Segnatevi questa data: 4 marzo. Il campionato della Pro Patria, di fatto, si deciderà lì. Lo spareggio salvezza con il Pordenone (anticipato come tutta la giornata per esigenze di Rappresentativa di categoria dal 25 dello stesso mese alla data resa iconica da Lucio Dalla) resta l’unico vero carico ancora da giocare nell’attuale drammatica situazione di classifica. Esagerato? Per niente, almeno a giudicare dalla reazione di Marcello Montanari all’improvviso cambio di agenda: “Una rottura di…”. Risparmiando l’evidente oggetto della frattura, è chiaro che una sfida così delicata avrebbe meritato minore improvvisazione da parte dei vertici di Lega: “Avremo un giorno in meno per recuperare (in campo la domenica con il Como mentre i friulani saranno di scena il sabato con l’Arezzo, ndr). Avrei preferito parità di condizioni. Non resta che prenderne atto”.

Intanto c’è da metabolizzare la sconfitta con il Novara: “Ho rivisto la gara. In realtà pensavo avessimo subito di più. La nostra non è stata una cattiva prestazione”. Per vedere delle novità tattiche bisognerà però aspettare: “Ho le idee chiare su cosa fare. Non è detto che sia necessario variare l’assetto”. Leggendo tra le righe, la sensazione è che col rientro di Calzi (a Mantova il 21 dopo tre turni di stop), il tecnico elbano avrà a disposizione il giocatore in grado di consentire il passaggio ad una nuova formula.

Per il momento confermato l’undici di Novara salvo Arati per lo squalificato Bovi. Quindi (tanto per rinfrescare la memoria), con base 4-2-3-1, Melillo in porta, Guglielmotti, Botturi, Pisani e Taino dietro, Palumbo e Arati in mediana con Candido, Serafini e D’Errico a supporto di Baclet.

L’Alto Adige di Sormani se non toglie il sonno, poco ci manca. Con 14 punti (su 18) nel 2015 e 8 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta nelle ultime 12 gare, i biancorossi (già a segno all’andata con un doppio Fischnaller) promettono un pomeriggio piuttosto complicato. “Arrivano da una lunga striscia positiva. Un motivo in più per prestare grande attenzione”. Intanto sul fronte dieci piccoli uliziani, la rescissione di Gerolino (dopo gli addii di Anderson e Ulizio jr) riduce ulteriormente la pattuglia dei reduci a borsa di studio del governo ombra. Con Graham fuori dai radar, Ryustemov, Zanier e Casantini ai margini, le purghe proseguono fino ad esaurimento scorte.

A proposito, l‘annunciato passaggio di quote tra Vavassori e Filippi non sarebbe ancora avvenuto (tra l’altro anche il sito ufficiale presenta ancora in organigramma l’amministratore Fiorenzo Riva ma non il “neo” presidente). I motivi? Ovviamente non si conoscono. Ma si possono immaginare. La necessità di accompagnare all’uscita gli affittuari morosi (e di stoppare il crescente polverone sulla bigamia con la Reggiana) ha di fatto accelerato un’operazione non prevista (quantomeno in tempi così stretti). Nei prossimi giorni scopriremo se il ritardo è solo tecnico o se all’amore a prima vista è poi seguito qualche ripensamento. Il Carnevale è alle porte ma alla Pro Patria le maschere vanno di moda tutto l’anno.       

20 CONVOCATI: Arati, Baclet, Botturi, Brunori, Candido, Casolla, D’Errico, Giorno, Guglielmotti, Lamorte, Melillo, Palumbo, Panizzi, Perilli, Pisani, Romeo, Serafini, Taino, Terrani, Zaro.

PROGRAMMA E CLASSIFICA

Giovanni Castiglioni