Signore e signori, ecco a voi il nuovo King of the Rock italiano: Matteo Piccoli. Giovane talento varesino classe 1995, cresciuto nella storica società Robur et Fides in cui ora ha un posto fisso in B2, Matteo ha iniziato a giocare a basket in prima elementare, e, per nostra fortuna, nonostante i diversi sport provati in contemporanea, l’amore per la palla a spicchi ha sempre avuto la meglio, portandolo a soli 19 anni, a raccogliere già grandi soddisfazioni. Educato, determinato e ricco di talento: questi sono i tre aggettivi più usati da amici ed allenatori per descrivere Matteo, ma oltre a loro, sono i risultati a parlare, perchè per aggiudicarsi un torneo simile, serve davvero tanta cattiveria (agonistica!) unita a determinazione ed intelligenza.

Dopo la news della sua vittoria pubblicata in diretta ieri, abbiamo aspettato che Matteo iniziasse a rendersi conto dell’impresa, prima di passare a fargli i complimenti, e farci raccontare come si sia svolta quest’avventura: “In realtà, io ed i miei amici, siamo venuti a Riccione per giocare il 3vs3; avevamo vinto il torneo FISB a Castellanza (VA) ed abbiamo così guadagnato il pass per partecipare alle finali. Una volta giunti qui, abbiamo scoperto che in programma c’era anche l’1vs1 così, senza pensarci due volte ci siamo iscritti. Se dovessi descrivere questo torneo con una parola, userei il termine ‘faticoso’ perchè ogni incontro dura 5 minuti, che all’inizio sembrano pochi, ma ti assicuro che ti sfiniscono; comunque la forma fisica al top non è l’unico elemento fondamentale, servono tanta grinta e tanta cattiveria, oltre ad una buona dose di adattamento ad ogni tipo di avversario (senza distinzione per l’età): perchè qui trovi di tutto, dal play piccolo e agile, al pivot in versione ‘montagna da scalare’, e devi capire fin dai primi palleggi come giocare. Ho affrontato ogni singola mini-partita concentrato e determinato, senza spaventarmi per i colpi presi (qui i fischi sono rarissimi), per la stanchezza che avanzava e per l’eventuale tifo contro, soprattutto quando ho incontrato il detentore del titolo: un passo alla volta, fino alla vittoria. Ad essere sincero, non l’ho ancora assimilato, l’emozione è talmente grande che devo ancora ritrovare la lucidità.”
Per ‘evitare’ che Matteo ritrovi la calma, proviamo ad aumentare l’adrenalina ricordandogli che questa vittoria gli ha aperto le porte di Taiwan, dove avrà la possibilità di rappresentare, nel primo weekend di settembre, l’Italia contro gli altri 27 paesi presenti alla finalissima: “Partirò per Taiwan senza nessun obiettivo, perchè non ho idea di che tipo di avversari mi troverò di fronte; l’unica cosa che so è che questa è un’occasione unica, e mi permetterà di entrare in contatto diretto con diversi modi di interpretare il basket, con diverse tipologie di giocatori e con dei ragazzi che, come me, hanno saputo vincere il proprio torneo nazionale e saranno decisi a continuare la striscia di vittorie. Con me però porterò le stesse ‘armi’ che mi hanno permesso di raggiungere questo traguardo e giocherò dando il massimo, festeggiando per qualsiasi risultato riuscirò ad ottenere”.
Al ritorno ci saranno Franco Passera ed i compagni della Robur ad attendere Matteo per dare il via alla nuova stagione: “Sarà il secondo anno per me in B2, e non vedo l’ora di iniziare; sono cresciuto qui, e sono pronto a migliorarmi, modificando anche il mio ruolo in squadra. Il mio obiettivo è quello di rendermi utile il più possibile in partita, ma soprattutto, allenarmi bene e migliorare in ogni campo, per provare a raggiungere livelli più alti. Sono come sempre molto motivato, e non ho paura di dover lavorare tanto; sono cresciuto in una famiglia di sportivi, che mi hanno insegnato questi valori fin da piccolo, e se sono arrivato fino qui lo devo soprattutto a loro. Anzi, per chiudere, approfitto per dedicare alla mia famiglia questa vittoria, ed oltre a loro ovviamente, non potrei mai non citare i miei compagni, con i quali in questi giorni ho condiviso questa splendida avventura:, in fondo, non potrei dimenticare che, se non avessimo vinto il torneo a Castellanza, oggi molto probabilmente non sarei qui a festeggiare!”.

 

A complimentarsi con il nuovo King sono in tanti, e noi siamo andati a cercare tre persone che, ognuno a modo suo, hanno condiviso molto con Matteo.
Martino Rovera, capitano della Robur et Fides, che, dopo averlo visto crescere nelle giovanili, ha giocato in B2 con lui: “In questa stagione appena conclusa ho potuto conoscere meglio Matteo, e posso dire con certezza che questa vittoria personale sia frutto della sua incredibile dedizione al lavoro e al sacrificio; ha sempre dimostrato voglia di allenarsi per migliorare e crescere come giocatore, disposto ad apprendere e a confrontarsi. Certo, per emergere nel mondo senior deve ancora migliorare sotto certi aspetti, ma credo che abbia la mentalità giusta per farlo. Penso inoltre che gli sia stato molto utile allenarsi con Maurizio Realini, un vero esempio per serietà e abnegazione al lavoro in palestra giorno dopo giorno. Da piccolo non ho allenato io Matteo, ma tutti i suoi precedenti allenatori qui in Robur, me l’hanno sempre descritto cosi: un ragazzo con tanta voglia di imparare e senza paura di lavorare duro per crescere. Per questo campionato che sta per iniziare, sicuramente sarà un fattore importante per la nostra squadra; la società crede molto in lui, anche per le qualità umane che ha dimostrato quest’anno. Sono convinto che la Robur abbia fatto la scelta giusta improntando la squadra con un taglio più giovanilistico, come da nostra tradizione, e credo che Matteo, ma anche tutti gli altri ragazzi insieme a lui, sapranno dimostrare il proprio valore inseriti in un gruppo molto unito e affiatato. Infine, se me lo permettete,vorrei fargli i miei personali complimenti per il bel risultato conseguito, certo che non si monterà la testa per questo, ma che per lui sarà un bel punto di partenza per tante altre soddisfazioni sportive e: tranquillo che tra poco smetto così potrò lasciarti il numero 14!”.

Andrea Tavian, ex allenatore di Matteo nelle giovanili, e presente come amico e tifoso a questa manifestazione: “L’ho allenato in Robur durante l’under14 e 15, raggiungendo una finale nazionale e vincendo un titolo regionale. Lui caratterialmente é sempre stato determinato; è un ragazzo generoso, che rispetta gli avversari e fa dello spirito di squadra la sua arma. È sempre stato un ottimo giocatore e, a mio parere non gli è mai stata data la giusta visibilità e premi individuali che meritava: ultimamente per esempio,  il premio del “quintetto ideale” non assegnatogli, pur avendo dominato in lungo e in largo le Final. Sono decisamente sorpreso della vittoria data la fisicità e le botte che si tiravano. È stato super! Soprattutto perche io, per caricarlo, ho fatto tutto il tempo a dirgli che lo avrebbero mangiato. Ha dimostrato grande orgoglio e determinazione. Tengo anche a far i complimenti a Maruca, che come Piccoli ha raggiunto le Finals del Kings of the Rock, perdendo con un avversario decisamente troppo cattivo e spigoloso. Non so se arriverà in serie A, ma sicuramente diventerà una bandiera e il capitano futuro della Robur et Fides. Per me, però, è un ragazzo che merita più della B2 già da ora. Può fare benissimo il play, se migliora il ball handling, ha una capacità visiva pazzesca, vede le cose in anticipo rispetto tutti, dote fondamentale per un vero play. Per concludere io gli faccio i complimenti e sono sicuro che lui diverrà un vero giocatore, ma prima i tutto un grande uomo e questo è sicuramente merito dell’insegnamento dei suoi genitori, che sono due persone fantastiche”.

E per concludere non poteva mancare l’amico già citato da Andrea Tavian, Matteo Maruca, che è arrivato ad un passo dall’incontrare Matteo in finale, dando vita a quello che sarebbe stato un vero e proprio derby varesino, dimostrando una volta in più la validità dei settori giovanili di questa città: “Siamo partiti da Castellanza, con l’idea di non essere sicuramente i favoriti, ma consapevoli comunque che avremmo potuto fare la nostra bella figura; poi, impegnandoci e giocando insieme, mano a mano che le partite andavano bene, abbiamo preso sempre più fiducia fino a portare a casa la vittoria finale, che ci ha aperto le porte di Riccione. Una volta arrivati, l’1vs1 è stata una grandissima e positiva sorpresa per tutti e due, così, oltre al 3vs3, abbiamo deciso di provare anche questo. Certo, io non aspettavo di arrivare dove sono arrivato, sono contento per me, e contentissimo per Matteo, anche perchè ha battuto un avversario tosto, che era proprio quello che mi aveva battuto il turno prima, quindi per me è come una rivincita!  Matteo è fatto così, lui non guarda in faccia a nessuno, ha una forza pazzesca, non si arrende mai, l’ho sempre visto determinato e carico: questa è la chiave giusta per far bene. Per mettersi in gioco in un 1 vs 1 ci vuole tanto coraggio, e tanta, tantissima determinazione e voglia di stupire, soprattutto se non sei uno dei favoriti alla partenza. Per noi, è stata una bellissima esperienza, anche essendo il più giovane è sempre bello giocare contro gente forte, più grossa e più esperta. L’anno prossimo tenteremo sicuramente di migliorare in quanto a risultato finale. Ora, in vista di Taiwan, posso digli di giocare come sa, come ha sempre fatto quest’anno, e come sono sicuro che farà in quelli che verranno, così, farà certamente una gran prestazione anche lì; sono sicuro che ce la metterà tutta, e te lo assicuro che quando si mette in testa una cosa, fa di tutto per raggiungerla!”.

Alessandra Conti