Vi sono uomini che per qualità, entusiasmo, professionalità, fanno la differenza, tracciano il sentiero, indicano la strada. La galassia sportiva varesina è densa di stelle che brillano di luce propria, apprezzati e riconosciuti maestri di educazione, simboli, eroi del quotidiano.
Ipotizziamo una sera a cena con i “pallonari”mister Mangia e il ds Papini, con l’arbitro internazionale di basket Sala e l’eroe della lunetta Cecco Vescovi, mescola il tutto con la luminosa presenza del prof. Gianni Chiapparo e si otterrebbe una notte da Oscar, fatta di aneddoti di sport e di vita, di ricordi da parquet e rettangolo di gioco, di falli tecnici evitabili e trasferte improponibili.
I protagonisti. Mister Mangia sempre misurato nei giudizi, sicuro di sé, positivo, trasmette tranquillità anche quando parla della delicata situazione che l’ha visto protagonista alla corte di Rasputin Zamparini, sempre in bilico tra Inferno e Paradiso.
Gli fa da confortola decennale esperienza del pretoriano, veterano di mille battaglie combattute tra centrocampo e area di rigore Silvio Papini, ottimo team manager del Varese 1910 mediatore tra società e squadra. Cecco disserta di basket, di giovani che soffrono poco e vogliono tutto subito, di come sia difficile districarsi tra playstation e telefonini e far comprendere come lo sport sia scuola di vita, rispetto delle regole, dei compagni e degli avversari.
Una cena degna del miglior convegno sullo sport, senza fronzoli, opinioni in libertà, scambio di esperienze tra fachiri dell’attività motoria educativa, una Messa in scarpe da ginnastica. Una notte di stelle, dunque, che avrebbe il suo apice nella magia dei racconti di Gianni Chiapparo, tra gli astri bosini, il più luminoso, la Cometa dei Magi, un condottiero del parquet. Ebbi l’onore ed il privilegio di insegnare Educazione Fisica con Gianni nelle scuole medie e superiori e, esperienza unica ed irripetibile, giocare a basket con lui nel campionato CTL in una formazione plasmata dagli dei, basket-spettacolo, tecnica e cuore. Il coach Antonio Franzi certo ricorderà i time out, perle di saggezza cestistica, tutti a pendere dalle labbra del “rosso” Chiapparo, un Popeye della lunetta, rissoso, irascibile, carissimo Gianni.
Ma il professor Chiapparo è uomo vero, testardo al punto giusto, sincero come un buon bicchiere di vino, generoso e severo. Il basket, la sua vita. Un professionista con i fiocchi, abile scopritore di talenti, perfetto nella gestione dello spogliatoio, una risorsa per la pallacanestro biancorossa. Conosce lo sport e la vita, da giocatore, allenatore, dirigente. Dialogare con Gianni è un piacere: colto, intelligente, padroneggia l’attività motoria da saggio abile e capace, frutto di una buona pianta.
Già, mamma Bruna. Una donna dallo sguardo dolce e leale, angelo custode dei bimbi della Scuola Parini nei primi anni ottanta, una fata che ha condiviso e sostenuto i miei primi passi da insegnante di attività motoria. Gianni conosce il valore dell’umiltà, il risultato che deriva dal lavoro costante, dal sacrificio. Al suo fianco la moglie Paola, una santa, come tutte le mogli di grandi eroi sportivi. Unico neo, il calcio. Capisce nulla. E proprio una sua frase sul calcio rischiò di bruciare un’amicizia di una vita. Parquet del Campus, time out. Partita punto a punto. Gli avversari sono ostici, occorre un’iniezione di fiducia. Coach Franzi illustra le direttive tattiche, Gianni ascolta ed approva. D’improvviso, in cuor suo certamente per dare la carica, Chiapparo prende la parola ed invita a muoversi sul campo con la determinazione dell’argentino Maradona rinunciando alla leziosità del brasiliano Zico. Episodio trascurabile per chi non mastica football, bestemmia calcistica insopportabile per chi abbraccia la religione verdeoro.
Marco Caccianiga