L’attaccante del Varese Arturo Lupoli è conosciuto oltremanica come “King Arthur”, soprannome che gli hanno dato durante gli anni in cui ha maturato esperienza in Inghilterra. A soli 17 anni, dagli Allievi Nazionali del Parma, si è ritrovato ad allenarsi con la prima squadra dell’Arsenal, giocando poi con le riserve e debuttando nelle Coppe. All’Arsenal è rimasto due anni per poi andare in prestito al Derby Country. Da non dimenticare poi le esperienze al Norwich e allo Sheffield United. L’ultima esperienza estera c’è stata da gennaio a giugno scorso all’Honved, in Ungheria.
Lupoli_golCosa hanno rappresentato queste esperienze per te?
«Quelli vissuti in Inghilterra sono stati anni bellissimi. Non era ancora maggiorenne e ho fatto un grande salto. Non è stato facile per me perché non parlavo la lingua e non conoscevo nessuno. Per i primi due anni sono stato ospitato da una famiglia inglese che mi ha trattato come un figlio e non smetterò mai di ringraziare. Sono cresciuto tanto perché dovevo badare da solo a me stesso e inoltre ero concentrato 24 ore su 24 sul calcio. Col Derby ho vinto il campionato facendo 11 gol e sono stato il più giovane e anche l’unico italiano nella storia del club a realizzare una tripletta. Ho anche ricevuto il premio come miglior giovane del campionato. Lo Sheffield invece lottava per andare in Premier League e giocare la finale di fronte a 80mila spettatori è stato straordinario. Purtroppo abbiamo perso».
Venendo al presente, con 3 reti in 6 partite di campionato, come giudichi la tua stagione finora?

«Il mio bilancio è positivo sia per il campionato che per la Coppa. Spero che questo buon inizio sia uno slancio e un incentivo per il prosieguo della stagione. I prossimo due mesi saranno decisivi. La pausa invernale decreterà già chi può lottare per cosa».
Sono in calendario tre partite nel giro di una settimana: Bari, Frosinone e Modena. Cosa deve raccogliere il Varese?
«Tre partite di fila sono dispendiose sia dal punto di vista fisico che mentale. Sarà una settimana importante, ma pensiamo solo al Bari che arriva da una serie di risultati positivi. Ci teniamo a fare bene».
Con Cittadella e Bologna ci sono stati due buonissimi primi tempo, poi due riprese da dimenticare…
«Spesso succede che gli episodi possono condizionare e così è stato in tutte e due le gare dove abbiamo preso dei gol evitabili, nati da alcune disattenzioni su calci da fermo. Con il Cittadella meritavamo di più di un pareggio e da Bologna siamo usciti con un risultato troppo pesante».
Bologna-Varese Lupoli protesta a terraIl -4 quanto influisce sul morale?
«Purtroppo ho già vissuto due volte questa situazione, ad Ascoli e a Grosseto, e per questo mi sento più preparato. Purtroppo non dipende da noi e siamo dispiaciuti. Tutti vorrebbero partire alla pari con gli altri, se così non può essere allora dobbiamo essere ancora più bravi e rimettere in classifica quei punti».
Lupoli in campo: come ti trovi con Neto?
«Tra me e lui c’è sempre più affiatamento. Più si gioca insieme e più si oliano meccanismi e movimenti. Con il passare delle partite si migliora ulteriormente. Anche Miracoli e Petkovic li reputo due attaccanti fortissimi. Miracoli in ogni allenamento ce la mette tutta dimostrando che ci darà una grossa mano».
Sulle spalle indossi il numero 29, c’è un motivo particolare?
«In realtà avrei voluto il 19 che è la data di nascita della mia bambina, ma era già il numero di Angelo (Rea ndr). Allora ho scelto il 29 che gli somiglia e che inoltre mi ricorda Pazzini con la maglia della Fiorentina, sono stato lì sei mesi nel 2007 e con lui ho instaurato un bellissimo rapporto».
Lupoli fuori dal campo: hobby e passioni?
«Il mio hobby principale è quello di occuparmi di mia figlia Ginevra. Passo molto tempo con la mia famiglia e amo viaggiare. Con mia moglie Letizia giriamo molto la zona con gite fuori porta e quando possiamo andiamo anche all’estero».
Un auspicio per questa stagione?
«Salvezza. Non desidero altro».

Elisa Cascioli