Ora che è tornato il bel tempo, riniziano gli allenamenti per Daniele Cassioli. Classe 1986, affetto da pigmentite retinosa dalla nascita e per tre volte consecutive “atleta disabile mondiale dell’anno”, Daniele è senza dubbio il re indiscusso nello sci nautico per disabili grazie ai suoi numerosi titoli europei e mondiali. Oltre a praticare questo sport che sicuramente gli dà molte soddisfazioni, Daniele lavora come fisioterapista osteopata in uno studio privato a Castellanza (insieme alla collega Elena Fedeli) ed è il fisioterapista in panchina sia del Legnano Basket che della Castellanza Pallavolo.
«La disabilità è spesso legata al mondo riabilitativo» dice, «essendo non vedente la scelta dei lavori si restringe; inoltre la pratica sportiva aiuta molto nella conoscenza degli schemi motori»: è così che il pluricampione giustifica la sua scelta lavorativa. Nel mondo professionale a volte gli capita di incontrare difficoltà e scetticismo: è capitato che qualcuno cambiasse strada dopo essersi accorto del suo handicap, qualcuno è rimasto incuriosito, qualcun altro invece piacevolmente sorpreso. Daniele risponde a questa perplessità praticando il lavoro che tanto ama, dimostrando che il luogo comune che il fisioterapista debba per forza vedere non è necessariamente vero. Il problema, secondo lui, sta nella cultura e nella disinformazione della gente, ancorata alle credenze di un tempo e alla convinzione che le persone cieche siano costrette a stare chiuse in casa oppure a passeggiare con un bastone ed un cane che gli faccia da guida. È vero, chi non vede deve dipendere da qualcuno, «come il bambino che cresce e fa tutto per imitazione», ma ciò non toglie che i non vedenti possano avere le stesse capacità delle persone “normali”.
Alla base, fortunatamente, troviamo un’ottima famiglia che lo ha spinto a fare tutte le esperienze possibili senza pensare troppo al suo problema. Ha frequentato le stesse scuole dei suoi coetanei e ha praticato svariati sport fin da bambino: dal nuoto, al karatè, allo sci sulla neve per arrivare nell’estate del ’95 allo sci nautico, dopo essere stato indirizzato dalla compagna di discese sulla neve, Susanna Prada.
Passione
è sicuramente la parola chiave nella vita di Daniele: «Lo sci nautico è uno sport di prestazione, stimola a migliorare. Anche per me stesso la volontà di migliorare c’è sempre perché dietro a tutto ciò c’è la passione: la gara dura 30 secondi su 6 mesi di allenamento, se non ci fosse la passione non riuscirei a praticare questo sport». Ed è proprio nello sci nautico che Daniele ha siglato il record del mondo di salto, con 21.10 metri, e di figure, con 1530 punti, anche se la sua disciplina preferita rimane senza dubbio lo slalom. E quando gli si chiede come ci si sente ad essere uno dei pochi giovani non vedenti a praticare sport ad alto livello, Daniele risponde: «È un peccato essere uno tra i pochi piuttosto che uno tra i tanti».

Marta Scolaro