Ieri sera, danzando  sulle note del Bolero di Ravel sicura e senza sbavature, la pattinatrice azzurra Carolina Kostner (nella foto di Luca Renoldi dal sito olimpiazzurra.it) ha fatto vivere dei momenti magici, speciali anche per chi conosce poco questo sport, figurarsi per chi invece lo pratica. Con il record personale di 216,73 punti, Carolina ha conquistato la sua prima medaglia olimpica. Dopo la delusione di Vancouver, a Sochi è arrivato il bronzo. Mai come in questo periodo l’attenzione è catalizzata sugli sport invernali: “Gli ultimi anni sono stati di crescita – ci spiega Federico Finazzi (nella foto a lato), allenatore di pattinaggio di figura della Ice Emotion – sia dal punto di vista dell’interesse del pubblico, sia sotto l’aspetto tecnico. Dai Giochi di Torino sono aumentati i giovani che si avvicinano a questo sport. Il bronzo non ha coronato soltanto il sogno di Carolina, ma le attese di tutti noi. Ha dato il massimo, non poteva dare di più. Un risultato del genere fa sicuramente da stimolo per tutti i pattinatori ed è un vero peccato che sia dato pochissimo spazio a tutta la manifestazione sulla televisione pubblica. Per chi non ha Sky è tragico seguire le gare”.
La gara è stata condita da numerose polemiche dopo l’oro dato alla russa Adelina Sotnikova (224,59) e la seconda piazza per la coreana Yuna Kim (219,11) campionessa a Vancouver. “Mi dissocio dalle polemiche – dice Finazzi che nel 2007 ha partecipato come insegnante, in coppia con Eleonora Pedron, al programma Rai ‘Notti sul ghiaccio’ -. Credo che la russa artisticamente è forse poco matura, ma tecnicamente è stata la migliore”.
Per l’allenatore di primo livello di danza e artistico è importante spiegare che “questa disciplina non è solo spettacolo, ma uno sport molto complesso e anche giudicare non è affatto facile. C’è una grande componente artistica che va giudicata con più obbiettività possibile, ma è difficile perché ci sarà sempre una minima componente soggettiva. In questo sport non c’è solo la preparazione fisica, ma si esercita tantissimo la mente. C’è coordinazione, concentrazione e interpretazione”. 

Elisa Cascioli
foto di Luca Renoldi dal sito olimpiazzurra.it