Il ritorno in panchina di Stefano Sottili non è stato una ventata di aria nuova. I tifosi biancorossi se lo sono sempre ricordato il venticello che tirava con lui in panchina (ottavo posto alla quindicesima giornata nonostante prestazioni, le ultime, poco brillanti). Allora la società pensò che la squadra potesse fare di più e così prese la decisione di esonerarlo credendo che la scelta giusta fosse Gautieri. L’arrivo del nuovo mister si è rivelato un vero e proprio tornado perché ha rivoluzionato il sistema di gioco, ma il cammino del Varese non si è impennato. Quel forte vento non è mai stato apprezzato dalla piazza che solo con il ritorno in panchina del proprio beniamino ha ripreso a riavvolgere la squadra. Con il ritorno di Sottili, una leggera brezza marina ha iniziato a soffiare a Masnago, sebbene il mare sia ben lontano da qui. Cullata da sette punti in quattro partite, la città sente che la salvezza è vicina.
Un pareggio, due vittorie e una sconfitta immeritata contro il Palermo. Questo il bottino raccolto dalla sua squadra…
“I ragazzi sono stati bravi soprattutto se pensiamo al calendario che abbiamo avuto. Solo una sconfitta, per di più immeritata con il Palermo. Lo ritengo un buon cammino obbiettivamente, oltre che per i punti, per l’atteggiamento visto in campo. La squadra ha avuto il merito di essere riuscita a trasformarsi tornando ad esprimere le sue qualità”.
Inversione mentale e anche fisica da parte dei giocatori che si è notata dalla prima partita a Trapani..
“Sono arrivato dopo un 3-0 interno e sicuramente il morale non era dei migliori. Ho trovato la disponibilità del gruppo ad ascoltare e capire cosa dovevano fare secondo me. Devono continuare ad avere la voglia fino alla fine per non vanificare quello di positivo fatto finora”.
Quando mancano 9 giornate alla fine del campionato, il Varese è a -7 dalla quota salvezza. I tifosi sono autorizzati a sognare?
“Dopo i 50 punti tutto è lecito. Sognare è una delle poche cose che non costa niente, ma non deve portarci fuori dall’obbiettivo primario. Tra tre partite mi piacerebbe parlare di qualcos’altro, ma al momento non mi sembra opportuno. Ci si deve ricordare da dove si viene. Ci sono delle tappe, dei percorsi. È poco produttivo, poco logico pensare ai 70 punti se ancora dobbiamo arrivare a 50. Dobbiamo avere i piedi per terra”.
Il prossimo sarà uno scontro diretto, quello contro il Bari reduce da un 3-0 inflitto all’Empoli…
“Viene da diverse gare importanti. Ha saputo rimontare sul Trapani, ha ritrovato il feeling con il proprio pubblico e senza penalizzazione (tre punti ndr) sarebbe vicino ai playoff. In questo momento lo ritengo temibile quanto il Palermo”.
Una società fallita capace di radunare 19mila tifosi sugli spalti e di vendere cara la pelle in campo…
“Ho letto l’intervista a Fascetti in cui spiegava che un volta caduto il ‘tiranno’ Matarrese, i tifosi hanno riversato in massa il loro entusiasmo e la squadra ha avuto questo exploit proprio da quando il pubblico si è riavvicinato. In piccole dosi questo è successo anche da noi, ma con un passaggio diverso. È stata brava la squadra ad andarsi a riprendere le simpatie dei tifosi che erano pronti a riabbracciarla”.
Settimana particolare per il Varese. Due giorni di riposo e due giornate di allenamento senza il tecnico, impegnato a Coverciano. Come sta andando il corso?
“E’ una bella esperienza. Oltre al riconoscimento finale in cui si dà l’attestato per allenare in Serie A e Serie B e oltre all’insegnamento dei docenti in materie particolari come comunicazione, psicologia, tecnica e metodologia dell’allenamento, c’è la possibilità di conoscere e scambiare esperienze con i colleghi corsisti. Confrontarmi con Gattuso, Lopez, Cristiano Lucarelli, Panucci, Marco Simone, Simone Inzaghi, Marco Barone, Cristiano Zanetti, insomma gente che ha vinto Champions e gente che allena in Serie A, dà davvero tanto. È un impegno grosso che però ti porta a crescere molto. Siamo andati a vedere gli allenamenti di Garcia e di Benitez; domani e dopodomani andremo da Montella, dopo Pasqua da Gasperini a Genova, quindi direi che è un corso che arricchisce molto chi ha la possibilità e la fortuna di farlo”.
Tornando a Varese. Laurenza e Montemurro stanno pianificando il futuro. Avete già intavolato il discorso rinnovo?
“Non mi sembra la giusta tempistica. Solo quindici giorni fa c’era una grandissima preoccupazione di non riuscire a mantenere la categoria, ora ci siamo vicini. Abbiamo quasi raggiunto l’obbiettivo che mi chiese la dirigenza a Milano. La salvezza è l’obbiettivo primario, ma non l’unico. Spero di mettere nel mirino qualcos’altro. Dopo la salvezza si penserà ai rinnovi dei giocatori, a programmare la prossima stagione, ma al momento non mi sembra opportuno parlarne”.

Elisa Cascioli