Questa Pro Patria non sarà un albergo ma, almeno in panchina, il viavai è quello della hall del Grand Hotel. In attesa delle porte girevoli, Aldo Monza segue il destino cinico e baro del predecessore Lulù Oliveira lasciando la guida tecnica dei tigrotti al vice Fabio Castellazzi.
Non c’è due senza tre? No, il quarto vien da sè, perchè a ore verrà svelata l’identità del nuovo allenatore destinato a guidare la squadra sin dal prossimo impegno nel Monday Night con la Cremonese. Il profilo è quello di uno skipper esperto in grado di condurre la navigazione di bolina che attende i biancoblu da qui a fine stagione. A Monza è stato fatale un rendimento (5 punti in 5 gare) “drogato” dal successo di Pordenone e zavorrato dal singolo punto ottenuto in tre gare allo “Speroni”. In più, la rigidità di alcuni aspetti della gestione non pare avesse fatto breccia in uno spogliatoio più effervescente di quello che le apparenze possono testimoniare. E chissà che anche l’agenda poco festiva e molto feriale della pausa natalizia non abbia inciso sull’Aldo Gradimento.
All’ormai ex inquilino della panchina bustocca, viene comunque riconosciuto l’onore delle armi attraverso la consueta retorica post divorzio: “Aurora Pro Patria 1919 ringrazia sentitamente Aldo Monza per la professionalità dimostrata e per l’impegno profuso in questi mesi a Busto Arsizio e augura a lui le migliori fortune professionali e personali”. Come dire, lasciamoci così, senza rancore. Ora è evidentemente più chiara la ragione dell’assenza in sala stampa del DS Tricarico nel post Renate. Una presa di distanze soft in attesa di altrui decisione. Già, perchè la farina dell’esonero proviene inevitabilmente dal sacco della proprietà. Così come il beneplacito sul nome del nuovo coach. Il cui lavoro dovrà come sempre miscelare le questioni di campo all’incerto futuro societario. Purtroppo per la Pro Patria, dietro l’angolo, c’è sempre un altro angolo.

Giovanni Castiglioni