Vero o no che tutte le strade portano a Roma quella di Fabrizio Sottile l’ha portato proprio lì. Salutati famiglia, Team Insubrika e Polha ilSottile 5 ventunenne nuotatore ipovedente varesino ha colto al volo la grande occasione di una porta aperta al prestigioso Circolo Canottieri Aniene. “Negli ultimi mesi era cresciuta in me la voglia di voltar pagina in modo drastico – racconta Sottile al telefono dalla capitale – D’accordo con la mia famiglia ho cercato una soluzione ai mille problemi che mi rendevano difficile la quotidianità fatta di studio e allenamenti con i relativi trasferimenti. Parlando con altri atleti ho avuto la possibilità di chiedere un’opportunità all’Aniene che me l’ha concessa. A Roma, vivo, studio e mi alleno senza dovermi spostare granchè. A Milano tornerò solo per gli esami all’Università. Nella mia condizione di ipovedente è una condizione ideale che a casa non era possibile”.
A Roma ricominci da tre.
“E’ vero, non ci avevo pensato – risponde Fabrizio – Degli altri due inizi non ho una gran memoria. La prima volta in piscina avevo forse tre anni. La mia famiglia abitava ancora aSottile 3 Milano e la mia mamma mi portava a nuotare a Carugate. Ricordo bene che non ne volevo sapere di nuotare a dorso perché non riuscivo a capire dove andavo. Venni tesserato dalla Gestisport con la quale vinsi la mia prima medaglia. A 17 anni iniziarono i primi sintomi della malattia – neuropatia ottica ereditaria di lebe – che mi ha tolto progressivamente la vista cambiandomi la vita. Un anno dopo mia madre incontrò Barbara Allaria e Daniela Colonna Preti e grazie a loro tornai in acqua nel mondo paralimpico arrivando a vincere una medaglia di bronzo ai campionati europei di quello stesso anno guadagnandomi la convocazione per le paralimpiadi di Londra 2012”.
Paralimpiadi che, come ha detto il presidente del comitato organizzatore Sebastian Coe, hanno cambiato il modo di intendere lo sport per le persone con disabilità.
A te cos’è rimasto di quella tua prima volta?
“Della mia prima paralimpiade mi tengo stretto la grande emozione e i ricordi anche se contrastanti. Felicità, delusione, euforia, rimorso. A livello di risultati non è certamente andata come io e lo staff tecnico azzurro speravamo. Sentivo di deludere le aspettative e per questo provavo imbarazzo e un po’ di vergogna. Una volta tornato a casa, ripensandoci con più calma, ho preso coscienza di aver vissuto unaSottile 4 grandissima esperienza umana. La convivenza nel villaggio olimpico con giovani provenienti da ogni parte del mondo, la cordialità degli operatori e dei volontari, l’entusiasmo della gente, l’accessibilità delle strutture e la splendida piscina che poi ho raccontato nella mia tesina all’esame di maturità. Avvicinandosi alle gare tensione e agonsimo erano nell’aria che si respirava. E’ stata una grande lezione. Anche adesso, riparlandone, mi vengono ancora i brividi”.
Com’è stato l’approccio con la tua nuova Società?
“Ottimo. Lo staff che mi allena è composto dall’allenatore Alessandro D’Alessandro e da due preparatori: Andrea Passerini e Alessandro Palazzolo. Al momento sono tesserato Aniene solo per la Federnuoto mentre per la Federnuoto Paralimpica resto della Polha Varese fino al prossimo 31 dicembre. In questo fine settimana sono in gara qui a Roma in una manifestazone della FIN e poi il 14 dicembre al meeting paralimpico di Brescia”.
E a social come sei messo?
“Ho un profilo su FB e da un po’ di tempo ho un sito www.swimtorio2016.it, che aggiorno in collaborazione con i miei amici del Rotaract Club La Malpensa, dov’è scritta la mia storia con tutto quello che mi è capitato e mi capita. C’è anche un canale con il mio nome su youtube dove sono già presenFabrizio Sottile con il papa?ti tutti video delle gare che sono riuscito a recuperare relativi a campionati europei, mondiali e paralimpiadi”.
Sei lontano da casa ma sei bello carico!
“Cos’è sta ironia? – sgnignazza Fabrizio – Anche quella dell’autonomia è una gara che voglio vincere. E comunque i miei li sento tutti i giorni. E’ stata una decisione sofferta soprattutto da parte di mia madre che ha fatto fatica ad accettare la mia necessità di fare delle nuove esperienze fuori dall’ambiente dove sono cresciuto. Voglio dimostrarle di potercela fare ricambiando la sua fiducia e quella di mio padre (con Fabrizio nella foto a destra). E comunque non sono mica al fronte! I miei genitori possono stare sereni perche sono in ottime mani e in compagnia di amici splendidi, determinato a cavarmela da solo”.

RB