Un presidente più unico che raro, come direbbe il supertifoso del Varese Luca Alfano. Nicola Laurenza non è un patron come gli altri. Non è soltanto un presidente-tifoso, è qualcosa di diverso. Non ci mette soltanto passione (oltre al denaro), ma anche qualcos’altro che è difficile spiegare. Capace di radunare in piazza tremila tifosi ad un mese dal suo insediamento e di venire letteralmente osannato dal pubblico, ha trasmesso fiducia e pizzicore ai sostenitori del Varese.

Sperava in una stagione da favola, di alto livello, come le precedenti. Ha gestito un cambio di allenatore, un ritorno in panchina e un esonero del direttore sportivo. Tutto questo non gli ha tolto entusiasmo e fiducia. Tant’è che ha ideato nuovi motti, video e selfie su facebook per avere il sostegno della sua amata piazza.

“Io sono così, mi definisco tifoso della vita. Ogni secondo è unico e irrecuperabile. Sono istintivo e passionale e mi piace condividere il mio stato d’animo con tutto. I miei gesti non sono qualcosa di studiato o di pianificato. È tutto spontaneo. Non butto via nemmeno un’ora”.
Laurenza non spreca il suo tempo e per questo associa le trasferte della squadra a viaggi di lavoro. Giusto giovedì era a Cosenza, da un suo affiliato, peccato che poi si sia perso la partita a causa di una bufera di neve che lo ha bloccato sulla Sila per due ore e mezzo. “Una bufera il 17 di aprile e per di più in Calabria, sembra una barzelletta – scherza –. Ero anche senza connessione e ho seguito la partita al telefono con mio padre che era davanti alla tv. È stata una sofferenza quadrupla. Sono arrivato allo stadio alle 8 e 10, giusto in tempo per vedere i volti dispiaciuti”.

Nicola però non si abbatte: “La sfortuna si è accanita sulla squadra, decimata dagli infortuni, ma dobbiamo essere più forti. Serve tirare fuori il carattere. Contro il Lanciano non dobbiamo sbagliare. Il Varese non è abituato a trovarsi in queste posizioni a differenza delle altre squadre, come il Cittadella, che sono abituate a lottare. Siamo consapevoli delle nostre possibilità, ma adesso serve tirare fuori anche la forza interiore”.

Elisa Cascioli