La Città Giardino è un immenso campo di basket, si respira parquet un po’ ovunque: oratori, playground e palestre pullulano di cestisti in erba, forse futuri eroi della lunetta.
I migliori sono partiti, o quantomeno transitati, da Varese, la palla a spicchi fa parte della storia della nostra città. E tutte le belle storie necessitano dell’eroe buono, il bravo maestro che crea la passione, la alimenta, plasma un sentimento, lo nutre educando. Varese è da considerarsi una cattedrale della pallacanestro, luogo di incontro delle più fervide menti cestistiche del Paese, citiamo, per tutti, l’intera famiglia Bulgheroni, signori del basket e del fair play. Nelle diverse palestre si recano legioni di bambini assetati di pallacanestro, ansiosi di abbeverarsi alla fonte del sapere sportivo.
Frugoletti di cinque anni colorano di entusiasmo il parquet, giocano e litigano con la palla, saltano e corrono, cantano e incitano. Pare di essere su un altro pianeta, i bambini vengono stimolati attraverso la competenza motoria di autentici ammiragli del tabellone. Siamo all’Università dello sport educativo, a galassie di distanza dai “manovali dell’attività motoria” che ancora in troppi infestano gli spazi deputati alla promozione dell’attività sportiva. La battaglia per liberare i “luoghi santi” dai cattivi maestri è ancora lunga e difficile, ma il cuore si apre alla speranza assaporando la passione e l’entusiasmo degli insegnanti, osservandoli gestire il gruppo, approvandone le proposte ludico motorie che sono stimolo, gioco, educazione.
Nel recente passato il parquet del Campus sopportò il peso delle gesta atletiche di una squadra forgiata dagli dei, la cui fama si perse nei meandri del tempo per approdare a leggenda. Dieci eroi, figure mitiche, che, con la maglia di Rete 55, diedero lustro al campionato CTL, rivoluzionarono il concetto di pallacanestro proponendo il “basket bailado”. Uomini illustri, esponenti di primo piano della società civile varesina, condotti dal prode coach Antonio Franzi, catturarono l’attenzione persino dei magnifici Roosters con Pozzecco e Savio a fare da ultras sugli spalti. E durante un tiratissimo match accadde che, accecati dall’entusiasmo per un prezioso gesto tecnico di Toto Bulgheroni, i due succitati “pollastri” accesero un fumogeno per colorare il proprio entusiasmo. In un istante parti’ l’impianto antincendio che allagò irrimediabilmente il parquet. Non si ricorda, a memoria d’uomo, un altro episodio simile. A distanza di anni, invece, risuona ancora, tra le mura ebbre di leggenda del Campus, l’urlo straziante, noto come ”l’ululato del Toto”, di un presidente ferito…
Marco Caccianiga