Tre stagioni sulla panchina del Varese tra il 1999 e il 2002 con un playoff conquistato e uno mancato alla penultima giornata, stagioni intramezzate da una tranquilla salvezza. Nel ‘pedigree’ di Mario Beretta c’è anche un passato al Como e alla Pro Patria che non gli hanno impedito di essere amato dai tifosi biancorossi:?“In effetti arrivare a Varese dopo aver allenato le due squadre storicamente rivali pensavo potesse crearmi qualche problema, invece il rapporto con i tifosi è stato da subito fantastico. Sono state tre stagioni importanti per la mia formazione e con un gruppo di giocatori speciali”.
La tua “prima” all’Ossola come ex… in panchina. “Sono venuto tante volte in questi dodici anni a vedere il Varese, ma mai come allenatore della squadra avversaria. Sarà un’emozione particolare, se ti dicessi che in settimana non ci ho pensato sarei bugiardo. Sono però concentrato sulla partita che per noi è molto importante, una volta arrivato a Masnago vivrò la mia emozione”.
A proposito di presenze sugli spalti dell’Ossola, la tua ultima è stata contro lo Spezia a dicembre: un rotondo 4-0 per il Varese, poi è cambiato tanto… “In effetti allora vidi un’ottima squadra e sono convinto ancora oggi che il Varese abbia una squadra di valore che poteva ambire ai quartieri di alta classifica. Non è facile capire cosa non ha funzionato, sopratttto se non vivi dall’interno la situazione. E, attenzione, non è detto che per forza non abbia funzionato qualcosa, a volte il risultati sono frutto di una serie di espisodi negativi che non è facile spiegare e a cui è difficile rimediare”.

BerettaLa “tua” Siena? Un’annata difficile fuori dal campo, importante dentro. “Hai detto bene, le vittorie e un gruppo di lavoro unico ci hanno dato la forza di andare avanti nonostante le mille difficoltà. Non è facile costruire qualcosa e vedere i tuoi risultati svanire, mi riferisco alle penalizzazuioni. Non è facile lavorare e sapere che lo stipendio ai ragazzi arriverà forse e non si sa quando. Tutta la rabbia l’abbiamo buttata sul campo e i risultati parlano chiaro: senza gli 8 punti in meno saremmo a 69 a giocarci la serie A diretta. Sono convinto che, a prescindere dal risulatto finale della stagione, per noi resterà un’annata storica dove abbiamo raggiunto un traguardo quasi insperato. Abbiamo sempre dato il massimo e forse anche qualcosa in più, questo ci deve far camminare tutti a testa alta”.

Torniamo al Varese, un legame particolare con ricordi belli e meno belli. “Ricordi belli tanti, tantissimi, legati alle persone che ho conosciuto oltre che ai risultati sul campo. La prima stagione abbiamo raggiunto i playoff con un gruppo di giocatori ai più sconosciuti ma che poi hanno fatto tanta strada. Dopo una stagione tranquilla, la mia terza con il Varese si è chiusa in maniera rocambolesca alla penultima giornata contro la Triestina: pareggiammo 2-2 prendendo gol al 42’, la vittoria avrebbe significato ancora playoff. Ecco, questo è sicuramente il ricordo più amaro, quella sconfitta mi fece molto male (la Triestina quella stagione vinse i playoff e andò in serie B ndr)”.
Che partita ti aspetti, che Varese ti aspetti? “Sicuramente una gara difficile, tosta. L’ho già detto prima, il Varese ha un’ottima rosa e sa benissimo l’importanza della posta in palio. Inoltre gioca in casa e i tifosi biancorossi non faranno mancare il calore alla squadra. Noi affronteremo la partita con la massima serenità, consapevoli di aver disputato una stagione importante. Non faremo calcoli, giocheremo dando tutto come al solito, poi al triplice fischio guarderemo gli altri risultati e allora faremo i conti”.

Palermo in A, e poi? “Ti dico Empoli diretta. Poi ai playoff può valere tutto, bisognerà capire prima di tutto chi li giocherà. Lo Spezia ha sicuramente un organico importamte rispetto alle altre e poi il Modena, che sul mercato di gennaio si è mosso benissimo, è un’ottima formazione”.
Chi andrà in Lega Pro con Padova, Reggina e Juve Stabia? Tre squadre, Cittadella, Varese e Novara, per un posto. “Non ho dubbi, anche se ovviamente parlo più con il cuore che con la testa, il Varese si deve salvare e si salverà. Non me vogliano Cittadella e Novara, non scelgo tra di loro, scelgo solo che il Varese resti in B”.

Michele Marocco