui, ma che in realtà fanno tutta la differenza del mondo. Bisogna azzerare il più possibile qualsiasi margine d’errore. Il livello del campionato è davvero alto e possiamo dire la nostra contro chiunque. Non ho visto squadre nettamente superiori a noi: serve solo più concretezza nei momenti chiave”.
Matteo Carraro
 
                 
		











 

