La bella stagione non è solo sinonimo di sole, spiagge e mare.
Questo, infatti, è il periodo più intenso per quel che riguarda l’attività rallistica che, come è ben noto, vede piloti e navigatori di Varese sempre in prima linea.
Tra questi Simone Miele; nato a Milano il 3 luglio del 1988, ma residente ad Olgiate Olona, è una delle più belle sorprese (o meglio, conferme) delle quattro ruote del nostro territorio. Nel suo palmares un 1° Assoluto Rally Colli Luni 2013, un 2° Assoluto Rally Sprint Città Giardino ed un 3° Assoluto Rally Valsangone 2011. Ora Miele, è impegnato nel campionato Italiano WRC che tra due settimane lo porterà sulle strade della trentunesima edizione del Rally della Marca.Simone Miele

“La stagione -racconta Miele-, è cominciata ad aprile sulle strade del 1000 Miglia a Brescia; non abbiamo avuto troppa fortuna in quella circostanza a causa della rottura del differenziale posteriore che ci ha obbligato al ritiro. Completamente diverso l’esito dell’impegno successivo al Rally della Lanterna; a Genova siamo riusciti ad ottenere un quarto posto assoluto che, in un Campionato Italiano WRC, si tratta sicuramente di un bel risultato. Tra due settimane il Rally della Marca dove spero di proseguire con i progressi messi in mostra a Genova. Sono convinto, però, che non sarà facile”.

Quale è il livello del campionato?
“Molto alto chiaramente. Le prime due gare sono state dominate da Luca Pedersoli, un pilota di caratura nazionale; appena dietro, però, ci sono altri personaggi di livello. Parlo di Marco Signor, che il prossimo rally lo giocherà in casa, ma anche di Manuel Sossella e di Paolo Porro, che è il campione uscente, rimasto indietro in classifica solo perché al 1000 Miglia è stato costretto anch’esso al ritiro”.

Quali sono i tuoi obiettivi stagionali e futuri?
“Siamo riusciti a fare un programma sui tre anni di questo campionato. Per cui quest’anno ce la siamo presi con ‘comodità’ perché devo ancora imparare bene ad usare macchine così potenti come le WRC. Dal prossimo anno spero di inserirmi nella lotta di qualche prova. Tra due anni, invece, tireremo le somme e valuteremo il livello che abbiamo raggiunto”.

Marco Gandini