Leonardo Cangiotti, nato a Cittiglio il 20 agosto 1997, vive a Barcellona con il papà, la mamma e un fratello ed è un calciatore in erba. Giramondo fin da quando era in fasce, ha sempre avuto una passione per le squadre della sua città e per i colori biancorossi; tifosissimo della Pallacanestro Varese e del Varese 1910, sogna di poter giocare un giorno nel Varese e di vestire la maglia dei suoi idoli Neto e Zecchin.
Raccontaci la tua storia: hai solo 17 anni, ma hai già vissuto in molti Paesi.
“Pochi mesi dopo la mia nascita, i miei genitori si sono trasferiti in Toscana, poi in Australia, a Maiorca e infine siamo arrivati a Barcellona. Questo girovagare mi ha arricchito tantissimo, ho avuto modo di fare esperienze diverse e di conoscere molte persone. Tutto ciò, però, devo dire che mi ha tolto un po’ di senso di appartenenza ad un luogo. Quindi, fin da piccolo, mi sono sempre aggrappato alla mia varesinitá soprattutto per quanto riguarda lo sport”.
Varese è per te sinonimo di calcio e basket.
“Tifo per il Varese calcio e per la Pallacanestro Varese. E’ stata una grande emozione quando in estate sono entrato al “Franco Ossola” e ho visitato anche la sede del Varese; lì ho potuto conoscere Caccianiga, Belluzzo e Papini e alcuni amici ed ex compagni di squadra di mio papà. Quando sono in giro indosso spesso la maglia biancorossa del Varese e lo faccio con orgoglio”.
Pronto anche per una nuova stagione di basket?
“Sono prontissimo e non vedo l’ora di domenica sera. Sarò davanti al televisore a gustarmi il derby contro Cantù. A casa ho una foto con Poz che i miei mi hanno scattato quando ero davvero piccolo. Il suo ritorno a Varese in veste di coach mi riempie di gioia. Mi auguro che sia basket che calcio quest’anno disputino degli ottimi campionati”.
Cangiotti LeoParlando di te, com’è la tua vita da giovane calciatore a Barcellona?
“Gioco difensore laterale all’Unificación Bellvitge, un club che partecipa alla Liga Nacional. Pur essendo difensore mi piace molto partecipare al gioco in fase offensiva e quest’anno ho il piacere di essere allenato da un mister di tutto rispetto come Raul Paje. In questa stagione ci confronteremo con società di grande blasone e domenica scorsa, ad esempio, siamo andati a casa del Barça, formazione che era appaiata a noi in classifica dopo le prime 5 giornate. Siamo stati capaci di reggere il confronto con loro che potevano schierare 6 nazionali spagnoli under 17 fino al 77′, quando siamo rimasti in 10 per un’espulsione dubbia e abbiamo subito ben 3 gol in 12 minuti”.
In quali altre squadre hai giocato? 
“Sono cresciuto nel RCD Mallorca, in quegli anni squadra club di serie A, ed ho lí vissuto stagioni bellissime. I miei genitori, poi, hanno deciso di trasferirsi a Barcellona, decisione improvvisa che inizialmente non ho digerito molto. Poi, però, ho dovuto dare ragione ai miei perchè qui mi trovo benissimo e la città é meravigliosa. Dopo una brevissima esperienza all’Espanyol, dov’ero chiuso da quattro giganti della difesa, tutti nazionali spagnoli, ho dovuto rimboccarmi le maniche in società equivalenti alla Lega Pro italiana. Sono sempre riuscito però a mantenermi nelle massime categorie, nonostante il mio fisico che, fino all’anno scorso, sembrava non volesse crescere…”.
Com’è il calcio giovanile in Spagna?
“Il livello è molto alto, soprattutto in Catalogna. Qui si gioca il miglior calcio d’Europa e forse al mondo; quando si partecipa a tornei internazionali, infatti, difficilmente squadre di altre nazioni ne escono trionfanti. Le società lavorano benissimo con i giovani e li aiutano a crescere e a migliorare costantemente; la formazione delle nuove leve è un punto cardine per ogni club in Spagna. Ve lo può testimoniare anche Marco Bof che ora è al Barça per una full immersion di calcio”.
Qual è il tuo sogno?
“Mi piacerebbe diventare calciatore ma come dice mio papà “É piú facile essere colpiti da un fulmine, che diventare calciatore professionista”. Continuo a coltivare questo sogno senza però tralasciare gli studi. Sto frequentando l’ultimo anno di liceo e contemporaneamente sono all’ultimo anno di “Primavera”. Alla fine di quest’anno mi piacerebbe provare un’esperienza di calcio e di studio all’estero e, perchè no, venire a giocare a Varese”.

Ulisse Giacomino