Pina: ciao Gina!
Gina: ciao Pina. Cos’è tutto sto slancio
Pina: niente. Sono contenta di ritrovarti
Gina: eh già! Nell’ultima settimana hai fatto un bel giro
Pina: sto cavalcando l’entusiasmo per le nostre squadre. Prima a Roma, che è sempre un bel vedere, con la Cimberio, poi a Modena con il Varese e infine a Caserta ancora con il basket. Due vittorie e una sconfitta. Può andare.
Gina: per una che non era a Parabiago è una bella esplosione di passione sportiva!
Pina: aaaaaahhhhhh che noia con sta storia di Parabiago! A dar retta a tutti sembra che a quella prima giornata del campionato di Eccellenza da dov’è partita la storia moderna del Varese erano presenti in 20.000!
Gina: ma no dai. Chi dice così vuole solo esaltare l’attaccamento alla bandiera.
Pina: ma chissenefrega!? Se il gioco vale lo seguo e mi diverto. Altrimenti preferisco andare a fare il giro del lago con la mia amica Gina o al Campo dei Fiori con il mio Beppe. Solo noi italiani misuriamo la cultura sportiva con le presenze in stadi e palazzetti. Stadi e palazzetti da galera dove per andarci dovrebbero pagarci, altro che pagare!
Gina: niente da dire. Senti un pò, ma oltre al pubblico non noti una presenza in crescendo della politica?
Pina: mah. Forse. Dici che sono vicine le elezioni nazionali e comunali e quindi…la penso come prima: chissenefrega! Se anche fosse così, è ora che la gente pensi, capisca e decida con la sua testa.
Gina: va bè. Settimana scorsa gli studenti dello Scientifico hanno ricordato il Prof. Formato. Una mattinata al Vela che avrebbe dovuto avere ben altro eco. Invece, a parte i presenti, l’hanno saputo e l’hanno apprezzata in pochi. E d’altronde siamo la società che si riempie occhi e bocca con le bandiere, i foulard e le sciarpe del fair play.
Pina: appunto. Ci fosse stato anche solo un idiota che avesse creato anche solo un piccolo problema sarebbe finito sul giornale. 600 studenti che a tre anni dalla sua morte ricordano un professore con la stessa intensità di quel giorno maledetto a che redazione vuoi che interessi?
Gina: anche in questo caso, niente da dire. E’ anche vero che un po’ di responsabilità c’è l’ha anche la scuola, intesa come Ufficio Scolastico. Professori e alunni impegnati in lavori e iniziative lodevoli ce ne sono tanti. Un pò di voglia in più di informare e divulgare non guasterebbe. Sembra che i dirigenti scolastici siano più occupati a salvaguardare la loro posizione anziché promuovere tutta la positività che, nonostante tutto, il mondo della scuola sa ancora produrre
Pina: vai Gina! Stiamo andando forte! Temi di alto livello…
Gina: restiamo in alto. Il clima positivo sta contagiando anche i tifosi. Sugli spalti restano non proprio delle educande, lontani dal clima gara sono invece più attenti al sociale. Due calendari, cene e altre iniziative serviranno a diverse realtà per reperire fondi necessari allo svolgimento delle attività rivolte a bambini e disabili.
Pina: vero. Speriamo che non siano legate solo al momento positivo sportivo. Attenzione e sensibilità devono essere come un diamante: per sempre.
Gina: hai novità sull’appello per ricreare a Varese una squadra di basket in carrozzina?
Pina: c’è il paletto del mese di marzo 2011 entro il quale sarà necessario mettere nero su bianco per programmare la prossima stagione. Qualcosa si sta muovendo. Non servono grandi cifre. I giocatori per ripartire dalla serie B ci sarebbero. Speriamo di ricevere presto la buona novella…
Gina: una buona novella arriva già da Via Marzorati, o dal Campus. La Robur insiste. Meriterebbe anche lei più considerazione e visibilità
Pina: nel cuore dei varesini la Robur c’è. La partita al sabato sera e il momento più che positivo di Cimberio e Varese le fanno un pò d’ombra ma, visto il rendimento dei più o meno ragazzi di Garbosi, sembra che l’ombra faccia bene. Al momento giusto sulla Robur splenderà la luce che merita.
Gina: stadio, palazzetto, campus, educazione fisica. E’ ricomparsa l’dea della cittadella dello sport
Pina: veramente s’è parlato del campo di allenamento del Varese. C’è un area dismessa a Lozza che pare possa tornare utile alla causa biancorossa. Sarebbe la soluzione ideale. Vedere una delle squadre rivelazione della serie B preparare la partita con la Reggina giocando una partitella 12 contro 12 sul campetto a 7 in sintetico è difficile da digerire. Quei tifosi con la puzza sotto il naso al primo calo di rendimento dovrebbero pensare anche a questo.
Gina: quindi niente cittadella ma uno spazio per il Varese
Pina: così si dice anzi, si legge. Ma la domanda sorge spontanea: chi paga? Quel prato a Lozza dovrebbe diventare un campo regolamentare in erba (meglio due…), un campetto a sette in sintetico, una palestra e uno spogliatoio capiente. Diversamente sarebbe solo una pezza ad un quadro che continuerebbe a rimanere incompleto. Soprattutto considerando la quantità e la qualità del settore giovanile. Se qualcuno troverà la risposta alla domanda “chi paga?”, forse solo allora prenderà il via una nuova era per il calcio varesino.
Gina: mò stai un po’ a casa o riparti al seguito delle nostre squadre?
Pina: riparto per…Masnago. Resto a casa con il Beppe anche perché devo preparare le feste.
Gina: chi paga?
Pina: appunto. Con la magra che c’è dobbiamo accontentarci. Regali ridotti al minimo e cenoni più simili a cene.
Gina: a proposito di cene martedì c’è quella dei tifosi di calcio e basket al Bel Sit di Comerio, a casa del Cumenda…
Pina: ricavato in beneficenza e quindi più gente c’è e meglio è.
Gina: io e il mio Cecco ci saremo! Basìn Pina
Pina: io e il mio Beppe siamo già lì! Basìn Gina