
Grandi soddisfazioni per la Ckoss Polihandy di Oggiona con Santo Stefano, protagonista al recente Campionato Europeo di Karate e Parakarate andato in scena ad Almere, nei Paesi Bassi. Sotto la guida del Maestro e Presidente Rolando Gaido, la squadra varesotta ha conquistato risultati di assoluto prestigio, confermandosi tra le realtà più solide e inclusive del panorama internazionale. Il Maestro Gaido ripercorre le emozioni della trasferta olandese, racconta come la pratica del katà rappresenti uno strumento di crescita per gli atleti con disabilità e svela gli obiettivi che attendono la società nei prossimi appuntamenti mondiali.
Maestro Gaido, quali risultati avete conseguito all’Europeo Olandese?
“Siamo andati al Topsportcentrum di Almere, una città vicino ad Amsterdam; noi della Ckoss Polihandy di Oggiona ci siamo classificati primi come associazione di Parakarate, e siamo anche arrivati secondi nella classifica generale, tra le migliori prove di katà. Quattro miei allievi sono saliti sul podio: oro per Mattia Allesina, argento per Daniele Montanari e per Valeria Pillon, e bronzo per Poggesi”.
Quali katà avete dimostrato?
“A quest’Europeo hanno partecipato anche altre nazionali, fra le quali l’Olanda ospitante, l’Ungheria e la Repubblica Ceca. Allesina ha svolto il katà Sansai, mentre Montanari ha eseguito l’Unsu, un katà molto complesso, che richiede anche una tecnica di salto molto difficile; nella categoria K22, riservata agli atleti affetti da Sindrome di Down, Allesina e Montanari hanno disputato le finali. Poggesi ha gareggiato nella categoria K21, riservata agli autistici, ed è arrivato terzo, per il fatto che ha perso la semifinale di katà individuale contro il parakarateka olandese”.
Al Dutch Open for Youth era presente anche Sandra Sanchez?
“Sì. Sandra Sanchez è una karateka spagnola normodotata, campionessa europea; c’era anche suo marito Jesus Demoral, ottimo allenatore e Sensei, Maestro in una palestra o dojo adiacente al bellissimo palazzetto sportivo di Almere. I parakarateka della Ckoss Polihandy hanno svolto un seminario con questi due atleti spagnoli: i karateka iberici hanno spiegato loro un katà dello stile Shito Ryu, il Chatta niara no kushanku, che noi abbiamo studiato”.
Come lo svolgimento del katà può aiutare i disabili?
“Per quanto riguarda i karateka affetti da Sindrome di Down, l’esecuzione del katà impegna la memoria a lungo termine nei confronti della sequenza, e a livello fisico consolida le abilità coordinative e quelle condizionali; il katà, essendo individuale, sviluppa anche il senso di responsabilità durante lo svolgimento. Lo stesso vale per gli autistici, che si impegnano dimostrando una sequenza codificata, e ciò li aiuta a includerli anche nella vita quotidiana. Durante lo svolgimento del katà, anche gli iperattivi devono seguire un percorso di tecniche codificate, e ciò è un fattore utile a sfogare la loro iperattività e aiuta a coordinare meglio la mente”.
Come giudica l’arbitraggio e l’organizzazione di quest’Europeo?
“Io, essendo anche arbitro di Karate, giudico nel complesso buone le direzioni delle gare. L’organizzazione è stata molto entusiasmante, anche perché noi della Ckoss Polihandy siamo stati ospitati dalla signora Madelone Janssen-Staat, coach della nazionale olandese di Parakarate; abbiamo anche visitato il celebre e storico mulino a vento olandese Sawmill de Salamander”.
I parakarateka della Ckoss Polihandy erano emozionati in gara?
“In parte sì, a causa del vasto pubblico presente sugli spalti, pur essendo tutte cinture nere e già d’esperienza in merito al clima gara. Personalmente sono soddisfatto dei bellissimi katà dimostrati dai miei allievi e, in generale, da parte di tutte le nazionali presenti ho visto un Karate di alto livello tecnico. Durante i nostri allenamenti, mentre svolgiamo il katà, eseguiamo anche esercizi di respirazione e di rilassamento, oltre a inserirci nell’ottica del successivo clima gara. Questi risultati conquistati in Olanda testimoniano la validità della nostra scuola”.
Obiettivi futuri?
“Il prossimo mondiale di Parakarate e Karate a Il Cairo, in Egitto. Dimostreremo gli stessi katà che abbiamo svolto ad Almere”.
Nabil Morcos







































