
Accettare una sfida con la convinzione di poterla vincere, o quantomeno, di averci messo tutto prima di mollare. Pierluigi Contaldo si è approcciato così alla missione salvezza cui è stato chiamato in casa Verbano con la squadra che, dopo 9 partite di campionato, è ultima ferma a zero punti nel Girone C di Promozione.
Una mission, quella affidata all’allenatore ex Gallarate, sicuramente complicata ma che probabilmente solo un uomo come lui che di missioni, visto il suo lavoro di militare, se ne intende, può tentare di compiere partendo da concetti tanto semplici quanto chiari: il lavoro e la fiducia nelle proprie capacità.
Mister, partiamo dalla sconfitta per 1-2 del weekend contro l’Ispra: una gara nella quale, al di là del risultato, la squadra ha dato segnali di ripresa…
“Assolutamente sì. Ho visto segnali di ripresa ampissimi da parte della squadra. In tutti questi 10 anni di carriera da allenatore non ho mai trovato una squadra così disponibile alle richieste dell’allenatore. Questo è chiaro che è un punto di partenza fondamentale in una situazione come quella in cui ci troviamo, che è molto fluida sotto tutti i punti di vista. Ora abbiamo bisogno di mettere i primi paletti fissi per iniziare a costruire un’identità di squadra chiara e definita”.
Dal punto di vista mentale, che corde sta toccando per rivitalizzare un gruppo che non ha ancora trovato nemmeno un punto in questo campionato?
“Io sono un militare, quindi quello che sicuramente sto cercando di portare alla squadra sono la disciplina e la dedizione al lavoro, serio, ogni giorno, in campo. Sto cercando di stimolare i ragazzi da un punto di vista dell’orgoglio e della convinzione personali che, come normale sia in questa situazione, in questo momento sono molto a terra. La squadra deve essere consapevole di potersi ancora salvare e di non doversi dare mai per vinta, perché solo credendoci e lavorando si possono cambiare situazioni come quella nella quale ci troviamo”.
Cosa l’ha spinta ad accettare questa sfida?
“Il Verbano è una società storica con un blasone e una storia e la possibilità di mettere un mattone in questa storia è sicuramente qualcosa di stimolante. Poi, la mia carriera parla da sola, ritengo di avere tutte le carte in regola per poter fare anche qui a Verbano, nella misura del contesto di classifica in cui ci troviamo, qualcosa di importante. E’ chiaro, qualcosa lo andremo a sistemare, la società è al mio fianco ed è presente. Io farò il massimo per trasmettere ai giocatori quello che ho dentro, poi starà anche a loro in campo portare tutti valori che gli trasmetterò”.
All’orizzonte, però, arriva una sfida proibitiva con la capolista Aurora Cantalupo. Cosa dovete fare per provare a vincere la partita?
“Come dicevo prima, dobbiamo scendere in campo convinti di poter fare una bella partita, al di là poi della forza del nostro avversario. Voglio una squadra che non entra in campo già battuta ma che sa e che prova a fare il massimo per portare a casa anche solo un punto. Poi, come si svilupperà la partita lo vedremo, ma il carattere e l’atteggiamento dei miei ragazzi non deve essere diverso da quello che ho detto: dobbiamo avere l’ambizione e la fame di cambiare questa situazione e provare ad impensierire la prima della classe”.
Alessandro Burin




























