Dopo le due settimane di gelo la nazionale italiana di adaptive rowing si è ritrovata al centro Federale di Gavirate per svolgere un raduno di tre giorni coordinato dal Commissario Tecnico Paola Grizzetti. Ad oggi, qualificata alle Paralimpiadi di Londra è la sola barca del “doppio”. Per il “quattro con” campione uscente c'è ancora un'unica possibilità di staccare il biglietto per l'Inghilterra e difendere il titolo conquistato nel 2008 a Pechino
“Finalmente siamo riusciti a risalire in barca – ha dichiarato il timoniere azzurro della Canottieri Gavirate Alessandro Franzetti – Le ultime qualificazioni paralimpiche in programma a Belgrado dal 4 al 6 maggio si avvicinano. A dire il vero, nonostante il periodo di gelo e le lastre di ghiaccio vaganti sul lago, noi non ci siamo fermati. Com'è logico l'attesa è carica di tensione: c'è in gioco la possibilità di difendere il nostro titolo e tutti noi stiamo dando il massimo per salire sull'aereo per Londra. Paola e il suo staff ci stanno valutando a fondo, proprio per scegliere chi potrà garantire i migliori risultati. Le altre nazioni partecipanti sicuramente saranno anche loro in piena attività per selezionare al meglio i componenti e noi non dobbiamo essere da meno.
Si parla di grandi eventi in arrivo la speranza di tutti è che lascino qualcosa sul territorio e diano una mano anche al movimento Adaptive.
Grandi movimenti sono in arrivo sul territorio: a partire dalla Gara Internazionale Adaptive in programma il 28 e 29 aprile 2012 fino ad arrivare ai Campionati Europei del 2013- continua Franzetti – Spero proprio che manifestazioni di questo genere possano contribuire a diffondere una maggior conoscenza della disciplina del canottaggio in tutti i suoi aspetti compreso quelli relativi al mondo Adaptive. Mi riferisco ad una maggiore presa di coscienza di questa realtà da parte delle istituzioni e ad una ancor più incisiva diffusione dello sport tra le persone con disabilità
Con tanta fatica, con tanto passaparola a Gavirate si stanno vedendo facce nuove ma soprattutto giovani.
“Dopo dieci anni di duro lavoro è bello vedere il movimento Adaptive espandersi sempre di più, anche tra i giovani. Ai raduni della nazionale nella sede della Canottieri Gavirate arrivano ragazzi e ragazze (quest'ultime ancora troppo poche.) da ogni parte d'Italia Certo, non mancano le difficoltà: ci sono ancora molte persone soprattutto in età giovanile che avendo subito un trauma, non si avvicinano al canottaggio perché lo considerano uno sport difficile e faticoso. Pregiudizi e paure che spesso svaniscono salendo in barca la prima volta. Il nostro è uno sport meraviglioso che come ogni altra disciplina è fatto principalmente di volontà e determinazione. Ci presentammo a Pechino vestiti da Cenerentola. Al ritorno in Italia avevamo al collo la medaglia d'oro. Da quel giorno le altre nazioni hanno fatto passi da gigante. In Italia siamo invece sempre alle prese con un movimento povero di numeri. Il primo vero obiettivo dev'essere quello di far crescere questi numeri e di conseguenza la qualità dei singoli atleti. La Canottieri Gavirate, la Federazione Italiana Canottaggio e il Comitato Italiano Paralimpico sono in prima linea ma non basta. Mai come in questo caso ben si adatta il detto: “siamo tutti sulla stessa barca”. Quindi, è necessario che si remi in unica direzione informando, comunicando e promuovendo l'adaptive rowing come ogni altra disciplina che una persona con disabilità fisica o intellettiva può praticare, per agonismo o per semplice divertimento.”