
Il Varese Femminile continua a volare. La vittoria per 3-2 in extremis sul Desenzano ha confermato il grande avvio di stagione delle biancorosse che ora si preparano ad affrontare le due sfide più delicate del campionato: Doverese ed Erbusco, entrambe in trasferta e decisive per capire fino a dove possa spingersi questa squadra. In classifica, le ragazze di mister Faccone sono terze a 21 punti, dietro proprio a Doverese (23) ed Erbusco (27), e insieme alle dirette contendenti sono le uniche squadre ancora imbattute
Tra le protagoniste di questo ottimo percorso c’è Sofia Pulacini, centrocampista classe 2004 cresciuta nelle giovanili dell’Inter e passata per tre stagioni alle Azalee Solbiatese. Grinta, fisicità e tiro dalla distanza sono le sue armi migliori, ma dietro la determinazione c’è anche una ragazza che ammette di essere troppo esigente con sé stessa. Un bene o un male? Forse entrambe le cose: la certezza è che ci sarà tanto da lavorare per crescere a livello personale e come gruppo.
Gruppo che, nel frattempo, si gode il successo e si presenta al doppio big match con il morale a mille. “Quella di domenica è stata una partita bellissima – racconta Pulacini – perché loro erano una gran squadra e ce la siamo giocata a viso paerto. Vincere così, all’ultimo, è sempre più bello: significa che ci abbiamo creduto tutte insieme fino all’ultimo secondo”.
Dopo nove partite siete ancora imbattute: sei vittorie e tre pareggi. Dove si può ancora migliorare?
“Secondo me a volte, io in primis, siamo troppo frettolose nelle giocate. Ci capita di sbagliare passaggi semplici per la troppa voglia di fare. Però la strada è quella giusta: grinta e determinazione non mancano”.

Ora vi aspettano Doverese ed Erbusco, due trasferte difficilissime.
“Saranno sfide davvero toste, ma anche molto stimolanti. Speriamo di far bene: loro sono davanti in classifica, ma abbiamo le nostre carte da giocare e, se restiamo unite come sempre, potremo toglierci qualche bella soddisfazione”.
Siete le uniche tre squadre imbattute del girone: come vi avvicinate a questi scontri diretti?
“Ogni partita è a sé. Pensiamo una domenica alla volta, dando il massimo in ogni occasione. Con la Doverese sarà una battaglia vera, ma ci faremo trovare pronte”.
Facciamo un passo indietro: come è iniziata la tua carriera?
“I miei due migliori amici giocavano a calcio e, di conseguenza, sono cresciuta con il pallone in mano. Non ho però iniziato subito: da piccola facevo karate, ma non ho mai abbandonato il sogno del calcio e, nel momento in cui il mio oratorio a Busto ha deciso di creare una squadra, ho convinto i miei genitori a farmi provare. Cosa mi ha lasciato il karate? È uno sport che ti insegna la grinta e la concentrazione. Sei da sola, quindi devi metterci tutto: credo che questo mi abbia aiutato anche nel calcio”.
Cosa ti ha dato invece l’esperienza nel settore giovanile dell’Inter?
“A livello tecnico tantissimo, ma soprattutto dal punto di vista umano. Ho vissuto esperienze che non dimenticherò mai e che mi hanno fatto crescere molto”.
E dopo tre stagioni alle Azalee, la scelta di approdare a Varese.
“Negli ultimi anni, complice l’infortunio della prima stagione, ho giocato poco e avevo bisogno di ritrovare entusiasmo. Il Varese mi ha dato la possibilità di rimettermi in pista e fin da subito mi sono trovata benissimo sia con le compagne che con lo staff”.
In campo sei un elemento imprescindibile per dare equilibrio alla squadra: come stai vivendo questa responsabilità?
“Molto bene. Non ho avuto difficoltà a integrarmi e c’è un gruppo fantastico. Ci aiutiamo sempre, ci sosteniamo nei momenti difficili e questo fa la differenza. Anche fuori dal campo siamo unite, e si vede quando giochiamo”.

Tra le tue migliori qualità c’è il tiro da fuori e il gol contro il Mantova non è stato certo casuale…
“In realtà non me lo ricordo (ride, ndr). È stato tutto così veloce, un’esplosione di emozioni che non saprei nemmeno descrivere. La cosa più bella è stata essere sommersa dalle compagne e dallo staff: una sensazione fantastica, da dedicare a tutta la squadra».
Ti descrivono come molto esigente, ma anche un po’ troppo dura con te stessa.
“È vero, è un mio difetto. Mi concentro troppo sugli errori, e questo a volte mi butta giù. Sto cercando di lavorarci, anche grazie all’aiuto delle mie compagne, perché so che la fiducia è importante. Il mio obiettivo? Voglio migliorare nei miei punti deboli e ritrovare quella grinta che in certi momenti ho un po’ perso”.
Il tuo modello calcistico?
“Luka Modric, a maggior ragione ora che gioca nel mio Milan. Mi piace tantissimo il suo modo di giocare, la visione e la tranquillità che trasmette. Mi piacerebbe avere il suo esterno: ammetto di non avercelo a quel livello (ride, ndr)”.
Dove può arrivare questo Varese?
“Possiamo puntare in alto: passo dopo passo, ma con fiducia e unità. Sono certa che questa squadra arriverà presto a giocarsi la promozione in Serie C”.
Matteo Carraro































