Antonio Rosati, presidente del club biancorosso, ha le idee chiare su quale sarà il futuro del Varese. Squadra rinnovata, ma all’insegna della continuità: questi i suoi punti fermi per la prossima stagione in cui, come sempre, l’obbiettivo primario sarà quello di mantenere la categoria.
Hai già voltato pagina dopo la finale playoff?
“Per forza di cose ho dovuto voltare pagina, me l’hanno fatto voltare! E’ stato come vivere un film da premio Oscar senza lieto fine. Ma ora basta pensare a quello che è stato o a quello che sarebbe potuto essere, siamo alla vigilia di una nuova stagione che va programmata e, lasciatemelo dire con una punta d’orgoglio, una nuova annata dove il Varese sarà ai nastri di partenza del campionato cadetto”.
Far meglio dello scorso anno significa solo una cosa: Serie A…
“Ad inizio stagione non ci poniamo mai limiti e allestiamo una squadra che riteniamo possa raggiungere risultati importanti. E’ chiaro che l’obbiettivo primario, e non va perso di vista, è quello di riuscire a salvarsi. Restare in Serie B, per una società come il Varese, vuol dire poter pianificare il futuro in serenità”.
Intorno alla squadra c’è molto più entusiasmo e affetto da parte dei tifosi rispetto ad un anno fa…
“La gente adesso ha più fiducia nella società e nel lavoro che stiamo portando avanti da ormai quattro anni. Il pubblico di Masnago è abituato a dover ricevere prima di dare, ritengo che i successi compiuti nelle ultime stagioni siano andati oltre le aspettative di tutti ed ora il supporter biancorosso ci sta ripagando”.
Codice etico e calcio scommesse: qual è il tuo parere?
“Il codice etico ci ha dato la possibilità di presentare un progetto innovativo nel suo contesto e di questo ne vado fiero. Sarà un’estate calda, molto calda. Mi aspetto una giustizia sportiva esemplare che, sono sicuro, mi farà innamorare ancora di più di questo splendido sport che è il calcio. In caso contrario… non ci voglio nemmeno pensare. Il Varese può camminare a testa alta e fare da spettatore con un occhio sempre attento e pronto ad intervenire” .
Michele Marocco