Giovanile, simpatico e sempre a disposizione di tutti. Questo l’identikit di Massimo “Max” Ferraiuolo, team manager della Pallacanestro Varese, che in attesa di godere delle emozioni del basket giocato, è in prima linea per costruire, insieme a tutta la società, la Cimberio che verrà, quella che la prossima stagione proverà a migliorarsi ulteriormente in linea con gli ultimi due anni, durante i quali sono stati centrati i playoff.
Impresa difficile, certo, ma non impossibile, visto anche l’estate di grandi cambiamenti che si sta profilando nel panorama cestistico italiano.
In virtù di quello che sta succedendo nel basket di casa nostra, che campionato ci dobbiamo aspettare il prossimo anno?
“Al momento – attacca Ferraiuolo – è tutto una grande incognita. Non si sa ancora quali squadre parteciperanno alla massima serie, anche perché piazze storicamente molto importanti non hanno nemmeno la certezza di potersi permettere l’iscrizione. A metà luglio, avremo una panoramica più dettagliata sul futuro del nostro sport, quando le situazioni un po’ più complicate, come ad esempio quelle di Teramo, Cremona, Roma e Treviso, verranno rese note. Purtroppo, però, i segnali non sono molto incoraggianti”.
Per quanto riguarda invece le squadre che sicuramente parteciperanno, enormi cambiamenti si sono registrati nella piazza di Siena, con la fine del ciclo Pianigiani, e Milano, che, potendo contare su un budget molto ampio, sembra possa candidarsi come favorita per lo scudetto.
“Milano si sta muovendo benissimo in questo inizio mercato, ingaggiando ogni giorno giocatori importantissimi come Keith Langford, ex Maccabi Tel Aviv, un giocatore che già era decisivo in Euroleague, figuriamoci in Italia… Per quanto riguarda Siena, invece, non la sottovaluterei così tanto, anche perché la società è intelligente e, nonostante il ridimensionamento, sono certo che continuerà a viaggiare su alti livelli, mantenendo comunque il gruppo molto competitivo”.
Anche Varese ha subìto molti cambiamenti: via Recalcati, dentro Vitucci. Che Varese ci aspetteremo? Cosa potrà dare o togliere il coach ex Avellino?
“La scelta di Vitucci è stata fatta per rispondere alle esigenze della società: lo scorso anno, infatti, appoggiammo, come giusto che sia, le richieste di Recalcati creando un roster di 12 elementi. Vitucci, invece, preferisce lavorare puntando su 7-8 giocatori magari più qualitativi; sono convinto che farà bene, del resto ha già dimostrato in più occasioni di poter ottenere il massimo da un gruppo ristretto di atleti. Al momento però, è ancora difficile dire che Cimberio ci sarà il prossimo anno”.
Il primo, ed unico al momento, acquisto di Varese è Ebi Ere. Che tipo di giocatore è?
“Un titolare fisso dotato di spunti qualitativi non indifferenti, “mixati” ad importanti doti fisiche. Contro di noi ha sempre disputato delle ottime partite quando giocava a Caserta, quindi sappiamo cosa può dare alla squadra. L’ultimo anno passato in Spagna, nell’Obradoiro, però, non ha brillato più di tanto, ma puntiamo sulla sua voglia di rivalsa, come fu la scorsa stagione per Diawara”.
Con le conferme Stipcevic e Talts, rappresenta un trio di partenza non male. Aradori rimane al momento un sogno quasi irraggiungibile; quale zone del campo verranno coperte principalmente?
“Direi che sfrutteremo le occasioni migliori per ottimizzare tutte le zone del parquet, dando priorità agli spazi vuoti dei 3 americani e del comunitario che ci mancano; per questo domenica prossima Frank Vitucci e Simone Giofrè (Direttore Scouting Internazionale biancorosso, ndr) partiranno alla volta dell’America per assistere alle Summer League, cercando di sfruttare le migliori occasioni. Per quanto riguarda Aradori, sarebbe un lusso riuscire a portarlo a Varese, anche perché coprire il tassello di un italiano con la sua qualità e la sua bravura sarebbe un’ottima cosa; purtroppo, però, il suo ingaggio per noi rimane un ostacolo insormontabile, e, a meno di colpi di scena, difficilmente la situazione potrà cambiare in nostro favore.”

Marco Gandini