Un anno e qualche mese alla guida del Settore Agonistico del Luino in qualità di Responsabile Tecnico, e Giuseppe Baggiolini può già tracciare un primo bilancio estremamente positivo del suo percorso. Tornato nella sua città che lo ha visto anche nascere e crescere calcisticamente, dopo anni di esperienza in Svizzera tra Chiasso, Lugano e il Team Ticino, Baggiolini (in possesso di tutti i patentini UEFA nonché Istruttore ASF in Svizzera) sta imprimendo alla società rossoblù un’impronta chiara e strutturata tra metodologia, crescita numerica e gestione di staff, ragazzi e genitori.

“Dopo tanti anni a girare la Svizzera e l’Europa in qualità di Responsabile Area del Team Ticino, anche in virtù della nascita del mio piccolo Marco ho scelto di avvicinarmi a casa – esordisce Baggiolini –. Sapevo che al Luino c’era bisogno di un Responsabile per la parte Agonistica e non ho esitato a mettermi in gioco. È stato un anno intenso, ma i risultati si iniziano già a vedere: siamo partiti dall’idea di costruire un percorso chiaro per allenatori e ragazzi, con metodologie precise, riunioni periodiche e regole condivise. L’obiettivo era quello di far crescere la società a 360 gradi, dall’Agonistica all’Attività di Base, e i numeri ci danno ragione perché ad oggi, senza contare U21 e Prima Squadra, abbiamo circa 220 tesserati”.

A che punto è il percorso di crescita del Luino?
“Il lavoro è appena iniziato, il percorso è infinito. Abbiamo incrementato i numeri e la partecipazione anche grazie agli Open Day, anzi abbiamo dovuto “respingere” e indirizzare altrove alcuni ragazzi, ma creare un progetto solido richiede tempo. Abbiamo preso in gestione un campo a Grantola per un paio di squadre dell’agonistica e stiamo lavorando, in sinergia con il Comune, per migliorare le strutture al fine di garantire il meglio ai nostri tesserati; un sintetico farebbe una gran differenza”.

Come è stata impostata la stagione dell’Agonistica?
“Abbiamo volutamente scelto di rinunciare alla Juniores per far confluire i ragazzi più interessanti nell’U21, dove possono confrontarsi con i più grandi e fare esperienza; alcuni di loro si allenano già con la Prima Squadra. Per il resto la filiera è completa e l’obiettivo sportivo è quello di portare quante più squadre possibili ai Regionali, cosa che ci garantirebbe una vetrina di rilievo. Vincere i campionati è pertanto l’obiettivo, così come lo è far giocare tutti: abbiamo gruppi importanti a livello numerico ed è chiaro che non tutti possono essere convocati, ma ci siamo adoperati per garantire un doppio turno al mese con amichevoli pensate per consentire a chiunque di giocare, crescere, guadagnarsi spazio. Queste gerarchie sono state accettate con entusiasmo dai ragazzi, i quali sono stimolati a far sempre meglio con la certezza che tutti, prima o poi, si conquisteranno la propria possibilità”.

Luino può diventare un punto di riferimento del territorio?
“Stiamo lavorando proprio per questo. A tal proposito ho avuto modo di confrontarmi anche con i Respinsabili di realtà limitrofe, ma creare un gruppo di lavoro in questa zona del territorio di Varese non è così facile anche perché ci sono davvero tante società. Ma non è impossibile. Prima di tutto dobbiamo crescere noi e, in tal senso, andare ai Regionali con tutte le annate possibili diventa fondamentale. Ragazzi e genitori, comunque si stanno accorgendo che qui c’è una metodologia ben precisa”

In cosa consiste questa metodologia?
“Tutti gli allenatori seguono linee guida definite e c’è una forte coesione tra staff, ragazzi e dirigenti. Regole semplici ma chiare: chi non ha il kit non si allena, tutti i ragazzi all’interno del Centro Sportivo devono dare la mano ai membri dello staff che incontrano quando entrano ed escono. C’è un codice di comportamento che tutti devono conoscere e rispettare: i genitori, ad esempio, non possono parlare a livello tecnico con gli allenatori, ma per qualsiasi problematica devono rivolgersi a me perché io sono il referente. Chi infrange le direttive di comportamento è responsabile delle multe imposte dalla Federazione e viene ulteriormente multato dalla società. Ragazzi e genitori, con i quali tengo riunioni periodiche circa tre volte l’anno, si sono dimostrati ben propensi a quest’impostazione e finora non abbiamo avuto problemi”.

L’affiliazione al Milan Academy che valore ha?
“Ci permette di seguire metodologie precise per la crescita dei ragazzi, come ho imparato in Svizzera, fornendo loro prospettive importanti nel mondo del calcio. Ovvio che, parlando di un livello provinciale, il discorso è diverso: bisogna capire le qualità dei giocatori e avere allenatori duttili e predisposti ad abbracciare questo percorso”.

Quali sono le ambizioni del Luino?
“Crescere, strutturarsi e consolidarsi. Siamo già cresciuti tanto sotto diversi punti di vista e il lavoro è coordinato e uniforme: dal bar al magazziniere, tutti collaborano per il bene della società. I passi da fare, tuttavia, sono ancora molti. Come ho detto, un campo in sintetico sarebbe di grande aiuto perché al giorno d’oggi il capito strutture è di vitale importanza per le società: organizziamo già tornei internazionali per quel che riguarda l’Attività di Base, ma per fortificare il movimento servono tempo e spazi adeguati. I primi risultati, comunque, si vedono già perché abbiamo squadre che se la giocano con realtà di stampo regionale”.

Possiamo dire che questa metodologia pagherà?
“Su una cosa voglio esser chiaro: non reclutiamo ragazzi da altre società. Chi viene qui lo fa perché c’è un progetto chiaro e condiviso, ragion per cui mi sento di poter dire che questo modello funziona e presto vedremo altri risultati. Anche per i giovani allenatori si aprono spiragli importanti e, ad esempio, nel calcio di base abbiamo inserito tre ragazzi della Prima Squadra che gestiscono i 2017 e i 2018. L’unione con il gruppo in Promozione è altrettanto fondamentale per la nostra crescita: il Luino è un’unica realtà, con una linea comune dalla Prima Squadra fino ai più piccoli. Siamo tutti sulla stessa barca”.

Matteo Carraro

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